Fonte: Francesco Cocchiglia per  IL MATTINO DI PADOVA


Avrà trascorso una vacanza di certo rilassante. Ma la testa, c’è da giurarci, almeno qualche volta l’avrà portato a controllare il telefono cellulare, alla ricerca di chiamate che, contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, non sono mai arrivate. Matteo Dionisi, rientrato proprio nelle ultime ore dalle vacanze trascorse insieme alla fidanzata e alla famiglia del fratello Federico, attende di sapere cosa sarà del suo futuro. Avendo un altro anno di contratto, dovrebbe essere certo di far parte anche nella prossima stagione della rosa del Padova, e invece non è affatto scontato che ciò avvenga. E nessuno, né il nuovo direttore generale Giorgio Zamuner né il tecnico Oscar Brevi, l’ha ancora chiamato per parlare di programmi. «Io non ho sentito nessuno», confessa Dionisi, «e quindi non so ancora niente. Sinceramente, per questo, non saprei cosa dire: rimango in attesa, aspetto di sapere che cosa decideranno su di me. Nemmeno il mio procuratore è stato contattato: so che dei miei compagni qualcuno è già stato chiamato, ma per discutere dei rinnovi di contratti in scadenza. Forse, avendo ancora un anno, è per questo che non mi è ancora giunta alcuna telefonata».

Ha mai avuto modo di conoscere Zamuner prima d’ora? «No. Ne ho sempre sentito parlare nell’ambiente, prima come procuratore e negli ultimi tempi come direttore sportivo, ma non mi è ancora capitato di incontrarlo». Teme di dover salutare la piazza, arrivati a questo punto? «Il timore c’è sempre, per ogni calciatore ogni estate è una sorta di limbo tra passato e futuro. Di certo mi dispiacerebbe molto se, nonostante un altro anno di contratto, tutto si concludesse qui. A Padova ho vissuto due stagioni bellissime, ho conquistato una promozione al primo anno e nell’ultima stagione, insieme ai compagni, siamo arrivati ad un passo da un grandissimo obiettivo». Pensa di poter essere ancora utile alla causa biancoscudata? «Diciamo che il mio contributo credo di averlo dato e, avendo ancora un anno di contratto, ripeto, spero di poter continuare a vestire questa maglia. Se sarà il caso, però, mi metterò alla ricerca di una soluzione diversa».

In ogni caso, senza Niccolini e con Cunico fuori dal campo, dei veterani della Serie D rimarreste davvero in pochi… «Il calcio è anche questo. Purtroppo ancora sotto contratto siamo in pochi: io, Petkovic, poi Mazzocco, Ilari e Petrilli. Mi spiace per tutti quelli che non sono rimasti qui, due anni fa si era costruito un gruppo formidabile, ma cambiando le stagioni, e alzando l’asticella degli obiettivi, è normale che anche la rosa possa essere rivista. Anche tra i giocatori dell’ultima stagione, mi pare di capire, molti prenderanno altre strade». Ha la sensazione che a Padova si stia aprendo un nuovo ciclo? «Non direi che la situazione sia cambiata così tanto. È vero, quando se ne vanno un allenatore e un direttore sportivo, e nello stesso momento arrivano due persone a rilevarne i ruoli, il cambio è importante e si sente. Ma ciò non significa, secondo me, voltare pagina del tutto: spero che le decisioni della società ci portino a migliorare ancora quanto di buono fatto in questi due anni».