Fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO
Lesione del legamento collaterale mediale, con distacco dell’osso tibiale. È questo il responso della radiografia eseguita al pronto soccorso da Daniel Niccolini, vittima di un infortunio alla gamba sinistra nello scontro di gioco con Petkovic. Sono le 18.45 quando il difensore lascia l’ospedale con le stampelle e su un telefonino guarda l’immagine molto cruda del suo infortunio. Piccolo sorriso, e afferma: «Se mi sono staccato solo il piatto tibiale, sono il numero uno». Al difensore è stata fatta una doccia gessata, e domani andrà a Perugia dallo specialista Cerulli (lo stesso che ha operato al ginocchio Aperi) dove saranno effettuati ulteriori accertamenti e si decideranno i tempi dell’intervento chirurgico. Al capezzale di Niccolini, che tra l’altro compie trentatré anni mercoledì, sono accorsi anche i biancoscudati: l’amministratore delegato Roberto Bonetto, il consigliere nonchè collaboratore dell’area tecnica Marco Bergamin, il direttore sportivo Fabrizio De Poli, i compagni di squadra Cunico, Dionisi, Aperi, Ilari, Petkovic e Bucolo, il dirigente accompagnatore Pierino D’Ambrosio, il magazziniere Oriano Zorzi, il massaggiatore Wais Baron e naturalmente il medico biancoscudato Pierantonio Michieli che è stato sempre al fianco del giocatore sin dai primi attimi dell’infortunio.
Nell’attesa che Niccolini esca dal pronto soccorso, l’immagine sul telefonino della sua gamba infortunata lascia a bocca aperta Cunico e compagni, De Poli si rifiuta di guardarla, al pari di Leonardo Benelle che è il procuratore del difensore. Tra i presenti c’è anche il padre del giocatore, Maurizio Niccolini che era allo stadio. «Quando vedi tuo figlio per terra e tutti attorno alzano le mani, prendi paura. Purtroppo Daniel si è rovinato il compleanno e il Natale, però è un ragazzo positivo anche nei momenti difficili, è così di carattere». Poi, appunto, ecco uscire Daniel che nonostante tutto appare su di morale. Indossa ancora i pantaloncini da gioco e la giacca della tuta del Padova. Sono tutti lì ad attenderlo e a fargli coraggio. Intanto Dionisi va a prendere la macchina del padre di Niccolini che posiziona proprio davanti all’uscita del pronto soccorso: il difensore viene aiutato dai compagni ad accomodarsi nei due sedili posteriori. È il momento di fare ritorno a casa.
Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO
La stagione di Daniel Niccolini è finita dopo 11’ della ripresa di Padova-Bassano. La sfortuna ha voluto accanirsi su di lui a tre giorni dal suo compleanno, che cadrà il 23 dicembre. Il difensore fiorentino ha trascorso poche ore al pronto soccorso del Policlinico Universitario di Padova, prima di tornare a casa. Abbattuto, ma con ancora la forza di sorridere. L’incidente. È successo tutto nello spazio di pochi secondi. Il pallone che rotola nel cuore dell’area di rigore, e Niccolini, da buon difensore, che interviene per spazzare via. Non si accorge, però, che Petkovic sta uscendo e, anticipato proprio dal compagno, non riesce a frenare la corsa. L’impatto tra i due è violentissimo, il portiere frana addosso al compagno e il ginocchio compie un movimento innaturale. Niccolini resta a terra urlando per il dolore, i soccorsi sono immediati: dentro all’ambulanza, a bordo campo, rimane una decina di minuti, durante i quali gli viene somministrata una flebo di antidolorifico. Quindi , insieme al medico sociale, Pierantonio Michieli, e a papà Maurizio, che stava seguendo la partita dalla tribuna, viene trasportato all’ospedale.
Lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro con distacco osseo tibiale. Così sentenziano gli accertamenti compiuti dai medici. In poche parole, mentre il ginocchio compiva quel movimento innaturale, la trazione del legamento ha “strappato” uno spigolo del piatto tibiale dalla sua sede naturale. Domani pomeriggio, a Perugia, il giocatore sarà visitato dal professor Cerulli, lo stesso che lo scorso giugno aveva operato il ginocchio di Sebastiano Aperi: sarà lui a decidere quando avverrà l’operazione per ricostruire l’osso fratturato, operazione che dovrebbe avere luogo successivamente, a Roma o ad Arezzo. E c’è pure il rischio che il trauma possa aver danneggiato anche altri legamenti dell’articolazione. In ogni caso, si parla uno stop di diversi mesi. L’abbraccio dei compagni. Ma a Niccolini il sorriso non è andato via del tutto. Mentre aspettava, con la gamba bloccata da una doccia gessata, intorno alla sua barella ha visto arrivare compagni, amici e dirigenti. I primi a raggiungerlo, dopo la partita, sono stati Aperi, Bucolo, il massaggiatore Baron e Roberto Bonetto.
«Mi spiace tantissimo, stava facendo una grandissima partita», le parole dell’a.d. Uno dopo l’altro, poi, si sono presentati anche Dionisi, Cunico, Ilari, Marco Bergamin, il ds De Poli e naturalmente Lazar Petkovic. «Quando l’ho sentito urlare, non ho avuto il coraggio di guardare», ha confidato il portiere, sentitosi – suo malgrado – responsabile dell’incidente. «Sul momento mi sono spaventato, perché ho sentito il ginocchio andare un po’ per i fatti suoi», ha raccontato Daniel ai compagni. «Quando mi hanno spostato, ho davvero visto le stelle dal dolore».
«Ma lui è sempre stato un ragazzo positivo», le parole di papà Maurizio. «Anche dai momenti peggiori ha sempre tirato fuori i lati positivi». E infatti, dopo essere stato dimesso intorno alle 18.45, Niccolini ha voluto a tutti i costi vedere la raccapricciante sequenza del suo infortunio. «Se mi sono solo staccato il piatto tibiale, sono il numero uno!», ha esclamato scorrendo quelle immagini. Auguri sinceri da tutti.