Estratto da fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


Nelle gerarchie magari non sempre sembra partire in pole position, eppure quando viene chiamato in causa sa perfettamente come farsi apprezzare. Davide Mazzocco l’ha dimostrato anche sabato al Del Duca firmando il terzo sigillo che si è rivelato decisivo per tornare alla vittoria dopo un lungo digiuno che durava dalla seconda giornata (1-0 al Venezia) e che ha consentito di bagnare al meglio il debutto in panchina di Foscarini. «Venivamo da un periodo turbolento e dovevamo dare una risposta importante. Abbiamo giocato la nostra partita su un campo difficile, lottando su tutti i palloni, soffrendo quando c’era da soffrire, ma siamo stati anche bravi a continuare ad attaccare costruendo molte azioni pericolose, compresa quella del mio gol. È stata una bella azione partita dal basso con Cappelletti che ha dato la palla a Della Rocca, Bonazzoli è venuto a prendersela favorendo poi la corsa di Broh che l’ha messa in mezzo e io ci ho creduto, anche perchè una delle mie caratteristiche migliori è la capacità nell’inserimento». […]

«È stata senz’altro la settimana più difficile, con problematiche nelle quali non vorrei entrare. Con il Cittadella avevamo disputato anche una buona gara, se avessimo vinto non ci sarebbe stato alcunché da dire. Non mi aspettavo tutto quello che è successo dopo fuori dal campo, e la società ha preso provvedimenti. Dopo ciò che è accaduto, era inevitabile che qualcosa cambiasse. In cinque anni al Padova non mi era mai capitato di vedere certe cose». Quindi aggiunge: «Quando c’è un cambio di allenatore, sappiamo che qualcosa non funziona. Non sono momenti belli, e a volte magari serve dare una scossa. Il nuovo allenatore, per quello che ha potuto in pochi giorni, ci ha dato alcune indicazioni, ossia fare le cose semplici e tenere l’atteggiamento giusto per non dovere recriminare su niente una volta usciti dal campo. E l’abbiamo fatto». Si può dire che da Ascoli è iniziato un nuovo campionato per il Padova? «Senza dubbio, è stata una vittoria importante dalla quale dobbiamo ripartire in vista dei prossimi impegni mantenendo questo spirito e questa determinazione per portare a casa risultati a tutti i costi». […]


Estratto da fonte: Stefano Volpe per IL MATTINO


L’uomo che meno ti aspetti è quello che ha sempre risposto presente quando serviva. Con l’umiltà e la discrezione che lo contraddistinguono. Anche perché Davide Mazzocco ne avrebbe di motivi per “tirarsela”. Quanti giocatori hanno conquistato due promozioni con la maglia biancoscudata? Pochi. Quanti hanno segnato in tre categorie diverse con il Padova? Pochissimi. E Mazzocco, a 23 anni, sta aggiornando sempre più il libro dei record di questa società: «Per me è un onore, veramente», sorride il centrocampista nativo di Quero. «Sono cresciuto, passo dopo passo, al fianco di questa società quando è ripartita da zero e sono legatissimo a questa maglia per la quale darò sempre tutto». Non è un rapporto come tutti gli altri e si vede anche da quanto abbia sofferto le ultime settimane tribolate, contraddistinte dalla crisi di risultati e dall’esonero di mister Bisoli. «Da quando sono arrivato qui non avevo mai vissuto una situazione del genere, l’esonero di Parlato fu un po’ diverso. Qui si era creata un’aria pesante, avevamo bisogno di una svolta, non potevamo più andare avanti così e fortunatamente la scossa è stata positiva». Alla prima partita di Foscarini, Mazzocco ha guadagnato la maglia da titolare, ripagando l’allenatore con una prestazione di grande livello, contraddistinta dall’assist per il Bonazzoli e dal gol (il suo secondo in stagione) del momentaneo 3-1. «Sono molto felice, soprattutto per la squadra. Il momento era delicato e oltre alla vittoria abbiamo sfoderato una prestazione notevole. Non abbiamo mai mollato, abbiamo saputo soffrire e allo stesso tempo attaccare molto. Questa vittoria dà morale e serenità, rappresentando un punto di ripartenza. Ma guai a credere che sia tutto risolto, dobbiamo dare ancora di più». Foscarini ha schierato Mazzocco nel ruolo a lui più congeniale, quello di mezzala: «La posizione dove mi trovo meglio. Il mister ci ha chiesto di giocare semplice, ma soprattutto di non rimproverarci l’uno con l’altro in caso di errore, ma di aiutarci e incoraggiarci sempre».

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