Oscar BREVI intervistato da CALCIO PADOVA TV:

Primo ricordo legato al mondo del calcio? A 5-6 anni finita la scuola giocavamo in un cortile senza porte, sul cemento, fino alle 7 quando ci chiamavano per la cena.
Ho capito che potevo fare il calciatore molto tardi rispetto ai miei colleghi, era più una passione la mia, giocavo e in Interregionale-Promozione e lavoravo fino ai 25 anni, poi mi hanno seguito squadre di C e di B ed ho lasciato il mondo del lavoro per seguire la professione. Mio fratello era più giovane di me, ma ha avuto un approccio più indirizzato al mondo del professionismo avendo fatto tutte le trafile del settore giovanile dell’Inter. Dopo aver esordito in A con Siena lui e Torino io, abbiamo deciso di provare un’esperienza insieme, ce la siamo giocata 6 mesi con il Como contro il Sassuolo per la promozione in B, poi per problemi societari siamo un po’ naufragati, ma è stata comunque un’esperienza positiva.
Rammarico? Non essermi dedicato prima con la testa a questo tipo di professione, facevo un po’ le bizze da ragazzino, avrei potuto fare di più. Gioia? Sono stato fortunato che quasi sempre ho giocato con squadre per vincere il campionato, soprattutto in B, qualche successo l’abbiamo ottenuto. Nessuno mi ha mai regalato niente, ho sempre guadagnato le promozioni sul campo. Como-Torino-Ascoli? La parola che accomuna tutte queste squadre è  “Impresa”, siamo andati in Serie A sempre con imprese.
Essere il primo capitano del Toro nell’era Cairo? E’ una cosa che ti rimane dentro, vivi del ricordo del Grande Toro, fai esperienze come andare a Superga, ti inorgoglisce e ti da sensazioni molto particolari.
Un mio pregio? Non aver mai mollato. Un mio difetto? Sono un pochettino permaloso.
Il giocatore più forte che ho incontrato? Ibrahimovic.Se potessi scegliere un giocatore da aggiungere al Padova? Cristiano Ronaldo…. Allenatori? Ho avuto la fortuna di conoscerne tantissimi, da tutti ho rubato qualcosina, mi ricordo Sonetti a livello caratteriale, Giampaolo a livello Tattico, Zaccheroni nella gestione del gruppo, De Biasi un allenatore vincente che dava tantissimo a livello di carica.
Un hobby? Da calciatore hai molto tempo libero, da allenatore molto meno, ma una cosa che non ho mai fatto è imparare uno strumento musicale, strimpello la chitarra, ultimamente sto riaprezzando gli AC/DC. La felicità? Vivere la giornata in maniera serena e crescere i miei figli con dei principi”