Fonte: Francesco Cocchiglia per Il Mattino


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Davide Mazzocco, 20 anni, centrocampista biancoscudato, senza la caduta del Biancoscudo in Serie D probabilmente non avrebbe mai potuto misurarsi con la piazza padovana. E senza il fallimento del Parma, nel quale era cresciuto dopo aver spiccato il volo da Montebelluna, chissà se ci sarebbe rimasto fino ad oggi. «Non me lo sono mai chiesto», confessa, «ma se il Parma non fosse fallito, forse oggi non sarei qui. Non ne avremo mai la controprova, ma dopo tutto quello che è successo, posso solo dire di essere contento di essere ancora a Padova. Andare a giocare nello stadio in cui passavo le domeniche mentre giocavo nella Primavera dei crociati, comunque, sarà un’emozione particolare». Tra il 2012 e il 2014 Mazzocco osserva il Parma di Donadoni salvarsi e poi arrivare in Europa, dalla quale verrà poi escluso per la mancata concessione della licenza Uefa. «Ma ogni volta che andavo al Tardini pensavo, tra me e me, che magari un giorno anch’io avrei potuto giocare in quello stadio. Sognavo di farlo con la maglia del Parma, e invece ci arriverò con quella del Padova: le nostre strade si sono divise, ma anche se da avversario sarò contento lo stesso di tornare».

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Chiamarlo “ritorno a casa”, insomma, potrebbe essere eccessivo. Ma la tappa in Emilia per Davide è stata fondamentale: «Mi ha fatto crescere, come uomo e come giocatore. Ringrazierò per sempre Parma per ciò che mi ha dato, ma sabato torno lì con la maglia del Padova, la prima squadra che mi ha dato fiducia tra i “grandi”, e arriverò per giocarmela a viso aperto insieme ai miei compagni». Già, perché al netto dei ricordi c’è una partita da giocare, e non è di quelle “leggere”. «Ce la giocheremo, perché sappiamo di avere le potenzialità e le possibilità per mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Il Parma è forte, ma lo siamo anche noi: al Tardini loro hanno sempre il vantaggio del pubblico, ma il Padova se la giocherà».