Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO DI PADOVA


 Cinquemila euro di multa per ululati razzisti. È questo l’ultimo strascico che il derby di domenica ha portato con sè: il giudice sportivo della Lega Pro, Pasquale Marino, ieri ha deciso di infliggere questa pesante ammenda al Padova “perchè i propri sostenitori, durante la gara”, c’è scritto nella motivazione, “intonavano ululati qualificabili come manifestazione di discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria – sanzione attenuata per la fattiva collaborazione dei dirigenti locali”. I fatti si riferiscono a quanto avvenuto nel corso del derby col Cittadella, ed in particolare al primo tempo, quando i granata attaccavano sotto la Tribuna Fattori: il giocatore in questione è l’attaccante gambiano Jallow, più volte “beccato” dalla tifoseria biancoscudata. «Li ho sentiti anche io, c’è poco da fare», allarga le braccia patron Giuseppe Bergamin.«”Si sa che queste cose sono perseguite, è una brutta notizia che non ci fa sicuramente bene. La multa in sé ci crea un problema dal punto di vista economico, ma mi dispiace soprattutto che una bella domenica con un grande pubblico e un ambiente eccezionale ora passi in secondo piano. Chi ha rilevato il fatto penso che ne avesse tutte le ragioni: i regolamenti sono questi, e la buona educazione dipende dal comportamento di ognuno. Ancora una volta dobbiamo pagare perché qualcuno si improvvisa contestatore. Non so se faremo ricorso, decideremo domani (oggi, ndr)».

Fonte: Pierpaolo Spettoli per GAZZETTINO

Costa molto caro il derby al Padova. Oltre alla sconfitta maturata sul campo, il giudice ha inflitto un’ammenda di 5 mila euro alla società «perchè propri sostenitori, durante la gara, intonavano ululati qualificabili come manifestazione di discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria (sanzione attenuata per la fattiva collaborazione dei dirigenti locali)». Il giocatore del Cittadella in questione è Lamin Jallow, preso di mira nei minuti iniziali della partita da alcuni tifosi posizionati in tribuna Fattori. E dire che pochi istanti prima del fischio d’inizio si era assistito a un autentico spettacolo sugli spalti con le coreografie a tinte biancorosse nelle tribune est e Fattori, oltre a quelle dei tifosi granata in curva nord. Insomma, una cornice degna di un derby d’alto livello come tale è stato sul rettangolo di gioco, salvo appunto l’increscioso episodio di discriminazione razziale nei confronti del giovane attaccante granata. E tra l’altro non è purtroppo neppure il primo caso: nel novembre del 2011 il Padova era stato punito con seimila euro di ammenda per i cori di alcuni tifosi all’indirizzo di Jerry Mbakogu, all’epoca dei fatti attaccante di proprietà dei biancoscudati in prestito alla Juve Stabia che in quella partita (2-2) aveva segnato un gol con tanto di esultanza. Tornando a quanto è accaduto domenica all’Euganeo, ecco il presidente Giuseppe Bergamin: «Al di là del verdetto del campo, domenica è stata una bella festa, ma purtroppo è stata rovinata da questo episodio che non ci voleva. Sono molto dispiaciuto, d’altra parte i cori ci sono stati e sono stati sentiti da tutti. Se ci aspettavamo la sanzione? Si sa che su queste cose gli organi competenti sono particolarmente fiscali, non è sicuramente bello quello che è accaduto. Il colore della pelle non deve essere un fattore di discriminazione. Ripeto, è stata rovinata una bella festa, oltre al danno economico per la società che è pesante». Non si tratta della prima multa stagionale comminata alla società biancoscudata, che nella trasferta a Gorgonzola con la Giana Erminio (12 dicembre) era stata sanzionata con un’ammenda di 1.500 euro e nella trasferta a Lumezzane poche settimane fa con cinquecento euro, in entrambi i casi per lo scoppio di un petardo. Tanto che a inizio febbraio, proprio dopo quest’ultimo episodio, il presidente Bergamin aveva fatto pubblicare sul sito ufficiale della società un appello ai tifosi nel quale chiedeva che tali comportamenti non si ripetessero più perché, oltre alla sanzione economica per il club, mettono in cattiva luce la tifoseria. «In quel caso si trattava di petardi, questa volta il fatto è più grave. Speriamo che non succeda più perchè questi comportamenti non sono tollerati e tollerabili». Da inizio anno, come detto, il Padova ha dovuto sborsare complessivamente settemila euro per pagare le ammende. «È senz’altro fastidioso, anche perché quando facciamo il budget non sono contemplati come voce in uscita. Quindi sarebbe meglio che non ci fossero».