Fonte: Gazzetta dello Sport
E’ l’unico superstite della cavalcata dalla serie D alla B. Davide Mazzocco, 186 centimetri di riservatezza e concretezza, ha saputo guadagnarsi il suo spazio anche quest’anno. Centrocampista di sostanza, 23 anni a ottobre: “Mi sento legato in maniera viscerale a questa maglia – spiega, intervistato da La Gazzetta dello Sport – Padova è come una seconda casa”. Lo aveva detto dopo l’ultima promozione, quella dalla C alla B. I due gol segnati finora, a Foggia e ad Ascoli, hanno sigillato la sensazione iniziale, ovvero che Davide possa starci in questa categoria. E per questo motivo la questione del contratto in scadenza il prossimo giugno dovrà essere affrontata.
Davide arriva da Quero Vas, 70 chilometri a Nord di Padova, una distanza semplice da coprire se si intende abbracciare spesso la famiglia. Papà Gianantonio, ex maresciallo degli Alpini, mamma Claudia e i fratelli Mirco ed Emanuele. Davide sta in mezzo ai due: il primo ha lasciato perdere con il calcio dopo aver giocato nella juniores del Belluno, il secondo invece è alle prese con la stessa categoria del Feltre (la prima squadra è in Serie D) nelle vesti di difensore centrale. Bisogna essere giustamente saggi e freddi e non appiccicare la pressione al piccolo di famiglia.
Ha iniziato con il pallone a Pederobba, paese poco distante da Quero che si raggiunge costeggiando il Piave in direzione Treviso. Lì, con la SP Calcio ha tirato i primi calci. In maniera interessante evidentemente, visto che il Treviso lo chiama per un provino e lo prende. È la versione della società che raggiungerà la A, quindi il settore giovanile vive su parametri elevati. Purtroppo il giocattolo si rompe e il Treviso fallisce. Ed è il primo, non l’ultimo per Mazzocco: segnatevelo. Il Cittadella rileva il cartellino del centrocampista, ma il matrimonio implode.
L’esperienza dura un anno e Davide si accasa al Montebelluna, club di riferimento per tutto il Veneto vista la qualità del settore giovanile. Ecco, le cose migliorano così tanto che talvolta il tecnico lo fa giocare in prima squadra, in D, più giovane dei giovani che devono giocare per regolamento. Il Parma allunga il collo fino a Montebelluna, lo osserva, si convince e lo porta in Emilia. Due anni tra Allievi e Primavera, poi ecco il secondo fallimento vissuto da Davide. Il Parma fallisce e lui torna di nuovo libero. È il Padova a farsi avanti per cogliere l’occasione.
Poi il Padova in D: 31 presenze e 3 gol. Il primo anno in C, 25 presenze in campionato, quasi un’ora di media in campo. Ci siamo. L’anno dopo il Padova gli aumenta il chilometraggio portandolo a 35 presenze in campionato aggiungendoci un gol (a Parma contro la sua ex squadra), meno minuti ma più sostanza. E poi l’anno scorso, la vittoria del campionato, solo 10 presenze e un gol pesante al Pordenone. Mezz’ala di sostanza dicevamo, oltre 100 presenze con il Padova, lui che da milanista indiscusso ha in Rino Gattuso l’idolo per distacco. In comune la zona di caccia sul campo, per il resto Davide deve ancora farne di strada. Non per forza lungo il Piave…