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Trascrizione estratto fonte: Mattino di Padova

Per la legge dei grandi numeri, o meglio, per un semplice ordine di schieramento in campo, il prossimo giocatore ad andare a segno dovrebbe essere lui. Il calcolo non è difficile, visto che finora in questa stagione nel Padova sono andati a rete il centrale difensivo Daniele Capelli e il difensore di destra Luca Ravanelli. «No, ma io non faccio gol, state tranquilli. È impossibile…», sorride con una bella dose di scaramanzia il mancino Trevor Trevisan, che se invece, per caso, dovesse riuscire a segnare proprio domenica prossima, non avrebbe problemi a… «Esultare. Secondo me se lo si fa in maniera civile ed educata è giusto festeggiare dopo aver segnato una rete, soprattutto nei confronti della tua società di appartenenza. Non si ferisce nessuno». Sì perché, come si può intuire, Trevor Trevisan è un ex giocatore della Salernitana, il prossimo avversario biancoscudato. E non è stata una tappa qualunque della sua carriera quella di Salerno, visto che il 34enne difensore, nelle due stagioni in cui ha vestito la maglia amaranto, ha conquistato prima la promozione in Serie B, quindi la salvezza in cadetteria. «Sono stati due anni molto importanti, soprattutto il primo», ricorda Trevisan. «Abbiamo vinto il campionato e conservo ricordi indelebili, mentre l’anno successivo è stato un po’ più difficile a livello personale per mille motivi, ma ritorno comunque molto volentieri allo stadio Arechi». […] Già, la piazza. Quella di Salerno è molto calda. «Una bellissima tifoseria che ha la fortuna di vivere uno stadio splendido, dentro il quale i calciatori sentono il pubblico molto vicino. Si sentono da vicino gli incitamenti, così come gli insulti quando le cose non girano…». Il Padova arriva a Salerno dopo la settimana di sosta. Un vantaggio o una scocciatura che ha interrotto l’ottimo avvio biancoscudato? «Entrambe le cose. Per il modo in cui ci eravamo approcciati al campionato era meglio non fermarsi, ma dal punto di vista lavorativo abbiamo potuto svolgere del lavoro integrativo, sia dal punto di vista fisico che da quello dei meccanismi di squadra. Abbiamo cambiato tanti giocatori e anche il sistema di gioco, ma tutti i nuovi arrivati si sono inseriti molto bene. I giovani sembrano aver capito subito l’ambiente e l’importanza di lavoro e sacrificio per ottenere i risultati».

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