Estratto Fonte: Andrea Miola per Il Gazzettino


[…] «È la prima volta che mi capita – esordisce Nico Pulzetti – e quest’anno addirittura due volte. Sono situazioni strane che non vorremmo mai vivere e che però fanno parte di questi personaggi che il calcio italiano sta mettendo in mostra. Speriamo veramente sia l’ultima volta perché questo fa tanto male al nostro sport, ai ragazzi che sono lì, ai magazzinieri e a tutte le persone che lavorano negli uffici e dietro le quinte che hanno famiglia». A campionato in corso una simile situazione non aveva precedenti. «La crisi c’è e da qualche anno fa parte del calcio e del nostro paese. Tutto si è ridimensionato, ma un minimo di garanzia in più è necessario soprattutto all’inizio dell’anno. Noi siamo in primo piano, ma c’è tanta gente dietro una squadra con stipendi normali e non vengono fatte leggi per tutelare chi opera in questo mondo». Rimedi? «Se una squadra non ha un piano per portare avanti una stagione fino al termine non deve essere fatta iscrivere e quindi servono maggiori controlli».

[…] «Stiamo parlando di una situazione molto strana. Speriamo che con il curatore fallimentare il Vicenza riesca a chiudere la stagione, almeno per tenere un po’ alto il livello, con una squadra che dovrà ancora retrocedere. Come di recente ha giocato alla morte contro di noi il Fano per raccogliere punti salvezza, speriamo succeda lo stesso per tutte le squadre, ovviamente non solo contro di noi, altrimenti diventa difficile non pensare male». Pulzetti così sviluppa il concetto: «Senza retrocessioni con la testa puoi essere altrove, le società in questa fase di mercato non fanno più gli acquisti in programma e puntano sui giovani per cui avremmo due campionati separati tra chi lotta per i play off e gli altri».

[…] Le note liete, così, arrivano proprio pensando a casa propria. «Primi con cinque punti alla sosta? Nessuno se lo sarebbe aspettato all’inizio del ritiro a luglio perché erano nuovi il tecnico, tanti giocatori e lo staff medico e in più siamo partiti un po’ in sordina. Siamo contenti e vogliamo continuare con questo passo per arrivare fino in fondo». Cosa apprezza maggiormente del Padova? «Mi piace la serietà e il fatto che tutti si allenino al 200 per cento; sono quelli che giocano di meno ad alzare il livello della seduta per mettere in difficoltà il mister nelle scelte e chi trova più spazio, costringendolo a tenersi sempre su livelli alti. Poi siamo veramente un gruppo unito, formato da tutti bravi ragazzi». Con due, presto tre, nuovi arrivi. «Come era successo all’ultimo giorno del mercato estivo con Pinzi e Belingheri, chi arriva viene fatto subito sentire parte di noi. Questa è una dote che non si trova in tutti gli spogliatoi perché può capitare qualche testa calda che disfa un po’ il gruppo o che si formino gruppetti tra quelli che non giocano». Cosa evitare? «Non si è mai peccato di presunzione e non deve accadere in futuro; pensare di essere più bravi degli altri potrebbe costarci caro». […]