Estratto Fonte: Dimitri Canello per Corriere del Veneto
Michel Kreek, segue ancora il Padova? “Certo che lo seguo. Una volta l’anno cerco anche di tornare in città, perchè ho mantenuto un legame forte con le persone, gli amici e anche i luoghi in cui sono stato da calciatore”.
Dove abitava quando militò in biancoscudato ai tempi della Serie A? “A Città Giardino, zona bellissima. Ma tutta la città mi stregò. Non posso che parlare bene di Padova”.
(…) In cosa è cambiato il campionato italiano rispetto ai tempi in cui lei giocò nel Padova in Serie A? “Per un giocatore che viene dall’Ajax in una squadra che lotta per la salvezza com’ era il Padova a suo tempo, cambia tutto. A Padova per il 95% del tempo bisognava difendersi e lottare su ogni pallone contro squadre spesso più forti, in Olanda quando cresci nell’Ajax sai che la maggior parte del tempo il pallone ce l’hai fra i piedi. Credo che il calcio italiano sia cambiato (…)”
Sente ancora qualche giocatore di quel Padova? “Anni fa lavoravo in federazione in Olanda e ho mantenuto i contatti in particolare con Nunziata e Zoratto, che a loro volta fanno parte della filiera delle giovanili dell’Italia. Poi ogni tanto a Padova c’è anche qualche bella rimpatriata. (…)”
(…) Il gol alla Juventus e il rigore di Firenze contro il Genoa. A quale dei due ricordi è legato maggiormente? “Non saprei. Vincere a Torino con un gol su punizione mio fu il massimo, ma anche segnare quel rigore che permise al Padova di salvarsi fu una soddisfazione immensa”.
Il destino del Padova è quello di soffrire. Adesso proverà a riconquistare la B grazie ai playoff, ma bisognerà vincere sei partite… “La storia del Padova è segnata da tanta sofferenza, ma le vittorie e le conquiste più belle sono quelle che si ottengono con fatica e sudore. Auguro con tutto il cuore al Padova di ritornare in Serie B. E non solo… l’entusiasmo della piazza merita ben altri palcoscenici”.