Estratto Fonte: Stefano Volpe per Mattino di Padova

Dall’infanzia felice in giro per l’Italia e anche l’Europa, agli studi d’architettura allo Iuav. Dal papà terzino in Serie A, alla rincorsa che l’ha portato ad emergere dal calcio dilettantistico sino a quello professionistico. Il centrocampista biancoscudato Riccardo Serena è stato uno dei protagonisti delle nuove tappe di “Papà portami allo stadio”, il tour che sta accompagnando il Padova in giro per le scuole del territorio per far conoscere virtù e valori del tifo ed avvicinare i protagonisti di questa stagione agli studenti delle elementari, medie e superiori. Ieri, tra gli altri, è stato il turno del giovane mediano, che ha fatto visita alle classi terza e quarta elementare della scuola “Marconi” di Roncaglia, concedendosi anche un doppio turno di lezione, per un’intera mattinata con i piccoli. […] Seguendo le orme del padre Michele ha provato ad inseguire il sogno di fare il calciatore professionista («nonostante fossi bravino anche a tennis da piccolo…») e alla fine c’è riuscito dopo ben 4 anni tra Eccellenza e Dilettanti. E così una bambina gli ha chiesto: qual è stato il momento più bello e quello più brutto della carriera? «Il momento più brutto a Favaro, in Eccellenza, quando siamo retrocessi ai playout, il più bello la scorsa estate, quando ho firmato con il Padova». Coronando così un sogno che gli era stato precluso anche perché, da piccolo, era stato considerato troppo basso e gracile per poter fare il calciatore professionista. Una situazione che non gli ha mai creato problemi, come rivela lo stesso Riccardo: «Mia nonna mi recitava sempre un proverbio veneto: “Mèjo picoli e ben conpìi che grandi e insemenii”. Ovvero: meglio piccoli e ben fatti che grandi e scemi. È diventato il mio motto». Merito anche di chi ha creduto in lui come Bisoli. Com’è il mister? «Molto preparato e allo stesso tempo carismatico». Vaglielo però a spiegare ai bambini di 8-9 anni che vuol dire carisma. Serena ci prova, con successo: «Vuol dire che ti trasmette la voglia di lottare e arrivare prima sulla palla per vincere». Quindi domande a raffica. Cosa si prova ad essere espulsi? «Non mi è mai successo in carriera. E quest’anno non sono nemmeno mai stato ammonito». Che altro ruolo faresti? «Mi piacerebbe l’attaccante per segnare». Il sogno? «Vincere questo campionato». […]