Fonte: Dimitri Canello per CORRIERE DEL VENETO


Parola di presidente: «Se le vinciamo tutte, andiamo ai playoff al cento per cento. Ho detto poco, eh…». Giuseppe Bergamin tira un lungo sospiro, si ferma e guarda avanti. Alla fine della regular season mancano sei partite, il Padova è in fondo al gruppo in lotta per gli spareggi promozione, ma non si è ancora arreso. E da domenica a Cuneo comincia una lunga rincorsa che potrebbe ancora riservare sorprese al momento impensabili. «Ho usato qualche giorno fa una metafora legata al Palio di Siena – sorride Bergamin (a questo link il riferimento all’intervista) –. Non sono un appassionato di ippica, ma il Palio di Siena lo guardo perché mi è sempre piaciuto parecchio. Ho detto che talvolta il cavallo di rincorsa vince, speriamo di essere quel cavallo…». Lasciando da parte metafore e auspici, il presidente ragiona di regole e regolamenti, per ora in ottica futura. In una recente Assemblea di Lega Pro a cui Bergamin ha presenziato, il neo presidente Gabriele Gravina ha ipotizzato l’allargamento dei playoff, con un maggior numero di squadre coinvolte: «Da parte mia ho dato pieno appoggio a questa proposta».

«Credo che rappresenti una certezza d’introiti per la Lega e un motivo di maggior interesse a livello mediatico. Inoltre, tiene sulle spine quasi tutte le squadre del campionato fino alla fine. E questo non può che essere un bene». Il Padova ha battuto la Cremonese prima di Pasqua, tenendo viva la fiammella della speranza di acciuffare in extremis il treno promozione. Bergamin non ha rimpianti voltandosi indietro: «Ci sono state alcune partite in cui la squadra avrebbe potuto fare più punti – spiega – ma personalmente non ho rimpianti. Guardo avanti, osservo che per esempio le nostre concorrenti hanno diversi scontri diretti e più pareggi usciranno da queste partite e più possibilità ci saranno per noi. Sempre fermo restando che dovremo vincere le partite, a cominciare da domenica a Cuneo». Su chi stia meglio in questa volata, pochi dubbi: «Pagherei per essere nella posizione di Bassano e Pordenone – chiude – chi ha più punti sta meglio, al di là dello stato di forma, che conta sì, ma fino a un certo punto. Contano anche i nervi e l’aspetto psicologico, l’importante è non mollare mai e mi pare che noi non lo stiamo facendo».