Un passato comune, un cuore che pulsa ancora biancoscudato. Michele Marcolini, dopo l’ottima stagione alla guida del Santarcangelo, incredibilmente è rimasto a guardare. […]
Le piacerebbe allenare il Padova, un giorno? «Magari… A chi non piacerebbe? A Padova da giocatore sono stato benissimo. Chissà se in un futuro le strade potranno reincontrarsi». Domenica c’è proprio Padova-Santarcangelo… «Ho visto Padova-Vicenza all’Euganeo: Bisoli ha in mano la squadra, secondo me, migliore del girone. Non ha difetti, è completa in ogni reparto, ha un centrocampo che con la Serie C non c’entra niente. Se a me dessero Pinzi, Mandorlini, Tabanelli, Pulzetti e Belingheri, beh, sarei l’allenatore più felice del mondo». Quindi secondo lei il Padova è favorito per vincere il campionato? «Credo ci siano quattro o cinque squadre che possono ambire al primo posto e il Padova ha tutte le carte in regola per giocarsela. Il Vicenza è una squadra costruita con grande intelligenza e lungimiranza, poi c’è anche il Pordenone. E qui vorrei spendere due parole in più». Prego… «Ha perso qualche giocatore importante ma quelli che arrivati per sostituirli non sono male eh… Prendete Gerardi: fino a un paio d’anni fa i gol li faceva in B, in C può benissimo sostituire Arma». Altre squadre potenzialmente in lotta per il primo posto? «Ne ho altre due: la Reggiana, che ha un organico di buonissimo livello e soprattutto la Feralpisalò, che mi sembra una delle favorite. Ha una squadra molto interessante, completa, una società forte e un ambiente che non mette pressioni. Insomma, la vedo in lotta per la vetta e con buone chance di essere lì fino alla fine. Come outsider ci aggiungo il Bassano, che è sempre da primi posti. Non so se possa essere da primo posto, però è sicuramente una squadra da alta classifica».
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Fonte: Andrea Miola per Gazzettino
Sei anni fa giocava in B nel Padova di Dal Canto mentre nella passata stagione è stato avversario dei biancoscudati sulla panchina del Santarcangelo: Michele Marcolini seguirà la sfida di domenica tra le due squadre nelle vesti di doppio ex. «Sono state due esperienze umanamente positive – ricorda – ma completamente diverse e non paragonabili tra loro, non solo perché vissuta con due ruoli diversi, ma pure a livello ambientale. All’ombra del Santo sono stato molto bene, ma resta il rimpianto per non avere raggiunto gli obiettivi prefissati». (…) Dopo una stagione da protagonista, la squadra ebbe un calo finale e non riuscì a raggiungere i play off promozione. A Santarcangelo, invece, virtualmente li aveva conquistati. «Siamo arrivati decimi a pari merito e il punto di penalizzazione ci ha impedito di disputarli; quello è l’unico rammarico, ma abbiamo fatto comunque qualcosa d’importante, restando sempre fuori dalle sabbie mobili». Ora il tecnico dei romagnoli è un altro ex, Giuseppe Angelini, a Padova nel campionato di B 1988-89 (24 presenze e un gol), che nel torneo cadetto 2009-10 ha fatto il secondo a Bisoli, festeggiando la promozione in serie A, ma l’attuale torneo non è partito con il piede giusto. «Quest’estate – riprende Marcolini – ho preferito non proseguire, pur non avendo in mano nulla di concreto perché cercavo un’esperienza diversa. La squadra è completamente cambiata, a Santarcangelo spesso si ricostruisce da zero, facendo attenzione alle spese e all’inizio si può fare un po’ di fatica».
A Padova le ambizioni sono diverse. «Ero in tribuna nella sfida con il Vicenza, la piazza ha capito e pure i giocatori, di grande spessore anche per le categorie superiori, sanno che devono sapersi adattare con pazienza a un calcio di grande corsa e aggressività che può sembrare confusionario. Parliamo di una squadra che può assolutamente lottare per la promozione, essendosi mossa molto bene e con un allenatore bravo, esperto e di personalità, capace di gestire al meglio le pressioni di chi vuole tornare in B». Ai suoi tempi, il centrocampo biancoscudato annoverava gente del calibro di Italiano, Milanetto, Bentivoglio e Bovo, ma oggi, con le debite proporzioni, gli interpreti di quel reparto non sono inferiori. «Leggendo le formazioni del derby, in una rosa in generale con grandi valori, ho subito notato questa cosa. Elementi come Pinzi, Pulzetti, Mandorlini, Belingheri e gli altri hanno esperienza, fisicità e garantiscono qualità, inserimenti e reti. È il centrocampo più forte del campionato». (…)
Dalla sua esperienza, cosa serve per vincere in serie C? «Non si prescinde in primo luogo dal lavoro a cui aggiungerei la costanza. Bisogna correre e sporcarsi, è il giocatore che si deve adattare alle caratteristiche del campionato e non il contrario. Infine ci vuole equilibrio nei momenti difficili che comunque capitano».
E dunque i tre punti domenica contro il Santarcangelo non sono da considerare già acquisiti. «Ormai nessun avversario è da sottovalutare, anche se la differenza di organico è netta e ogni gara presenta le sue difficoltà per cui al Padova servirà una partita di livello».