Fonte: Andrea Miola per  IL GAZZETTINO


Segnali di crescita sul fronte del gioco, la migliore difesa del girone insieme a Reggiana e Venezia, ma al tempo stesso una squadra tra le più sterili in zona gol. Il giorno dopo il pareggio a reti bianche di Teramo e alla vigilia del recupero a San Benedetto del Tronto, arrivano risposte incoraggianti dal Padova dopo la preoccupante prova incolore con il Mantova, ma resta ancora l’impressione di una compagine con ampi margini di miglioramento. L’ingresso di Filipe, in precedenza in campo solo nel primo tempo con l’Albinoleffe, ha regalato geometrie e razionalità, ha permesso di allargare il gioco sfruttando maggiormente gli esterni e di alzare il baricentro. A differenza del sabato precedente, non sono poi mancate le occasioni per colpire, ma l’attacco ha realizzato solo sei reti – una sola con Cappelletti su angolo nelle ultime tre partite – e sembra pagare a caro prezzo l’assenza di Neto Pereira, indisponibile proprio nell’ultimo trittico. Anche l’anno scorso, del resto, quando è mancato il brasiliano (quattro incontri di fila) il Padova ha pagato dazio con due sole reti all’attivo di cui una su angolo e una su rigore di Altinier che in quel lasso di tempo non è mai riuscito a colpire su azione.

È anche vero che quest’anno le alternative – Alfageme, a Teramo in crescita, e Germinale – non mancherebbero. A vedere il bicchiere mezzo pieno, la difesa è rimasta imbattuta nelle ultime tre partite, sbagliando finora solo la gara di Fano, e dando l’impressione di maggiore sicurezza rispetto alle prime apparizioni. «Penso che questo rientri in un percorso normale per una squadra in grande parte nuova – spiega il centrale Michele Russo – I meccanismi vanno rodati con il lavoro settimanale e poi, quando c’è convinzione nei propri mezzi, tutto viene di conseguenza e si diventa più positivi. Sabato c’è stato l’atteggiamento giusto, con una squadra aggressiva che ha dimostrato di avere qualità, carattere e voglia di mettere in luce il proprio reale valore. I risultati non sempre sono figli della prestazione, ma a Teramo penso che abbiamo dato il segnale di un Padova in salute e voglioso, pur con ampi margini di miglioramento».