Fonte: Francesco Cocchiglia per  IL MATTINO DI PADOVA


Il primo incontro si è consumato ieri pomeriggio, oggi è la volta del secondo candidato: la ricerca del nuovo allenatore del Padova è entrata nei suoi giorni decisivi. Il responsabile dell’area tecnica, Giorgio Zamuner, nella giornata di ieri ha avuto l’atteso faccia a faccia con Roberto D’Aversa: l’ex tecnico del Lanciano (società alla quale è comunque ancora legato contrattualmente) è solo il primo dei tre candidati che in queste ore si giocano la panchina biancoscudata. Domani, invece, a presentarsi davanti al nuovo direttore generale di viale Rocco sarà Mario Petrone, l’artefice del miracolo-Bassano di due stagioni fa e della promozione in B dell’Ascoli. E sarà proprio questo l’ultimo incontro vis-a-vis: una volta che sarà avvenuto anche il definitivo confronto di Zamuner con la proprietà, si conoscerà il nome del nuovo allenatore. Confronto aperto. Con D’Aversa il dialogo è stato positivo. Zamuner ha viaggiato sino a Pesaro per incontrarlo, e dopo alcune ore di colloquio è immediatamente rientrato a Padova per presenziare agli appuntamenti già in agenda per la serata di ieri.

«Direi che il nostro incontro è stato positivo», le parole del neo direttore generale. «D’Aversa è un allenatore che già conoscevo personalmente, ma quello che dovevo verificare erano le motivazioni con cui eventualmente sarebbe disposto a venire a Padova, e ovviamente anche le sue richieste». I due hanno parlato della situazione attuale della rosa biancoscudata, delle possibili operazioni e disponibilità su cui contare nel corso del mercato estivo, di obiettivi e progetti. E da parte del tecnico nato in Germania, ma abruzzese al cento per cento, è arrivata non solo una prima risposta ok, ma anche la disponibilità a venire incontro alle esigenze della Spa biancoscudata per ciò che riguarda l’ingaggio. Nuovo round. Petrone, invece, vedrà Zamuner probabilmente solo domani. L’ex mister dell’Ascoli, società alla quale è ancora legato contrattualmente, ma con cui esiste un patto non scritto, una sorta di gentleman agreement per liberarsi in caso di offerta da parte di un altro club, in questi giorni si trova in Sardegna, e per questo i contatti di persona non sono agevoli.

In ogni caso, domani dovrebbe essere il giorno buono per l’incontro tra le due parti: entro la settimana, infatti, Zamuner deve scegliere il nome del nuovo allenatore e comunicarlo alla proprietà. «Con Oscar Brevi non ci sarà bisogno di un altro faccia a faccia», la spiegazione del d.g., che aveva visto l’allenatore ex Spal e Rimini già la settimana scorsa. «Conosco perfettamente le sue richieste e le sue motivazioni, dopo che avrò parlato con Petrone prenderò la mia decisione». L’ultimo aspetto relativo alla guida tecnica, che andrà studiato dopo l’investitura del nuovo allenatore, è quello relativo a Rino Lavezzini: non è chiaro, infatti, il destino di colui che era stato vice di Parlato prima e di Pillon poi, legato al Padova ancora per una stagione. Starà alla società decidere il suo futuro, dato che chiunque sarà il nuovo allenatore è probabile porti con sè il suo staff personale.


 

Fonte: Pierpaolo Spettoli per GAZZETTINO


 

«Voglio gente con motivazioni. Chi ne avrà di più, diventerà l’allenatore del Padova». Siamo ormai sempre più vicini alla stretta finale per l’investitura del nuovo tecnico biancoscudato, e le parole di Giorgio Zamuner rendono chiara l’idea di quali requisiti dovrà avere l’erede di Pillon. Dopo che nella passata settimana il nuovo responsabile dell’area tecnica aveva avuto un faccia a faccia con Oscar Brevi, ieri mattina è stato il turno di un altro candidato, vale a dire Roberto D’Aversa. L’incontro è andato in scena a Pesaro, località prescelta dato che si trova a metà strada tra Ferrara dove abita Zamuner e Pescara dove risiede l’allenatore. «Abbiamo fatto una chiacchierata – sottolinea Zamuner – che mi è servita per rendermi conto in maniera più approfondita di quali sono le sue idee, fermo restando che è un allenatore che già conosco avendo visto giocare il Lanciano nelle ultime due stagioni. E naturalmente gli ho spiegato cosa vuole il Padova. Sostanzialmente questa è una fase nella quale sto raccogliendo informazioni che vaglierò insieme alla società, e poi prenderò una decisione. Non ho tutta questa fretta, ma è giusto che venga presa entro questo fine settimana per iniziare a programmare la stagione con il tecnico».

Sull’incontro avvenuto a Pesaro non manca un flash di D’Aversa: «È stato un faccia a faccia iniziale nel quale abbiamo parlato un po’ di tutto, ci dobbiamo riaggiornare. Conoscevo già Zamuner, è una persona seria e un bravo professionista, e ha le idee chiare». D’Aversa ha un altro contratto con il Lanciano. «Non penso che sia un problema, anzi». Padova è la sua prima opzione? «La reputo una piazza importante, non da Lega Pro. Poi dal dire questo al decidere di darmi il compito, ce ne vuole ancora». Ha chiesto alcune garanzie? «È la proprietà che deve dare gli obiettivi, io faccio l’allenatore. Ma è importante che ci sia un unico modo di pensare da parte di tutti e ci devono essere le condizioni per poter lavorare al meglio». Oltre a Brevi e D’Aversa c’è, come noto, un altro papabile per la panchina che risponde al nome di Mario Petrone.

A stretto giro di posta Zamuner si vedrà anche con lui: fino al tardo pomeriggio di ieri il direttore biancoscudato non l’aveva ancora contattato per fissare un incontro e considerato che Petrone abita a Olbia, ciò comporta che per spostarsi deve essere avvisato per tempo. E allora si può ipotizzare che l’incontro possa avvenire magari domani. Al termine di questa ulteriore chiacchierata, Zamuner probabilmente risentirà di nuovo Brevi, dopodiché i tempi saranno maturi per operare la scelta che gli dà maggiore affidamento. Intanto, il diggì avrà anche all’ombra del Santo come braccio destro Marcelo Mateos, già al suo fianco quest’anno a Pordenone, che è in possesso del patentino di direttore sportivo e al Padova ricoprirà il ruolo di team manager. Il che significa che Carlo Pontin, tra l’altro un fedelissimo dell’ex diesse Fabrizio De Poli, potrebbe non essere confermato nel suo incarico.