Fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


«Non sono una persona abituata a subire, non mi è mai capitato. Forse il mio modo di essere può dare questo tipo di sensazione, ma le assicuro che nemmeno io sono farina da fare ostie». A parlare è il presidente Giuseppe Bergamin, che negli ultimi giorni è stato fatto oggetto di attacchi da una parte dell’informazione. In particolare, al presidente è stata mossa l’accusa di non avere tenuto la schiena dritta a fronte di quella che sarebbe stata una decisione dell’amministratore delegato Roberto Bonetto e del figlio Edoardo riguardo all’interruzione del rapporto con Fabrizio De Poli, ancora sotto contratto per un’altra stagione. Ricostruzione dei fatti che non ci appartiene perchè in realtà l’addio all’ormai ex direttore sportivo è stato l’esito di una valutazione condivisa in seno alla società, come ribadisce lo stesso Bergamin: «Lo abbiamo anche già detto venerdì nel comunicato stampa della società. Quando si prendono decisioni di questo tipo, non ci deve essere contrapposizione o qualcosa di simile. Si guardano le cose con l’obiettivo di dare equilibrio e prospettive al Padova. Come me lo immagino? Dipende dalle scelte che andremo a compiere, ma gli obiettivi sono chiari da tempo e stiamo cercando i mezzi per raggiungerli. La nostra ambizione è quella di migliorarsi».

Torniamo a De Poli. Ha avuto modo di sentirlo dopo l’ufficializzazione del divorzio? «Certo, sono passati solo pochi giorni. Personalmente non ho alcun tipo di problema con lui, i nostri rapporti sono ottimi. Quando le decisioni vengono prese tenendo conto di questi presupposti, non ci sono difficoltà». Venerdì a caldo il diesse aveva dichiarato di essere molto dispiaciuto per questo epilogo, sentendo anche come proprio il Padova dato che ha contribuito a costruirlo in questi due anni. «Ci siamo rimasti male un po’ tutti perché quando non si condividono le cose, si vorrebbe trovare una soluzione che va bene per tutti. Poi ovviamente noi siamo la società e dobbiamo prendere delle decisioni. Però non è che abbiamo licenziato De Poli, abbiamo discusso esponendo i nostri punti di vista. E quando non si trovano i presupposti, se ne prende atto da entrambe le parti. Ma i rapporti rimangono positivi».

Il successore, come noto, è già stato individuato in Giorgio Zamuner, anche se il presidente ci va ancora con i piedi di piombo (non cita mai il suo nome) in attesa dell’ufficialità dato che il nuovo direttore è attualmente legato al Pordenone che è impegnato nei play off. «Non abbiamo ancora definito con colui che può essere la persona indicata. Bisogna trovare le condizioni giuste, per prudenza direi di aspettare un attimino. È solo questione di qualche giorno, e poi dovremo avere l’ufficialità». Oltre a definire la questione Zamuner, in settimana è atteso anche il faccia a faccia con Bepi Pillon: quante possibilità ha di rimanere? «A me piace. È un bravo allenatore, sa motivare la squadra e ha esperienza. Merita che gli venga riconosciuto il lavoro che ha fatto. Poi dipende da tante cose, e ci vuole anche la volontà reciproca».