Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO DI PADOVA


Due partite, due vittorie. Che Bepi Pillon potesse partire con il piede giusto l’avevano sperato in tanti, primi fra tutti i dirigenti che l’hanno scelto per guidare il Padova dopo il doloroso divorzio da Carmine Parlato. Ma che tra Albinoleffe e Giana Erminio potesse raccogliere sei punti su sei, nessuno l’avrebbe mai preteso. Il tecnico trevigiano è partito a razzo e domenica, alle 14, all’Euganeo arriva il Bassano per l’ultima gara dell’anno solare: l’ostacolo che lo separa dall’eguagliare il record di Carlo Sabatini. Numeri da primato. Subentrare in corsa ad un allenatore non è mai facile, e a Padova, negli ultimi vent’anni, dall’addio alla Serie A, se ne sono avuti svariati esempi: addirittura 16 i subentri, compreso quello di due settimane fa. Tra coloro che sono saliti in corsa sulla panchina biancoscudata – e sono esclusi, quindi, quelli che hanno iniziato la stagione – nessuno è partito forte come Sabatini. L’allenatore perugino, nel marzo 2008, prese il posto dell’esonerato Ezio Rossi e cominciò la sua prima esperienza con un filotto sin qui ineguagliato: all’esordio sconfisse 1-0 il Sassuolo, quindi vinse 3-0 con il Verona al Bentegodi e 2-1 con la Pro Patria all’Euganeo.

Oltre che recordman di punti, Sabatini è anche recordman di subentri, visto che nel giro di tre stagioni per altre due volte ha riconquistato la panchina biancoscudata: l’anno successivo, culminato con la promozione a Busto Arsizio, rilevò Tesser e fece sei punti nelle prime tre gare; quello dopo ancora, sostituendo Di Costanzo in Serie B, ne portò a casa solo due. Negli ultimi vent’anni, insomma, non c’è stato chi abbia fatto meglio, con tre vittorie in altrettante gare. Pillon ora può riuscirci se batte i giallorossi di Sottili, una sfida nella sfida che arricchisce di fascino il primo derby di campionato tra Padova e Bassano della storia del calcio. Gli altri subentrati. Con i sei punti conquistati finora, Pillon ha già comunque eguagliato un bottino da medaglia d’argento. Dopo Sabatini, infatti, con sei punti conquistati da subentrante nelle prime tre gare c’è, paradossalmente, Bortolo Mutti, uno dei tecnici meno amati dalla piazza. Il quale, chiamato da Penocchio, rilevò Marcolin vincendo con Varese e Juve Stabia, e perdendo nel mezzo a Cittadella.

A quota 5 punti, e quindi già alle spalle di Pillon, si trova invece Alessandro Dal Canto, chiamato da Cestaro a sostituire Calori: esordì con una vittoria a Pescara, quindi ottenne due pareggi contro Atalanta ed Empoli. Un inizio non certo perfetto, che diede però il via ad una cavalcata arrestatasi solo in finale playoff con il Novara: il suo grande merito non fu evidentemente la partenza, ma le successive vittorie contro Portogruaro, Vicenza, Ascoli, Sassuolo, Livorno e Torino che portarono i biancoscudati agli spareggi per la Serie A. I peggiori. Da quota 4 in giù ci sono i tanti allenatori che qualche difficoltà l’hanno incontrata, quando si sono dovuti misurare con il Padova a campionato in corso. I punti sono quelli che conquistò in tre gare Mario Colautti, guarda caso proprio colui che divenne allenatore dopo l’esonero di Bepi Pillon: a distanza di 17 anni, il nuovo tecnico biancoscudato la sua piccola rivincita personale se l’è già presa. Sorprendentemente, a chiudere questa particolare graduatoria ci sono i mister più quotati, da Renzo Ulivieri, ultimo con 1 solo punto dopo aver sostituito Glerean, a Serena, Mandorlini e Tesser.