Filmati suggestivi nel convegno organizzato al Centro culturale San Gaetano di Padova

DA DORANDO PIETRI A RIO 2016, AL PANATHLON

LE EMOZIONI DELLO SPORT ATTRAVERSO LE IMMAGINI

Premiati Memo Geremia (alla memoria), Calcio Padova e Coni Veneto. Il professor Zanovello: «Hanno dato lustro allo sport secondo gli ideali da noi propugnati»

 


(Padova 24.03.17) I successi olimpici e paralimpici di Rio 2016, nel video “The best of Rio”. Ma anche la toccante staffetta tra militari americani, afghani, palestinesi e israeliani che denota spirito di pace tra i popoli (“Peace through Sport”), i primi passi del cinema e delle Olimpiadi moderne, le immagini che ritraevano leggende dello sport come Dorando Pietri e Primo Carnera, il famoso scambio della borraccia tra Bartali e Coppi (fu Gino a cederla a Fausto) e gli aspetti che meglio caratterizzano i Giochi a cinque cerchi: il dolore, la paura, il desiderio, la gioia di vincere e il gusto amaro della sconfitta. Sono solo alcuni dei filmati proiettati nell’Auditorium del Centro culturale cittadino “S. Gaetano” nel corso del convegno “Le emozioni dello sport attraverso le immagini”, organizzato dal Panathlon in collaborazione con la FICTS (Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs) e il patrocinio del Comune di Padova.

«Quest’anno abbiamo pensato di stravolgere un po’ la tradizione dei convegni a tavolino, promuovendo la cultura e l’etica sportiva – in base al mandato ufficiale affidatoci dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO) – attraverso le suggestive ed emozionanti immagini offerte dalla Federazione Internazionale del Cinema e della Televisione Sportiva (FICTS), commentate in diretta dal suo vulcanico Presidente, il professor Franco Ascani, componente della Commissione “Cultura e Patrimonio Olimpico” del CIO» ha sottolineato il professor Renato Zanovello, Presidente emerito del Panathlon Padova, aprendo l’incontro.

Lo stesso Ascani – a nome dei 116 Paesi affiliati alla Federazione – ha consegnato la “FICTS Guirlande d’Honneur”, la più alta onorificenza della FICTS “per aver svolto una significativa e prestigiosa azione di promozione dei valori culturali ed etici dello sport e dell’Olimpismo” a: Guglielmo (Memo) Geremia (alla memoria), giocatore azzurro di rugby e Presidente del grande “Petrarca Padova”, al Calcio Padova, prima Società professionistica italiana di calcio a sottoscrivere la “Dichiarazione sull’etica nello sport giovanile”, varata dal Panathlon International e approvata dai massimi Organismi mondiali (ONU, UNESCO, FIFA), e al CONI Veneto (presente a Rio 2016 con 33 atleti, il 10% della squadra azzurra) “per la vittoria del Movimento sportivo regionale veneto nella Miniolimpiade giovanile svoltasi nel settembre 2016”.

Il riconoscimento a Geremia è stato ritirato dalla moglie Fernanda e dal figlio Giampietro, che hanno ricordato sul palco le significative parole di “Memo”: «Si può perdere in campo, non nella vita», summa della filosofia del rugby e dello sport in generale. Il presidente del Calcio Padova Giuseppe Bergamin, accompagnato dai giocatori biancoscudati Yusupha Bobb, Alberto Boniotti e Davide Monteleone ha precisato come «l’onorificenza sia da condividere con chi ci ha sostenuto in questi tre anni, sperando che il futuro possa riservarci traguardi importanti». Il presidente del Coni Veneto Gianfranco Bardelle ha rimarcato come «il riconoscimento vada in realtà destinato alle 10 mila società sportive della regione e agli oltre 100 mila volontari che lavorano per lo sport, perché investire nello sport significa investire nella salute».

«Abbiamo voluto onorare tre realtà sportive territoriali (individuate tra le numerose degne di encomio) che hanno dato lustro allo sport non solo padovano, riflettendosi in ambito regionale e nazionale, secondo gli ideali propugnati dal Panathlon» ha affermato Zanovello, affiancato da Massimo Cavalca, presidente del Panathlon Club di Padova. «Con l’occasione, grazie all’acclarata massima apertura più volte dimostrata dai vertici dell’Università degli studi di Padova, auspico che si concretizzi presto un mio “sogno”, che consiste nell’assegnare una laurea Honoris Causa a un personaggio dello sport che ovviamente ne sia degno, perché lo sport è anche fenomeno etico-culturale, non solo divertimento e sano agonismo fine a se stesso».