La sua storia aveva commosso tutti, non solo nel mondo del calcio. In tanti non hanno esitato a dargli una mano, da Daniele Boscolo Meneguolo, all’epoca un semplice consigliere, oggi il presidente, oltre a Mister Centurioni.  Stiamo parlando di Karamoko Cherif, calciatore classe guineano classe 2000 che è riuscito ad esordire con la maglia biancoscudata in Padova-Livorno 1-1 dell’11 maggio 2019, ultima giornata di uno sfortunato campionato di Serie B. Un giorno di sconforto per il popolo biancoscudato divenne per Cherif una delle gioie più indelebili della sua vita: l’esordio in Serie B. Nel subentrare al 47°st al compagno Yves Baraye, Cherif ha infatti coronato il sogno di una vita, un viaggio da “profugo” che ha attraversato mezza Africa e tutta l’Italia, lasciando indietro tutti i suoi cari (i genitori morti in Guinea, il fratello perso nella traversata), un’avventura di disperazione raccontata però sempre con il sorriso e con la fede, due caratteristiche che non l’hanno mai abbandonato.

Dopo il prestito all’Adriese, è arrivato il Covid a rallentare la corsa di Karamoko Cherif verso il suo sogno di diventare un calciatore professionista, ma la sua storia è stata raccontata da Giulio Di Feo per Mondadori in un libro disponibile da oggi su Amazon a questo link.



“Mister, dimmi tu. Dove posso andare?” “Ovunque. Sia per la vita che per il calcio, non credo ci sia un posto con meno futuro di questo. Ma per capire se è la scelta giusta c’è un solo modo.” “Quale?” “Cosa vuoi fare? Qual è il tuo sogno? Non devi rispondere a me, rispondi a te stesso.” Su questo non ho dubbi: “Fare il calciatore”.

In sei anni Cherif Karamoko è passato dall’inferno della Guinea, al debutto in serie B con la maglia del Padova. In questo lasso di tempo la sua esistenza è stata sconvolta più volte. Il padre ucciso in salotto dalle milizie cristiane. La mamma portata via dall’Ebola. Il primo viaggio di nove mesi in mano ai trafficanti di uomini per raggiungere il fratello scappato in Libia dopo aver vendicato il genitore: torture, estorsioni, ricatti, vita al limite. Poi il secondo viaggio per raggiungere l’altra sponda del Mediterraneo. Il fratello che gli allunga uno dei pochissimi giubbotti di salvataggio e scompare fra le onde. L’arrivo di una nave di soccorso. La salvezza e la consapevolezza di essere rimasto solo. Le difficoltà nel centro di prima accoglienza denunciate con una camminata pacifica fino in Prefettura. Poi il trasferimento in Veneto dove alcune persone di una cooperativa sociale se ne prendono cura. Lo fanno studiare e lo portano a fare un provino per il Padova.

Sei anni di una storia incredibile e tutta vera, quella che Cherif Karamoko ha raccontato in questo libro. Una storia emblematica che aiuta a comprendere l’apocalisse che molte persone e interi popoli, non solo del continente africano, stanno vivendo in questi decenni oscuri. Quando la tua comunità esplode e tutto va in fumo ci vogliono fortuna, coraggio e determinazione per sopravvivere nel tutti contro tutti di un camion che trasporta clandestini o di un barcone abbandonato alla deriva dai trafficanti d’uomini. E chi ha un sogno forse ha uno stimolo in più per cercare di dare una nuova forma al suo mondo.