Estratto da fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


Dalla gioia e la soddisfazione al dolore e all’amarezza, tutto nel ristretto arco di nemmeno venti minuti. Un sabato a tinte forti quello vissuto in terra romagnola da Nico Pulzetti, autore al 23′ del primo tempo della rete che ha permesso al Padova di riagguantare il pareggio dopo un avvio poco felice e costretto al 40′ a lasciare anzitempo il campo per un problema muscolare alla coscia sinistra. «Sento ancora un po’ di fastidio e preferisco non sbilanciarmi dal momento che domani (oggi, ndr) farò gli esami di rito che accerteranno con precisione diagnosi e tempi di recupero». […] Prima dell’infortunio la gioia di un gol bello e pesante con una conclusione angolata di destro dalla lunetta. «Nel primo quarto d’ora il loro centrocampista basso, che poi era un difensore, mi marcava stretto, ma fra le linee ero maggiormente libero e, vedendo che ero solo, ho fatto un passo e calciato in porta. Sono contento aggiunge perché la rete è arrivata nel nostro momento peggiore in cui stavamo soffrendo, per effetto di un impatto alla gara sbagliato. Da quel momento la partita è invece girata dalla nostra parte, siamo ripartiti, si poteva segnare ancora già prima dell’intervallo. Poi nella ripresa non c’è stata storia». […] Pulzetti raggiunge così quota due, dopo la marcatura a Pordenone, ma manca ancora un sigillo all’Euganeo, stadio in cui ha segnato da avversario ai tempi del Siena. «È una situazione strana perché, a eccezione dell’anno scorso in cui ho realizzato con lo Spezia tre gol su tre in casa, in carriera mi è quasi sempre capitato di segnare in trasferta. Sono episodi». Esterna o casalinga, comunque un’altra marcatura che vale doppio nell’economia del campionato. «Quella a Santarcangelo era una gara molto importante da vincere, loro stavano attraversando un momento veramente favorevole e noi fuori casa si è sempre fatto un po’ di fatica». […] Già tempo di fare qualche calcolo? «Io non penserei troppo in là. Concentriamoci sul Ravenna, prepariamoci bene, mentalmente positivi e cerchiamo di vincere perché sono queste le gare che possono dare una spinta decisiva al nostro cammino. Non voglio nemmeno pensare al rischio di un calo di tensione, anche perché mai è successo finora. Abbiamo fatto tanto, ma non tutto».


Estratto da fonte: Stefano Volpe per IL MATTINO


La reazione rabbiosa, la grande esultanza finale, le parole del dopo partita che rompono anche i classici schemi scaramantici. Sì, nella mente del gruppo biancoscudato la vittoria di Santarcangelo può aver rappresentato un colpo letale per le ambizioni di rimonta delle inseguitrici. Il Padova rafforza ancora di più il suo primato, coglie un’altra vittoria in rimonta e aumenta il margine di vantaggio da chi insegue. […] Con una sola nota d’ombra: l’infortunio di Nico Pulzetti. Sabato il capitano si è fermato agli sgoccioli del primo tempo per una fitta accusata alla coscia destra. […]

«Mi spiace davvero tanto perché vorrei star bene in questo momento», le parole di Pulzetti. «Ho sentito la gamba indurirsi e mi sono fermato, ora ho dolore e non so cosa possa essere, Gli esami chiariranno, mi auguro sia solo una contrattura». […] Quanto pesa la vittoria di Santarcangelo? «Molto, perché è arrivata in trasferta, dove ultimamente avevamo faticato, su un campo insidioso e contro un avversario in grande forma. Credo ci possa dare lo slancio per affrontare al meglio le prossime gare, da qui a metà marzo avremo un ciclo decisivo per raggiungere il nostro obiettivo». L’unico neo è rappresentato dalle partenze a rilento che hanno condizionato alcune vostre gare, spesso fuori casa. Come mai? «Io non credo sia un problema di approccio fisico, quanto mentale. Anche a Santarcangelo abbiamo faticato a calarci in una gara strana, in uno stadio piccolo, silenzioso, su un campo stretto. Ci mettiamo un po’ di tempo ad entrare in partita con la testa, specie quando giochiamo in trasferta, come si è visto anche a Fano. È un aspetto da risolvere, anche perché poi nella ripresa siamo veramente devastanti e asfaltiamo gli avversari». Lei non ha segnato molto, ma i suoi gol sono stati pesantissimi. Prima a Pordenone, quindi a Santarcangelo.«E questo mi fa ancora più piacere. La dedica va sempre alla mia famiglia. Mia moglie e mio figlio non vengono spesso fuori casa, ma c’erano sia sabato che a Pordenone. Mi portano bene e in più c’erano anche i miei genitori. Spero di dedicar loro anche una rete all’Euganeo». Ci dica un’ultima cosa, lei che conosce bene Bisoli e l’aveva già avuto da allenatore. Come l’ha trovato in questa sua esperienza padovana? «Sempre lo stesso martello con grande voglia di lavorare e vincere. Una persona che non ha paura di far giocare chi merita e forse in carriera è stato penalizzato dalla sua trasparenza. Devo dire, però, che rispetto a qualche anno fa nei rapporti con il gruppo di lavoro si è anche un po’ calmato…».