Estratto da fonte: Pierpaolo Spettoli per Il Gazzettino


[…] «Quando vinci – spiega Giorgio Zamuner – non te ne rendi conto nell’immediato, deve passare un po’ di tempo, soprattutto in una piazza importante come Padova. Da giocatore ho avuto la fortuna di vincere il campionato a Ferrara e a Reggio Emilia, e ti rendi conto piano piano di quello che hai fatto, e che rimani nella storia di una società gloriosa. E’ naturale che ci sia comunque un mix di emozione, felicità e orgoglio». […] Ha ricevuto messaggi che le hanno fatto particolarmente piacere? «Tanti, ma non ce ne è uno più di altri. Sono una persona che va d’accordo con tutti, e i messaggi ricevuti da direttori più o meno importanti hanno per me tutti lo stesso valore». […] Quanto ci credeva a inizio stagione? «Ero convinto di avere costruito una formazione forte e di avere preso un allenatore carismatico e abituato a vincere. Sin dai primi giorni di ritiro si vedeva che c’erano i presupposti per disputare un campionato importante. La partita decisiva? La vittoria con il Bassano perché venivamo da una brutta sconfitta con il Teramo e affrontavamo una squadra in forma. Vincendo abbiamo ripristinato nel gruppo tutte le certezze che avevamo perso con il Teramo». A chi dedica questo trionfo? «A tutti coloro che hanno voluto bene e che hanno aiutato questo gruppo di lavoro a vincere questo campionato che resterà nella storia di questa società super gloriosa e ambita». Ora attende la firma sul prolungamento del suo contratto. «Mi auguro che arrivi la prossima settimana, una volta passati un po’ i festeggiamenti. Ci siamo già parlati con la proprietà un paio di mesi fa, e in linea di massima siamo d’accordo. Non dovrebbero esserci problemi».


Estratto da fonte: Stefano Volpe per IL MATTINO


Ha mantenuto la promessa, e possiamo assicurare che farglielo fare sia stata un’impresa pari a quella della promozione. Giorgio Zamuner ha pagato il suo pegno alla vittoria del campionato e ieri mattina, al barbiere di fiducia della città natale di Sandonà di Piave, si è tagliato la folta chioma di capelli. Non esageratamente, ma quanto basta per fargli assicurare che «era da 15 anni che non me li accorciavo così tanto, da quando ero ancora calciatore». Sorride il direttore generale, che tre anni e mezzo dopo aver cominciato la sua carriera dietro la scrivania può festeggiare il suo primo successo: «Era il lavoro che volevo sempre fare, poi, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, circostanze e imprevisti mi hanno portato a ricoprire il ruolo di procuratore. Mestiere che ho fatto con grande entusiasmo, ma dopo qualche anno ho provato a coronare l’obiettivo che mi ero prefissato quando avevo smesso di giocare». Che sapore ha questo primo trionfo da dirigente? «Quando vinci, non te ne rendi conto nell’immediato. Deve passare un po’ di tempo, soprattutto in una piazza importante come quella biancoscudata. Adesso c’è quel mix di soddisfazione e orgoglio, ma forse solo tra un po’ capirò veramente che abbiamo scritto la storia di una società gloriosa». Come ha festeggiato privatamente la notte di lunedì? Bonetto si è fumato un sigaro in terrazza, lei è tornato a Ferrara o è rimasto a Padova? «Sono tornato a casa a Ferrara, mi sono fumato una bella sigaretta in macchina in viaggio, ascoltando la radio, alzando il volume e cantando le canzoni che mi piacciono». Il messaggio di congratulazioni che più le ha fatto piacere? «Ne ho ricevuto tanti dai personaggi del mondo del calcio. È logico che in questi momenti pensi alla famiglia, anche perché le tensioni che non si riesce a scaricare al campo si portano a casa e l’ultimo mese l’ha un po’ pagato anche mia moglie Federica. Mio figlio più piccolo, Filippo di 5 anni (il grande, Roberto ne ha 11, ndr), lunedì mi ha mandato un messaggio vocale urlando: “Padova in Serie A”. L’ho corretto, ma mi ha risposto subito: “L’anno prossimo andiamo in A”». […] Lei sta già programmando il futuro, ma prima deve firmare il rinnovo… «L’accordo a grandi linee c’è già da due mesi, credo che la prossima settimana metteremo tutto nero su bianco, non ci sono problemi». E Bisoli? Le sue parole sul volersi sedere ad un tavolo per parlare di obiettivi con la proprietà hanno messo in allarme qualcuno. «La sua dichiarazione è in funzione del fatto che, vincendo con due settimane d’anticipo, si può programmare per tempo il futuro. Sta bene qui e credo proprio voglia restare». Che Padova ha in mente per la Serie B? «Credo non serva smantellare il gruppo e prima di tutto ci sono da definire le situazioni dei vari Capello, Ravanelli e Gliozzi, giovani arrivati in prestito e che possono far bene anche il prossimo anno. Poi andranno presi 5 o 6 giocatori di categoria, ma la cosa a cui tengo di più sarà quella di individuare i giovani giusti. Poi tutto dipenderà dagli investimenti che vorrà fare la proprietà». Quanto peso avrà la sinergia con il Lens? «Andremo lì il 10 maggio per l’ultima partita di campionato, l’idea è quella di vedere se ci sono i presupposti per qualche scambio di giocatori». La Serie A concluderà il “mercato” il 18 agosto, si augura che si adegui anche la B? «Assolutamente sì. Sono sempre stato favorevole ad un “mercato” chiuso in anticipo».

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