Estratto Fonte: Stefano Volpe per il Mattino di Padova
Il Mattino di Padova ha intervistato Carlo Sabatini, il tecnico umbro ha cominciato il decennio da allenatore in crisi ma reduce da una storica promozione in Serie B, e lo conduce da responsabile del settore giovanile. (…)
Si sarebbe aspettato di tornare 10 anni dopo la salvezza di Trieste da responsabile del vivaio? “No, ma era un desiderio che covavo. Diciamo che si è chiuso un cerchio. Padova è tutto per me, tornarci con questa qualifica è il massimo. (…) Ho sposato appieno la filosofia di questa società. La strada intrapresa è l’unica percorribile e si propone di costruire qualcosa di importante e stabile. (…) Sono felice del lavoro svolto ed ero consapevole delle difficoltà che avrei trovato. Mi sto concentrando molto su un aspetto: rendere meno problematico possibile l’ultimo gradino che i giocatori devono compiere per arrivare in prima squadra. Uno scalino ripido ma che si può affrontare se si ha la mentalità giusta”
Due ragazzi ce l’hanno fatta, Piovanello e Lovato. E’ vero che, quando allenava la Primavera del Genoa ebbe uno screzio con Lovato, ma fu lei stesso a consigliare Sogliano di acquistarlo questa estate? “I meriti sono esclusivamente del direttore che l’ha preso e di mister Sullo che l’ha lanciato subito. Io ho solo offerto il mio parere positivo. Per il resto sì, è vero, ebbi uno screzio con Lovato. Lui era molto giovane e voleva bruciare le tappe, mentre io per il suo bene l’avrei inserito gradualmente in squadra. Non giocava e volle tornare a Padova. Alla fine ha fatto la scelta giusta e ora è un vanto per ill nostro vivaio”.
Il settore giovanile del Padova è ancora rinomato a livello nazionale nonostante tanta Serie C? “Sì, all’ultima riunione con gli altri dirigenti abbiamo ricevuto molti complimenti. Ma dobbiamo crescere ancora e speriamo nel santo della prima squadra che ci permetterebbe di competere con i migliori vivai e porterebbe grande entusiasmo”. (…)