Zubin, Nichele, Niccolini, Dionisi, Bearzotti, Alan Marin e l’ex Mister biancoscudato Parlato dopo la vittoria dello Scudetto Dilettanti con il Pordenone

Il Football Club Pordenone viene fondato nel 1920 partendo dalla Quarta Divisione Veneto-Giuliana. Negli anni ’20 i neroverdi cambiano spesso denominazione: Terza Coorte A. Salvato, 63ª Legione Tagliamento (regime fascista), Unione Sportiva Pordenonese, Pordenone Liber Football Club, Associazione Sportiva Dante Alighieri. Nel 1932 il Pordenone conquista per la prima volta la promozione in Prima Divisione, e nel 1939 la prima partecipazione alla Serie C, passaggio che dura una sola stagione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la società viene ammessa in Serie C, sfiorando la promozione in B nel 1946 e retrocedendo nel 1948. Per riconquistare la categoria bisogna attendere il 1957-58 (ripescaggio FIGC per ristrutturazione campionati). Nella stagione di Serie C 1959-1960, i neroverdi allenati da Giovanni Varglien arrivarono terzi dietro Pro Patria e Bolzano, tra le file pordenonesi debutta giovanissimo Gianfranco Zigoni, in quei tempi in cui il Pordenone era una società satellite della Juventus. L’anno successivo, i neroverdi si piazzano quattordicesimi e la formazione Juniores guidata da Giuseppe Romano divenne campione d’Italia di categoria. Successivamente, per via della bassa età media dei calciatori, il giornalista locale Gildo Marchi soprannominò i neroverdi come “i ramarri del Noncello”. Nel 1963-64 il Pordenone torna in Serie D e vi rimane 15 anni fino alla stagione di Serie D 1978-1979, promosso in Serie C2 con alla guida Silvano Flaborea prima e Adriano Buffoni poi, il tutto sotto la presidenza di Ugo Caon. In questi anni, i “Ramarri” affrontano il Padova in due campionati, non riuscendo mai ad avere la meglio dei biancoscudati. Il miglior piazzamento in Serie C2 risulta un settimo posto nella stagione 1987-1988 con Adriano Fedele in panchina. L’annata successiva, nel 1989, la compagine neroverde conclude al penultimo posto retrocedendo in Serie D dopo dieci anni, per poi, nei due anni successivi con Giuseppe D’Antuono alla presidenza ed Evaristo Beccalossi in panchina retrocedere per ben tre volte fino ad arrivare in Prima Categoria nel campionato 1991-1992.

La lenta risalita parte da qui con in testa il presidente Ettore Setten che riporta Pordenone in Serie D nel 1995-96. Servono altre 6 stagioni di campionati di vertice per tornare in C2 nel 2001-02 con Bruno Tedino in panchina. Nell’estate del 2003 la FIGC esclude la squadra (allora presieduta da Ettore Setten) per inadempienze finanziarie, obbligando il club a ripartire dall’Eccellenza friulana, con Lino Mungari presidente, a quale però retrocede perfino in Promozione. Nella stagione successiva Giampaolo Zuzzi rileva il club: il Pordenone vince così la Coppa Italia regionale per la prima volta nella sua storia. Dopo due promozioni consecutive, i neroverdi tornano in Serie D (sotto la guida del tecnico Giovanni Tortolo) nel 2006-2007, salvo poi retrocedere immediatamente in Eccellenza e riconquistare la massima categoria dilettantistica al termine della stagione 2007-2008, con Mauro Lovisa nuovo presidente e con Massimo Pavanel in panchina. Nella stagione 2012-2013 la squadra neroverde terminò seconda la stagione regolare, raggiungendo i play-off per l’accesso alla Lega Pro Seconda Divisione, ma uscendo in semifinale contro il Real Vicenza. Nel 2013-2014, con Carmine Parlato in panchina, Alan Marin come preparatore e con i biancoscudati Dionisi, Niccolini e Bearzotti (oltre all’ex Zubin che sigla 27 reti e Nichele) in campo, i neroverdi vincono il girone C della Serie D con 85 punti(scavalcando il Marano all’ultima giornata), tornando, dopo 11 anni dall’esclusione, in terza serie e dopo 50 nella Serie C unica. A fine stagione la squadra riesce a vincere anche il primo Scudetto Serie D nella sua storia. La scorsa stagione  i neroverdi vengono sconfitti nello spareggio play-out di Lega Pro contro il Monza che successivamente fallisce, e vengono ripescati dal Consiglio Federale della FIGC a completamento degli organici.


Dante Piotto

Estratto Padova Magazine Anno 2 – Numero 5

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