Presentazione di Luca Rossettini tornato al Calcio Padova: “Percorso professionale gratificante, puoi diventare la “bandiera” biancoscudata? Sto bene fisicamente, ho una gran voglia di re-iniziare, ieri sera alle 7 ero a Lecce, stamattina ero a Padova, ho dormito poco, avevo una gran voglia di re-iniziare un’avventura interrotta 13 anni fa. Non mi pongo problemi di “bandiera” eccetera, io sono padovano, lo sapete tutti, esser qui di nuovo e provare a fare quello che non ho fatto da ragazzo per la squadra della mia città mi da responsabilità e orgoglio, tutte cose che in questo periodo mi stavano mancando. Quello che volevo era tornare a sentire il profumo dell’erba fino in fondo, a sentire quella responsabilità che in questo momento mi stavano mancando. Quando si sono create le condizioni per concretizzarsi, non c’era molto da fare, era una cosa voluta da tutte e tre le parti, compreso il Lecce, era una situazione non ottimale ne per me ne per loro, mi riempie di orgoglio e gioia, voglia di andare in campo, da domani sono a disposizione del mister. Allungare di un anno e mezzo non è il mio obbiettivo, voglio vivere questi mesi fino a giugno giorno dopo giorno, partita dopo partita, rientrare in questi spogliatoi che ho frequentato per anni quando ero bambino sono sensazioni molto particolari molto forti. L’estate scorsa? Se non si è concretizzata vuol dire che non c’erano le condizioni, io avevo ancora un anno a Lecce, volevo mettermi in discussione li, non siamo riusciti a salvarci in A, volevano conquistare la promozione e volevo essere protagonista, poi mi hanno detto che non poteva essere così per me ed ho scelto di tornare. Scelta di cuore? Non solo, anche di testa, guardi i segnali, quando le cose a Lecce non andavano come avrei creduto ho voluto fortemente tornare qui. E’ stata una scelta ragionata e ragionevole. L’addio del 2007? La mia partenza non ha lasciato strascichi, la società del tempo se mi ha venduto evidentemente ha ritenuto giusto farlo, credo abbiano preso soldi anche l’anno dopo, per me era un treno irrinunciabile al tempo, sono dinamiche normali in qualsiasi società di calcio, qui ho ottimi rapporti, tanti amici, ho rivisto le stesse facce di 15 anni fa, un po’ invecchiati. Mi piace pensare che sia un cerchio che si chiude alla grande, ho motivazioni fortissime. Opzioni in caso di promozione? No, il mio contratto scade a giugno, le motivazioni le ho già spiegate. Quanto ha inciso Mandorlini nella tua scelta? Gli devo molto perché l’inizio di questo mio percorso è iniziato con lui in Serie A, ci siamo rivisti più volte nei campi, ho sempre avuto un ottimo rapporto, il fatto che ci fosse lui qui dopo 13 anni era un altro di quei segnali che non potevo ignorare, non potevo dire di no ad una possibilità così e così “romantica”. Il Padova attuale? Partite ne ho viste poche, so che la squadra è attrezzata, Andelkovic l’ho trovato in Serie A a Palermo, con Paponi siamo stati a Bologna, altri ragazzi del Lecce mi hanno parlato bene della rosa, ma le mie valutazioni voglio farle dal campo. Ho avuto il covid a novembre, ho saltato 20-25 giorni di preparazione, mi sono sempre allenato, son sempre stato convocato, non mi è stata data l’opportunità di fare nemmeno un minuto, a parte in Coppa Italia, sono riposato, diciamo così. Ora ci sarà da combattere su tutti i campi, è un girone equilibrato, nessuna partita è scontata. Ti sei posto l’obiettivo di quanto giocherai ancora? Finchè ho entusiasmo giocherò, la scelta di venire qui lo dimostra. Non è l’anno in più che mi interessa, penso di aver ancora qualcosa da dare, non sono riuscito a dare al Lecce, ho un bagaglio di esperienza da portare in campo ed in spogliatoio. Ho obiettivi più a breve termine, poi si vedrà. La mia famiglia è in Liguria, siamo li dall’annata al Genoa, l’anno scorso mi hanno seguito a Lecce perché aspettavamo una bambina che è nata in Salento, poi con le problematiche del Covid sono risaliti a maggio”.