Un primo piccolo estratto di “Amarcord Biancoscudato”, il libro realizzato da Alessandro Vinci ed edito da Cleup. L’opera è disponibile alla Libreria Progetto di via VIII Febbrario e alla Feltrinelli di via San Francesco.

Uno yankee all’ombra del Santo: l’avventura biancoscudata di Alexi Lalas

 

(…) Lalas è il primo calciatore statunitense a calcare i palcoscenici della Serie A nel dopoguerra, il terzo in assoluto. Lo avevano preceduto infatti, negli anni ’30, Alfonso Negro e Armando Frigo, i cognomi dei quali, però, tradiscono evidenti origini italiane.
Alexi suscita fin da subito la simpatia degli appassionati di calcio italiani e viene soprannominato, per via del suo look, “Generale Custer”. A chi gli chiede il perché di quel vistoso pizzetto, che diventa il suo marchio di fabbrica, risponde: «Porto la barba dai tempi del liceo, il pullman che ci portava a scuola lo guidava un uomo che aveva la barba fino alle ginocchia. Era grande e grosso, era un tipo calmo, sembrava un filosofo. Io mi ispiro a lui». 
Ma, oltre al calcio, Lalas ha un’altra grande passione: la musica. E’ infatti il chitarrista dei Gypsies, gruppo rock di discreto successo, e il suo artista preferito è Bruce Springsteen (…).
Insomma, Alexi è davvero uno spirito libero, il suo modo di fare è spontaneo e sincero, lontano anni luce dal grigio conformismo della maggior parte dei suoi colleghi calciatori. Mai una frase fatta, mai una maschera dietro la quale celare il proprio io, è sempre disponibile al sorriso e alle apparizioni televisive con la sua inseparabile chitarra. «Penso che in Italia nessuno avesse mai visto uno come me per via del mio aspetto, del mio modo di essere, delle cose che dicevo», ha dichiarato pochi mesi fa. «Io però non facevo nulla per sembrare controcorrente, ma gli italiani avevano una certa visione di quello che un calciatore avrebbe dovuto essere, e io non ero conforme ad essa». Perché in fondo per lui il calcio è sempre stato fondamentalmente un gioco.
Le televisioni se lo contendono; eccezionale una sua apparizione a “La Domenica Sportiva” dove, presentatosi in studio con una camiciona gialla a quadrettoni (stile taglialegna, per intenderci), saluta la conduttrice con un «Ciao bella, come stai?», per poi esibirsi con la chitarra. Celebre anche la risposta ad un giornalista che gli chiedeva un parere su Zdenek Zeman, che lo aveva criticato pochi giorni prima: «E’ possibile che Zeman è una vaffa*****». Inoltre, sebbene purtroppo non esistano testimonianze video, pare che, dopo una sconfitta in campionato, a un altro giornalista che gli domandava come avesse preso il risultato maturato in campo, abbia risposto: «Ma che importa, adesso vado a casa, suono mia chitarra, faccio amore con mia ragazza e va tutto bene». 

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