Estratto Fonte: Stefano Volpe per Mattino di Padova


(…) “Quando il bicchiere non è colmo, io guardo sempre alla metà piena”, la filosofia del numero uno di viale Rocco, confermato alla guida della società anche dopo l’ultimo cda che il 23 dicembre ha visto approvare il bilancio e ripianare le perdite. “Di sicuro quest’anno ce lo ricorderemo sempre, ma ciò che voglio portarmi dentro è la forza che abbiamo dimostrato anche nei momenti più duri. La pandemia non ci ha piegato, non ci siamo mai voluti dare per vinti e lo ricordo bene, anche quando in pieno lockdown siamo stati i primi in Serie C a credere in una ripartenza del calcio. E abbiamo continuato a lottare per questo, non arrendendoci ai verdetti decisi a tavolino. Ma la cosa che mi lascia più soddisfatto è un’altra”.
Ovvero? “Questo stesso spirito l’ho visto in tutti i nostri giovani. E a me il vivaio sta a cuore più di ogni altra cosa. Gli allenatori, i dirigenti e tutti i nostri piccoli calciatori non sono rimasti con le mani in mano e hanno affrontato questo stop lavorando su sè stessi per il proprio futuro e ponendo le basi migliori per ripartire alla grande. Ecco, se dobbiamo spendere un nome per inquadrare il nostro 2020 farei quello di Matteo Lovato”.
E’ lui l’emblema di come intendete strutturare il settore giovanile, ovvero coltivare ragazzi in casa, lanciarli con continuità in prima squadra e poi venderli ad alti livelli? “In questa categoria non si può fare altrimenti. Fossimo stati anche solo in Serie B avremmo potuto tenerlo ancora con noi ma in C era impossibile. Sia per l’offerta che ci è stata avanzata sia per lo stesso ragazzo che meritava un palcoscenico migliore. E il fatto che adesso sia conteso dalle big italiane impreziosisce il nostro lavoro”.
Il 2020 si chiude con Oughourlian sempre più plenipotenziario dopo aver acquisito il 96% del pacchetto azionario. Che significato ha? “Che se Joseph ha un obiettivo non si tira indietro e cerca in tutti i modi di raggiungerlo. Parliamoci chiaro, con la pandemia avrebbe avuto mille scuse per mollare tutto o ridimensionare il progetto e nessuno le avrebbe contestate. Ma non l’ha fatto perchè vuole riportare il Padova dove merita. Da tifoso posso dirgli grazie”.
Eppure non ha ancora trovato un nuovo socio padovano. Come mai? “Ci vuole tempo ma abbiamo avuto degli interessamenti, speriamo che il prossimo anno qualcosa si concretizzi. Il Padova, per il territorio, svolge un ruolo sociale importantissimo e se la società sarà in grado di irrobustirsi potrà ambire a traguardi sempre maggiori. Per questo continuiamo a lavorare per coinvolgere anche le realtà locali”.
Ma più di tutto serve la Serie B. Sarà l’anno buono?
“Non facciamo proclami e aspettiamo che parli il campo. La prima parte di stagione è stata molto buona e siamo primi con merito, anche se potevamo fare di più e qualche rimpianto mi resta. Ma la strada è quella giusta”.
(…) Chi può essere il giocatore decisivo del 2021?
“In questa rosa tutti hanno mostrato di saper essere decisivi. Se devo spendere solo un nome dico Paponi, che finora è stato bloccato da mille intoppi e spero che da gennaio in poi possa mostrare il proprio grande valore”.
Il suo augurio per l’anno nuovo?
“Che tornino i tifosi allo stadio. Senza pubblico non è calcio e non ci si diverte. Spero tanto che ci possano riaprire gli stadi già prima del rush finale di stagione”.
La società, a detta sua, vuole crescere sempre di più. Quale il prossimo passo?
“Mi auguro possa essere il centro sportivo nuovo. La pandemia ha rallentato l’iter ma nell’arco di un mese e mezzo contro ci siano dell novità positive”.

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