Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO DI PADOVA


Il derby si avvicina. E il Padova, trascinato dall’entusiasmo delle due vittorie ottenute dopo l’avvicendamento in panchina tra Carmine Parlato e Bepi Pillon, pare non attendere altro che scendere in campo. Un po’ per dimostrare ai propri tifosi di potersela giocare davvero, ma forse anche per dimostrarlo a se stesso. Contro una delle “corazzate” del girone A, il Bassano Virtus, il tecnico trevigiano non potrà contare su Matteo Dionisi, squalificato, ma ha dalla sua la ritrovata verve di una retroguardia che nelle ultime due gare – fatta eccezione per quel gol evitabile, ma per fortuna ininfluente, di Sasà Bruno a Gorgonzola – ha ritrovato la compattezza che aveva dimostrato solo nelle primissime giornate di campionato. Per farla girare a dovere il nuovo tecnico ha messo tra le mani di Marcus Diniz le chiavi dell’intero reparto, aggiungendoci quei dettagli tattici che sinora hanno fatto la differenza. «Mister Pillon ha portato alla difesa una mentalità nuova, diversa», spiega il centrale brasiliano, giunto l’estate scorsa dal Lecce.

«Con noi difensori ha lavorato molto in queste due settimane, e la prima cosa che ha voluto fare è stata quella di trasmetterci due concetti semplici, ma che hanno cambiato il nostro modo di difendere: stare in linea, e stare più alti. Pillon è un tecnico esperto, la sua carriera la conosciamo tutti. E infatti questi concetti non li vedevo dagli anni in cui ero in Serie A». Che cosa vi chiede, adesso? «Di stare più in linea, di salire molto di più, di tenere più corta la squadra. Sono concetti difensivi molto diversi da quelli che utilizzavamo con mister Parlato, che pure era stato bravo finchè è stato l’allenatore del Padova. Ma Pillon ha quel pizzico di esperienza in più che, secondo me, mancava». In concreto, che benefici porta questo nuovo modo di difendere? «Stare alti significa acquisire coraggio: in questo modo noi difensori non solo ci ritroviamo più vicini ai centrocampisti e agli attaccanti, e quindi quando recuperiamo palla siamo pronti ad andare subito verso la porta avversaria, ma abbiamo perso anche quel leggero timore che avevamo in precedenza. Giochiamo più di squadra, ci muoviamo tutti insieme, e ci sono giocatori che con questo modulo stanno rendendo davvero al meglio».

Il miglior modo per affrontare il Bassano, insomma. «Questo probabilmente è il nostro momento migliore dall’inizio della stagione, sicuramente il più sereno. Due vittorie consecutive le avevamo già fatte, ma era l’inizio di campionato (contro Pro Piacenza e Lumezzane, ndr) ed erano due sfide casalinghe, ora non è la stessa cosa. Siamo contenti, perché finalmente riusciamo ad esprimere il nostro gioco». Che derby sarà, quello di domenica? «Una partita difficile, il Bassano gioca bene già dall’anno scorso, è un gruppo consolidato, nel quale molti elementi si conoscono da tempo. Una squadra forte, ma noi sappiamo qual è la nostra forza: domenica c’è l’ultima gara dell’anno, siamo in casa, vogliamo andare in vacanza sereni; per tutti questi motivi i tre punti per noi sono fondamentali».