Fonte: Andrea Miola per IL GAZZETTINO


«Un derby non va giocato, va vinto. Sto già pensando alla sfida con il Cittadella, sappiamo che affronteremo una squadra forte prima in classifica non per caso, ma saremo davanti al nostro pubblico e spero di arrivare all’appuntamento nelle migliori condizioni». (…) Marcus Diniz lancia già il guanto di sfida ai granata, e lo fa ulteriormente rinfrancato dal buon pareggio conquistato a Bolzano dal Padova, in serie positiva da dieci turni e protagonista di un momento di ottima forma in cui si è già fatto valere con le avversarie di vertice. «Siamo soddisfatti – esordisce il centrale difensivo brasiliano – per la partita con il Sudtirol. Con un po’ di fortuna potevamo anche portare a casa i tre punti, ma va comunque bene così dato che per noi questa era una prova difficile, in un campo brutto e di fronte a un avversario che sa giocare. Portiamo quindi a casa volentieri questo pareggio». Anche perché nella mente dei tifosi era ancora vivo il ricordo della gara persa malamente in casa all’andata. «Quella è stata una brutta partita, ma si tratta di una cosa passata, meglio non pensarci più. Ora siamo una squadra più quadrata e tosta e quindi anche per loro non era facile affrontare questo Padova».

E agli avanti altoatesini è stato concesso ben poco. «Siamo stati belli compatti, corti, attenti e bravi a non farli ripartire e a non concedere loro spazi, tanto che hanno avuto solo due sole occasioni su palla da fermo». Le note più liete, così, arrivano proprio dal pacchetto arretrato, con una difesa in tempi recenti chiusa a doppia mandata: porta inviolata nelle ultime tre partite, un solo gol al passivo (con il Pro Piacenza) nelle ultime cinque e quattro nelle nove gare sotto la gestione Pillon. In questo lasso di tempo solo la Reggiana (tre) ha fatto meglio. «Siamo soddisfatti perché nel reparto difensivo c’è grande intesa. Per noi è importante non prendere gol perché poi in avanti abbiamo tanti giocatori bravi che possono sempre colpire. Sono particolarmente contento dei miei compagni». Ma anche di se stesso grazie a una stagione finora maiuscola. «C’è soddisfazione per quello che sto facendo e mi fa piacere che la piazza stia apprezzando il mio lavoro. Sento la fiducia dei tifosi e spero di proseguire su questa strada».

Pur non parlando la stessa lingua come con Fabiano, l’intesa con Sbraga, suo nuovo compagno al centro della difesa, sta funzionando al meglio. «Sono tre o quattro gare che giochiamo insieme, ci troviamo bene e lui è un ragazzo giovane con belle prospettive davanti a sè». Cosa è cambiato nel Padova nelle ultime settimane? «Il fatto di essere, come dicevo prima, tosti, compatti e corti, ci porta a giocare bene e a non soffrire tanto. Delle squadre che ci stanno davanti nessuna ci ha messo mai sotto e anzi in varie occasioni siamo stati noi a farle soffrire. Pillon ci ha trasmesso concetti semplici del calcio e anche per me, che ho giocato 200 partite in questa categoria, non è tutto scontato e ho bisogno delle sue indicazioni e del suo ribadire ogni settimana quello che devo fare. Lavora tanto sul campo e sull’attenzione e questa è un’arma in più». Tornando alla difesa e al derby di domenica all’Euganeo con il Cittadella, ci saranno da fare gli straordinari. «Sarà un bel banco di prova perché i granata davanti hanno giocatori di categoria superiore. Bisognerà stare sul pezzo e concentrati per 95 minuti per non prendere gol».