Fonte: TuttoC
Tra i protagonisti dell’impresa del Padova che ha conquistato la promozione in Serie B con due giornate d’anticipo rispetto alla fine del torneo c’è sicuramente Nico Pulzetti. Il centrocampista classe ’84 ha guidato i biancoscudati da capitano con 24 presenze e quattro reti in campionato. Un ritorno in Serie C per lui dopo tanti anni in Cadetteria e in A. TuttoC.com lo ha intervistato in esclusiva all’indomani della matematica conquista del primo posto:
Dì la verità, qualche ora siete riusciti a dormire?
“(Ride, ndr) Dormire sì, abbiamo festeggiato ovviamente ma è stato tutto improvvisato, un po’ per scaramanzia, un po’ per il rispetto della professione. Perché se le cose non fossero andate tra virgolette bene già oggi avremmo dovuto concentrarci al meglio sulla gara con la Reggiana. Quindi non avevamo organizzato nulla, ci siam trovati tutti insieme, tutta la squadra per fare gruppo ed è proprio la forza dello spogliatoio che alla fine ha pagato per tutti i sacrifici che abbiamo fatto da luglio, anche da parte di chi è andato via a gennaio. Sono le cose più spontanee quelle più belle, ed è stato speciale perché appunto eravamo tutti insieme”.
Vittoria certamente meritata, ma questo successo è stato un po’ più sudato di quanto ad un certo punto si poteva prevedere. Un Girone B più equilibrato di quanto si poteva immaginare?
“Sicuramente, alla fine non dobbiamo scordare da dove siam partiti. Una squadra in larga parte rinnovata, incluso lo staff tecnico. Era una scommessa da parte di tutti. Siamo partiti tra i favoriti, sapevamo di avere un organico forte che avrebbe fatto bene e lottato fino alla fine per la vittoria. Però il pre ritiro non è andato benissimo, nel primo turno di Coppa abbiamo faticato, a Brescia siamo usciti. Anche le amichevoli estive non sono andate granché e la prima di campionato col Renate è stata una disfatta. Ma è stata forse la scossa che ci serviva, da lì siamo partiti. Da fine ottobre siamo primi e siamo sempre stati primi in classifica. C’è stato un grandissimo dispendio di energia star lì davanti, sia fisico che mentale, ma non è stato ugualmente facile per chi provava ad inseguirci. Abbiamo perso qualche partita, ma poche, abbiamo avuto un grande passo. È stato un campionato sofferto, probabilmente potevamo chiuderlo prima, però grazie anche a questo torneo molto equilibrato, siamo arrivati alla promozione grazie all’Albinoleffe che ha battuto la Reggiana. Quindi posso solo dire che ieri è stata un’emozione grandissima, è il terzo campionato che vinco, ma come ieri, avendolo vissuto da capitano, mi sono sentito pienamente appagato. Sento l’affetto della città, dello spogliatoio, dello staff, del club. È stata senza dubbio un’emozione che non dimenticherò mai”.
Quindi avete visto la gara tutti insieme?
“Sì, abbiamo cenato tutti insieme al ristorante del centro sportivo dove ci alleniamo. È una cosa che fa la differenza e voglio sottolineare, perché in altre situazioni simili che ho vissuto, quando si organizzavano cose del genere, c’era sempre qualche gruppetto, magari non tutti aderivano alla serata. Noi l’abbiamo comunque presa come una qualsiasi serata per fare spogliatoio, come abbiamo sempre fatto. E quello che sarebbe stato il verdetto del campo l’avremmo accettato. Siamo stati promossi con due gare di vantaggio e qualche voce diceva che eravamo scarsi, che non meritavamo la B. Noi però sapevamo di essere forti, magari non abbiamo espresso un calcio champagne, ma qualcuno ha passato il tempo a denigrarci. E vedendo gli altri gironi, vincere a due giornate dalla fine con 7 punti sulla seconda è tanta roba. Fermo restando che non vogliamo fermarci qui, vogliamo invece chiudere il campionato con più punti possibile”.
Sei tornato in Serie C dopo tanti anni. Come valuti questa esperienza professionale che possiamo ben definire una scommessa vinta?
“Venivo da un anno e mezzo allo Spezia sicuramente bellissimo. Al primo campionato siamo arrivati in semifinale playoff in Serie B, record assoluto per il club. Poi l’anno successivo siamo usciti al primo turno ma contro il Benevento, che sarebbe salito in Serie A. Sono sceso di categoria per due motivi: il primo è stato quello di avvicinarmi a casa, per stare vicino alla mia famiglia che abita a Jesolo; il secondo è che ho creduto in questa scommessa, in una piazza che mancava su questi palcoscenici da troppi anni e la città ieri sera ci ha dimostrato la passione. I tifosi ci hanno sempre seguito e sostenuto, abbiamo avuto sempre il loro supporto. È anche per questo che mi sono innamorato di questa città. Ad oggi, anche se le cose non fossero andate così, rifarei la stessa scelta che feci a luglio”.
Hai ancora un anno di contratto, ovviamente vorrai essere protagonista con questa maglia anche in Serie B.
“Di più, come ho già detto, al di là del campionato che abbiamo fatto, io spero davvero di chiudere la carriera qui al Padova. Sto veramente benissimo, mi sono subito trovato al meglio con la dirigenza, lo staff, la squadra, con la gente. Chiudere qui la mia carriera sarebbe un sogno. Non so quanto giocherò ancora, ho un altro anno di contratto e me lo tengo stretto. Vedremo cosa accadrà nella prossima stagione”.
Hai saltato la Fermana per un problema fisico. Ci sarai per le ultime due gare?
“Con l’Albinoleffe si è accentuato un problema al flessore sinistro e abbiamo preferito non rischiare perché altrimenti avrei potuto chiudere il campionato anzitempo. La gestione è stata buona e dato che il match di Reggio Emilia non sarà decisiva, non penso che giocherò, perché vorrei finire nel migliore dei modi ed essere a disposizione ed in condizione per la Supercoppa. Per l’ultima in casa proverò invece a recuperare per la festa di chiusura”.
La tua dedica per questa promozione in Serie B?
“Sicuramente mi sento di dedicare questo successo a tutti i ragazzi che hanno lottato con me da luglio, ma soprattutto alla mia famiglia, a mia moglie e a mio figlio che mi sono sempre stati vicini. Non è stato facile con tutte le pressioni e sono stati fondamentali per sostenerle. Poi chiaramente la dedica la si può allargare al presidente Bonetto, al direttore Zamuner che mi hanno contattato in estate, che hanno creduto in me come anche mister Bisoli e tutta la piazza che come detto ci ha sempre sostenuto. È stata un’impresa straordinaria ed è stata una scommessa vinta. Avercela fatta è una gioia immensa”.