Fonte:  Il Mattino

«Non intendiamo entrare in diatribe politiche. Il Padova vuole restarne fuori. Il nostro stadio sarà quello che deciderà il comune, che sia Euganeo o Plebiscito». L’amministratore delegato del Calcio Padova, Roberto Bonetto, non intende commentare il progetto di rifacimento dello stadio Euganeo presentato sabato dalla direzione padovana del Partito Democratico, in risposta al piano del sindaco Bitonci di spostare il calcio al Plebiscito. Ma c’è una novità, o meglio, qualcos’altro bolle in pentola. Il Padova, infatti, non ha abbandonato il proprio progetto di creare un nuovo centro sportivo dove far allenare la prima squadra e tutte le formazioni giovanili, con annessa foresteria e quant’altro serve per far funzionare al meglio una società professionista. Lo stesso Roberto Bonetto conferma che si sta muovendo su questa strada e a breve potrebbero esserci novità: «A settembre avremo una serie di incontri molto importanti in tal senso. Terremo un tavolo di lavoro con persone interessate a questo progetto. Il nostro obiettivo è creare un “Padovanello”, che funga soprattutto da casa del settore giovanile”. Nei piani della società il centro sportivo dovrebbe sorgere all’interno del comune di Padova e sarà chiamato ad accogliere soprattutto le varie formazioni del settore giovanile, che per il momento non hanno un centro sportivo dove allenarsi. Ed è questo il grande cruccio della società, da quando è risorta dalle ceneri di Penocchio e Cestaro due anni fa. Abbandonato Bresseo, la prima squadra e la formazione Berretti si allenano al centro sportivo Geremia della Guizza (casa del Petrarca rugby), mentre i giovani sono sparsi tra il velodromo Monti, il centro Brentelle e i campi di via dei Salici al Bassanello. Non il massimo per una società che ha puntato tantissimo sulla formazione dei propri giovani, al punto di investire nel vivaio più di un milione di euro la scorsa stagione. Per questo Bergamin e Bonetto puntavano molto sul progetto presentato lo scorso anno a Bitonci, di un rifacimento completo dell’area dell’Euganeo, dove far sorgere uno stadio ex novo e un centro sportivo. Progetto da 80 milioni di euro poi accantonato per mancanza di fondi. Il piano del Pd, invece, prevede solo il restyiling dell’Euganeo per una spesa tra i 7 e i 10 milioni.
Reazioni. Ma è un piano che convince? I tifosi ne hanno dibattuto molto. Tra i più interessati c’è l’avvocato Mario Liccardo, che da mesi si batte contro lo spostamento al Plebiscito: «Continuo a essere contrario al rifacimento del Plebiscito», spiega Liccardo. «Mi spiace molto che il tema sia diventato politico. Do atto a Bitonci di aver trovato una soluzione per spostare l’atletica al Colbachini, ma proprio per questo l’obiettivo deve essere rifare l’Euganeo. Rinnovo il mio invito a creare un tavolo di lavoro con Comune, società e tifosi». Perplesso anche il presidente onorario dell’Aicb Giorgio Ferretti: «Bello il nuovo progetto sull’Euganeo. Ma è fattibile? I costi sono coperti? Si può spendere tutto questo denaro pubblico? Resto del pare che, se dobbiamo abbandonare lo stadio, la nuova soluzione dev’essere migliore e non un rattoppo». Sui social network i pareri si dividono, tra chi appoggia il nuovo progetto e chi è contrario.

Fonte: Luca Preziusi per Il Mattino


IL PROGETTO DEL NUOVO EUGANEO

Curve a undici metri dal campo. Tribune distanti soli 16 metri dalla linea bianca del fallo laterale. Una capienza da 29.750 posti. Costo inferiore ai 10 milioni di euro. Questo il nuovo stadio Euganeo per il Partito Democratico. I dem padovani scendono in campo presentando un’alternativa reale a quella che sta portando avanti il sindaco Massimo Bitonci. A quel Plebiscito che sta raccogliendo consensi tra gli ultras, ma che nel frattempo registra invece migliaia di dissensi, raccolte firme, cortei, lenzuolate e fiaccolate, tra i cittadini. Nei mesi scorsi il gruppo urbanistico del Pd, gestito da Paola Lincetto e Giovanni Bettin, su disposizione dei segretari Antonio Bressa e Massimo Bettin, ha affidato a un pool di architetti e ingegneri l’incarico di realizzare un preliminare studio di fattibilità sulla ristrutturazione dell’Euganeo.

Il progetto. Gli aspetti più importanti del progetto sono proprio quelli che interessano da vicino i tifosi biancoscudati, ovvero la prossimità delle curve e delle tribune al campo, che attualmente sono troppo distanti. Dal piano presentato ieri emerge come le curve potrebbero essere avvicinate, e dagli attuali 47 metri di distanza si passerebbe ad 11. Come? Eliminando la pista d’atletica e costruendo due curve nuove. Per le tribune, invece, che oggi sono a 30 metri dai giocatori, sarebbe previsto un lavoro simile a quello svolto allo stadio “Azzurrid’Italia” di Bergamo, dove sono state allungate fino ad avvicinarle a 16 metri dalle due panchine. Curve e tribune verrebbero quindi a ridosso del campo, e sarebbero divise da quattro torri per permettere una buona visibilità a tutti gli spettatori. In stile “Marassi” diGenova.

Il campo e la capienza. Il progetto non prevede lo spostamento del campo da gioco e, secondo le stime fatti dai tecnici ingaggiati dal Pd, verrebbe a costare tra i 7,5 e i 10 milioni. La capienza dagl iattual i32.420 mila posti circa (ma agibile per circa 20mila) passerebbea 29.750. Suicosti del progetto Plebiscito invece le stime sono “pesanti”: secondo il Pd potrebbe arrivare a costare anche 12 milioni. Bitonci per ora ha acceso un mutuo per i primi 3 e ha parlato di un secondo stralcio più corposo: «Costerà almeno il doppio – ha dichiarato Giovanni Bettin – Perché 2,6 milioni per i parcheggi sono troppo pochi. Significa spendere 40 euro al metro quadro: con questa cifra si possono fare solo i parcheggi in ghiaione che la normativa vieta. Bisogna farli impermeabilizzati e i costi raddoppiano. In più, le curve costeranno almeno 2 milioni l’una e poi ci sono tutte le opere di completamento e di sicurezza. Alla fine non meno di 10 milioni.

L’alternativa. «È un’esperienza di calcio all’inglese quella del nostro progetto. E poici sarebbe la valorizzazione dell’esistente e l’economicità dell’operazione» ha aggiunto il segretario cittadino Bressa. Machipaga? «Bisogna pensare a un co-finanziamento privato, considerati tutti gli interessi commerciali che
esistono nell’area». «Ora partiamo con la fase propositiva, dimostrando la follia del Plebiscito con un progetto serio e alternativo. Se veramente Bitonci vuole amministrare come un buon padre di famiglia prenda in considerazione questa ipotesi, oppure spieghi ai padovani quali sono gli interessi che lo stanno spingendo al Plebiscito», ha chiuso il segretario provinciale Massimo Bettin.


«Perché c’è una nuova classe dirigente». Questa la risposta del segretario provinciale e consigliere comunale Massimo Bettin, alla domanda sul perché dopo aver governato per quindici degli ultimi vent’anni, fatto una campagna elettorale nel 2014 in cui l’Euganeo e il calcio non esistevano, non avessero pensato prima ad una proposta del genere: «Siamo nel 2016 e nel Partito Democratico c’è una nuova classe dirigente – la replica secca di Bettin – E questo significa che non molleremo un millimetro sulle critiche all’attuale amministrazione, ma anche che è iniziata una fase propositiva seria sui nodi cruciali della città».
E il Calcio Padova? «La nostra proposta ovviamente è a disposizione di tutti gli eventuali interlocutori» ha risposto il segretario cittadino Antonio Bressa


Fonte: Il Mattino

euganeo-plebiscito

Parcheggi, permuta al voto

Sarà l’assessore al patrimonio Stefano Grigoletto a presentare domani in consiglio comunale la delibera, già approvata dalla giunta, che autorizza la permuta di un terreno a Chiesanuova con un’area di proprietà della famiglia di Lino Barbiero che sarà utilizzata per ampliare i parcheggi del Plebiscito, in vista della sua trasformazione in stadio per il calcio. Con tutta probabilità l’operazione avrà dunque il via libera anche di Forza Italia, nonostante gli attriti delle ultime settimane e le critiche che gli azzurri avevano sollevato al progetto di nuovo stadio, in particolare per il rischio di lievitazione dei costi.
In realtà però la permuta delle aree è solo in parte legata al progetto del nuovo Plebiscito perché, come annunciato dal sindaco Bitonci, quello spazio diventerà un park scambiatore per la città. I posti verranno gestiti da Aps e verrà potenziata la linea 15 che collega il Plebiscito con il centro città e l’ospedale. La permuta con la “Società 2001 srl”, di proprietà dei Barbiero, prevede la cessione a Palazzo Moroni di un’area di 7.290 metri quadri in via del Bigolo. In cambio i privati avranno un’area di 15.847 metri quadri in via Pioveghetto, dove gestiscono un altro complesso sportivo: l’Oasi 2000. Ovviamente il valore di quest’ultima area è maggiore di quella dell’Arcella: il terreno è stato valutato dai tecnici del Comune oltre 373 mila euro. La differenza dovrà dunque essere versata dalla Società 2001, che però otterrà due agevolazioni. Da una parte lo scomputo di alcuni lavori (già effettuati) di spianatura e ripristino dell’area in via del Bigolo e valutati quasi 9 mila euro; dall’altra la possibilità di pagare in 36 rate mensili da 4.100 euro ciascuna. Il via libera definitivo all’operazione deve essere dato dal consiglio comunale. E l’argomento è all’ordine del giorno nella seduta di domani sera. Ma prima è prevista la discussione sugli equilibri di bilancio e sul documento di programmazione 2017-2019 dell’amministrazione. Argomenti su cui sarà forte la polemica dell’opposizione che potrebbe depositare centinaia di emendamenti. Per questo è molto probabile che la discussione sulle aree del Plebiscito slitti a venerdì prossimo.


Raccolte oltre mille firme. E giovedì ci sarà la fiaccolata

Hanno raccolto 1.144 firme, depositate venerdì scorso in municipio. E giovedì prossimo è in programma una fiaccolata organizzata dal comitato “Rete Arcella viva”. È forte la mobilitazione dei residenti all’Arcella e a Mortise contro il progetto di uno stadio del calcio al Plebiscito. Alla testa di questo movimento c’è un comitato nato nelle ultime settimane e già autore di diversi gesti eclatanti, tra cui una “lenzuolata” in via del Plebiscito.
«La fiaccolata è un’idea di un gruppo di residenti che vuole attirare l’attenzione attorno  al progetto di trasformare lo stadio del Plebiscito in uno stadio in grado di ospitare competizioni del Padova Calcio – è la nota del comitato – E parliamo di un progetto che prevede mille posti auto aggiuntivi. Per la realizzazione del parcheggio l’amministrazione comunale ha individuato un terreno agricolo dietro allo stadio. Per recuperare altre aree la giunta ha dato ad alcuni privati il diritto a costruire una serie di villette a schiera. Abbiamo un patrimonio da abbattere e ricostruire: ha senso occupare nuovi spazi?».

REAZIONI:

«Bitonci non ha ancora spiegato ai padovani cosa intende fare dell’Euganeo una volta trasferito il calcio al Plebiscito». La contestazione è di Paola Lincetto, che gestisce il gruppo urbanistico del Pd: «Quello stadio è costato 60 miliardi delle vecchie lire, che stiamo ancora pagando ed è anche abbastanza nuovo perché ha poco più di 20 anni, è possibile pensare di poterlo abbandonare così senza, tra l’altro, averlo mai comunicato ai cittadini durante la sua campagna elettorale, visto che nel suo programma non c’era nulla di tutto questo».


Fonte: Claudio Malfitano per Il Mattino

«È un tema che abbiamo sottovalutato per molti anni. Ben venga uno stadio più bello e più accogliente dell’Euganeo, ma senza usare i soldi dei padovani e non al Plebiscito». C’è molto di Andrea Micalizzi nella battaglia contro il progetto di adattare al calcio lo stadio dell’Arcella. Una posizione che necessita però anche di “autocritica”. Oggi si parla di un nuovo stadio ma per anni la precedente amministrazione non ha fatto nulla. Perché? «La giunta precedente ha sottovalutato il tema, non ha avuto un approccio moderno e alla fine non se ne è occupata. Ma ora Bitonci sta facendo un disastro a spese dei cittadini. Il suo è un progetto assurdo che danneggia la città». Dacosa nasce la mobilitazione dei residenti? «Incontro molti padovani arrabbiati per questo spreco enorme. I soldi dei cittadini vanno spesi per i cittadini e non per fare stadi. Propongo che questi primi tre milioni vengano dati subito ai padovani bisognosi».  Lei ha un ruolo nel comitato “NoPlebiscito”? «È un comitato numeroso e trasversale che deve rimanere civico. Tra loro ci sono elettori ed ex sostenitori di Bitonci. Il mio ruolo è stato quello di dare loro le carte, gli atti e le delibere. Ho fatto quello che avrebbe dovuto fare il sindaco: informare i cittadini. Io credo che debbano essere ascoltati». Che stadio nuovo sogna? «Come a Udine e Reggio Emilia: stadi bellissimi e funzionali realizzati con finanziamenti privati e dalle società sportive. Sia il Calcio Padova a proporre un progetto». E se la società invece sostenesse il Plebiscito? «Il Plebiscito è il posto più sbagliato: uno stadio lì porterebbe problemi e traffico nei quartieri residenziali di Mortise, Arcella e Stanga.Chesenso ha?». E dove allora? «C’è un progetto di ristrutturazione dell’Euganeo con servizi per sportivi e tifosi. È il posto migliore, lontano dalle case e servito dalla tangenziale».


Il progetto del restyling dello stadio Euganeo presentata dal Pd padovano non è piaciuto all’ex sindaco Flavio Zanonato che ha bacchettato a muso duro i suoi attraverso Facebook. Un post che ha provocato una replica dei consiglieri comunali (ma anche ex consiglieri) del suo stesso partito che hanno replicato ad una sola voce, di fatto tirando una riga tra il loro pensiero e quello di Zanonato, solco che potrebbe anche causare conseguenze nel partito a livello cittadino. «Non si fa un pony accorciando le gambe a un cavallo», scrive l’europarlamentare su Fb, «qualcuno (gli altri esponenti dem, ndr) vorrebbe riproporre una vecchia e sbagliata idea sull’Euganeo, ovvero spostare il campo di gioco verso una tribuna distruggendo la pista di atletica e costruire sull’altro lato una nuova tribuna. Purtroppo questa vecchia idea che dovrebbe contrapporsi alla trasformazione dello stadio di rugby in stadio di calcio è sbagliata come l’altra e finirà col favorire proprio il Bitonci, che si dice di voler mettere in difficoltà. Il perché è presto detto: con questa proposta si assume il punto di vista per cui l’Euganeo non va bene per il gioco del calcio, che si possono spendere ancora denari per accontentare tifosi e soprattutto ultras per un impianto nuovo o rifatto. Alla faccia delle priorità sociali e culturali dei padovani». Zanonato, poi, ricorda i più di 50 milioni di euro spesi per l’Euganeo, la pista d’atletica più grande del Veneto e la capacità per i grandi spettacoli fino a 50 mila persone. Quindi l’affondo: «Ora qualcuno, non capisco per compiacere chi, proporrebbe di ridimensionare l’Euganeo con un operazione “Frankenstein” facendolo diventare un campo per il solo calcio, spendendo altri soldi e buttando via un grande patrimonio. Alla faccia delle priorità sociali, delle manutenzioni, delle cose che veramente sono indispensabili per Padova. Dico subito che non sono d’accordo». Il Pd cittadino – Antonio Bressa, Massimo Bettin, Umberto Zampieri, Andrea Micalizzi, Enrico Beda, Paola Lincetto, Giovanni Bettin – rispondono, spiegano, specificano, ma stando bene attenti a non rispondere all’attacco di Zanonato: contenti d’aver aperto un dibattito; convinti che la scelta di Bitonci sia uno spreco e un danno ai quartieri coinvolti; decisi che le risorse dovrebbero essere impiegate per il sociale: «la nostra proposta», scandiscono, «è rivolta al Calcio Padova e a chi può farsi carico dell’investimento liberando risorse pubbliche, non su soldi pubblici come pensa Bitonci. Il campo da gioco resterebbe dov’è e il rimodellamento della forma attuale dello stadio si otterrebbe per stralci e con il riutilizzo di parte dei materiali già in uso. Ben vengano anche altre soluzioni nell’idea che solo un gioco a rialzo per il bene della città e il risparmio di risorse pubbliche possa salvarci dalla scelta assurda a cui Bitonci sta dando seguito a spese dei cittadini».