Carlo De Risio intervistato da CALCIO PADOVA TV: “Avevo tanti amici qui, mi hanno tutti parlato bene di Padova, una piazza ambiziosa dove si sta bene ed una città bella. Ho iniziato a giocare a 6 anni, a 12 anni sono andato fuori a giocare a Campobasso, Vinchiaturo, in un convitto. A 17 anni mi hanno fatto un contratto a Benevento ed ho capito che sarebbe diventato un lavoro. La mia prima partita vista è stata Juventus-Fiorentina, nel vecchio stadio della Juve. Non mi ispiro a nessun giocatore, cerco sempre di allenarmi per migliorare. La felicità? Che tutte le persone a cui voglio bene stiano bene, tutte le cose per le quali io vivo vadano bene. Hobby? Mi piace andare in vacanza e il biliardo. Come mi vedo tra 10 anni? Non lo so”.

RASSEGNA STAMPA

Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO

Serenità: chiamatelo pure così. Carlo De Risio è il centrocampista che ha fatto fare al Padova il salto di qualità: il classico coniglio estratto dal cilindro, il colpo a lungo inseguito e che, dopo sole 7 partite, si è preso il Padova a tutto tondo. Padova-Pavia, 13º minuto: De Risio è spalle alla porta avversaria, pressato dal regista lombardo, nel pieno della metà campo biancoscudata. All’ improvviso l’idea risolutrice: finta sulla sinistra, “ruleta” sulla destra, Euganeo a bocca aperta e Muscat a farfalle. È il giocatore capace di far sembrare semplici anche le cose più difficili. E il suo segreto è proprio la serenità con cui lo fa. «Parliamoci chiaro, nei primi dieci minuti avevo commesso due cag…e incredibili», sorride De Risio, alludendo ai due passaggi sbagliati che rischiavano di mandare il Pavia in porta. «Se avessi perso pure quel pallone, sarebbe diventato un problema. Quelle due “veroniche” mi hanno fatto riprendere, dopo di che tutto è venuto più semplice. Ho grande fiducia in me stesso, mi sento bene». Con il Pavia è stata la sua gara migliore da quando è qui? «Continuo a lavorare perché so che posso dare molto di più. Pochi giorni fa abbiamo fatto tutti, nessuno escluso, una partita davvero buona. Mi sto riprendendo quello che non avevo avuto a Castellammare: quando inizi a giocare poco, per infortuni o qualcos’altro, la voglia di rivalsa ti cresce dentro. Adesso spero solo di continuare così sino alla fine, perché in una piazza come Padova, che ha visto ben altre categorie, mi sto accorgendo che l’ambiente può darmi tutti i presupposti per crescere. Sto avvertendo molta serenità. Devo migliorare ancora molto, ma spero che Padova sia la piazza giusta per farlo». Il centrocampo gira a meraviglia, nonostante l’infortunio di Corti. «Stiamo facendo bene, stiamo cavalcando l’onda. Abbiamo una difesa molto forte, e attaccanti che ci aiutano tanto: l’importante è continuare a pensare che, quando scendiamo in campo, se non molliamo di un centimetro nessuna squadra è più forte di noi». L’ha sorpresa l’ingresso così importante di Mazzocco? «Davide è un ragazzo che si applica molto, sabato scorso ha fatto benissimo. Io e lui in allenamento parliamo molto, ci aiutiamo, lui s’impegna e ha delle grandi qualità». Si aspettava di arrivare in così breve tempo a due punti dal quarto posto? «Abbiamo fatto delle buonissime partite nelle ultime settimane. Sono qui da quasi due mesi, e mi sono accorto che, se davvero giochiamo come sappiamo, non abbiamo nessuno da temere. Certo che se ci avessero detto che in due gare avremmo recuperato 6 punti all’ Alessandria, nessuno ci avrebbe creduto». Il meglio viene adesso? «Non dobbiamo abbassare la guardia, sabato ci aspetta una partita molto importante contro un Pordenone agguerrito, che ha perso a Bassano e si vorrà riscattare a tutti i costi. Prima di tutto l’importante sarà non prendere gol, stare molto attenti, perché davanti poi possiamo contare su attaccanti assai bravi, capaci di sfruttare anche pochi centimetri di spazio come hanno fatto Neto e Altinier contro il Pavia». Quant’è cresciuta questa squadra da gennaio? «Molto, nel gioco e nell’intensità: Pillon ci ha chiesto gara dopo gara di alzare il pressing sempre di più e di cercare di dare forza per tutta la durata della gara. Poi sono arrivati i risultati, e la fiducia ci ha fatto sentire ancora più forti. C’è entusiasmo, ma non perdiamo il giudizio, perché il calendario potrebbe sembrare in discesa, ma non è così: delle ultime gare la più difficile è stata quella con il Renate, eravamo in casa e ci hanno messo un po’ sotto, cosa che, ad esempio, non è successo con il Pavia».