Fonte: Pierpaolo Spettoli per GAZZETTINO


Presidente Bergamin, come ha festeggiato il passaggio dal vecchio al nuovo anno?

«In famiglia con figli e nipoti, ed essendo tutti calciofili è stato automatico parlare del Padova. Ci auguriamo che dalla prossima partita inizi un altro campionato che è nelle nostre possibilità, anche se finora non abbiamo fatto male pur incontrando alcune difficoltà. Non dico che dovremo andare in discesa, ma tenere un passo differente».

Con l’arrivo di Pillon sono stati fatti 7 punti in tre gare, una media incoraggiante.

«Fare una media punti su tre partite non ha senso, bisogna aspettare almeno sette-otto gare per farla diventare credibile».

Che augurio si sente di rivolgere ai tifosi per il 2016?

«Loro si aspettano sempre qualcosa, e sono felici quando arriva. Devono comunque essere contenti di come stanno andando le cose, da parte nostra c’è la volontà di continuare a crescere e a fare bene. Naturalmente ottenere risultati immediati sarebbe la cosa più bella e gratificante, però bisogna avere pazienza e fare un passo alla volta. La squadra avrà modo di essere superiore qualitativamente a quella di adesso, ma – ripeto – serve pazienza. Quindi mi auguro che sia mantenuta questa serenità e che sia accettato ciò che viene, sapendo che come società ci stiamo mettendo il massimo impegno. Ci saranno ancora note positive, magari anche qualcuna negativa, ma non ci si deve abbattere e i tifosi devono seguirci».

Dalle sue parole sembra di capire che questo venga considerato un anno di transizione.

«Preferisco parlare di anno di assestamento dal punto di vista societario e sportivo. Un gettare le basi per la prossima stagione».

Quale è il suo ricordo più bello del 2015?

«Sarebbe troppo facile, e forse anche banale, dire la conquista del campionato a Legnago al termine di una grande progressione, ma ci sono state altre partite nelle quali abbiamo fatto anche meglio ottenendo il risultato e facendo divertire la gente. Mi viene in mente la vittoria sofferta con il Belluno davanti a un grande pubblico, questo è sicuramente un ricordo bello che ho».

A proposito di tifosi, pensate a una eventuale riapertura della campagna abbonamenti?

«Penso di no, se il pubblico ci vuole seguire non è necessario fare l’abbonamento. I tifosi sono sempre stimolati dai risultati, e mi auguro che i nostri consentano un’affluenza superiore».

Tra l’altro, pur facendo registrare una flessione rispetto alla stagione di serie D, quest’anno nel girone A Padova è al secondo posto nella speciale classifica sull’affluenza allo stadio.

«D’accordo, ma si può fare ancora meglio».

Tornando all’anno che ci siamo lasciati alle spalle, il momento più difficile è stato quello del dopo gara a Pavia con il caso della sostituzione di Amirante e la successiva tensione che si è creata in seno al club?

«È stato un errore, a mio giudizio non grave, che può succedere ed è stato un po’ troppo enfatizzato. Nelle varie situazioni bisogna sapere prendere il lato positivo, e quindi è stata un’occasione di confronto tra noi che ha reso ancora più forte il nostro gruppo».

Sabato ricomincia il campionato e c’è subito una trasferta tosta con l’Alessandria.

«Sulla carta sembra essere una gara con il risultato già scritto, ma se facciamo il nostro gioco daremo filo da torcere indipendentemente dall’avversario. Il Padova delle ultime tre partite sotto la guida di Pillon mi è piaciuto, si è vista una squadra disposta bene in campo e alcuni meccanismi vanno messi a regime. Dobbiamo trovare un rendimento costante sul piano dell’intensità e della concentrazione».

Oggi si apre il mercato invernale. Le voci che riguardano qualche biancoscudato potrebbero disturbare lo spogliatoio?

«Non credo. I giocatori sanno quello che hanno dato e quello che non hanno dato finora, ed essere messi in discussione fa parte di questo sport»

Arriverà qualche rinforzo?

«Sì, fermo restando che è necessario mantenere un equilibrio anche sul piano economico».