Fonte: Luisa Morbiato per Gazzettino

«Il nuovo stadio previsto al Plebiscito, non si chiamerà sicuramente Patavium Arena». È il sindaco Massimo Bitonci ad affermarlo sottolineando che il nuovo stadio «prenderà il nome dello sponsor che pagherà la copertura dell’impianto, seguito probabilmente dalla parola stadio o arena – continua Bitonci – Sarà una copertura innovativa in tela, dove sarà proiettato il logo dello sponsor». Il sindaco spiega che la copertura del nuovo Plebiscito servirà come una sorta di megaschermo dove saranno proiettate, oltre al nome di chi si accollerà la spesa di installazione, anche informazioni di servizio o quanto sarà ritenuto utile comunicare. Bitonci poi non perde occasione per ribadire i costi contenuti dell’impianto e rispondere in modo sarcastico alle critiche dell’opposizione. «Certo ai 10 milioni sparati dal segretario del Pd Massimo Bettin, e da altri detrattori, ci arriviamo e forse li superiamo conteggiando la spesa per l’arco di Giano, il costo dei dirigenti del Comune e anche la carta igienica utilizzata in tutte le scuole cittadine – afferma sorridendo – Senza dimenticare tutti i tramezzini mangiati dalla Giunta precedente, le spese per le auto blu che abbiamo eliminato e quelle di rappresentanza. A Padova non servono Stati Generali ne riunioni 4.0 o referendum, quelli si fanno ogni 5 anni al momento del voto quando si sceglie il manager della città, ossia il sindaco. La linea la detta il sindaco ascoltando le esigenze dei cittadini, il problema in caso è mio ed eventualmente ne rispondo io. Troppo facile voler decidere da fuori quando eventuali conseguenze ricadrebbero sul sindaco in carica».
Bitonci inoltre spiega che il parcheggio previsto, adiacente l’impianto, non ha nulla a che vedere con il progetto del nuovo stadio. «Si tratta di un parcheggio scambiatore, a pagamento, al servizio della città, gestito da Aps» sottolinea. «Credo si tratti di un’opera necessaria per la città anche per risanare una zona lasciata da troppi anni in abbandono, dove era ormai impossibile praticare sport diversi e, sulla quale, sono state operate scelte sbagliate – dice il sindaco – I cittadini chiedono opere che vengano portate a termine, e sono convinto che la sistemazione della zona sarà apprezzata da tutti, non solamente dai tifosi del calcio Padova». Bitonci ribadisce che l’argomento è stato oggetto di troppe chiacchiere che non portano a nulla mentre il suo modo di lavorare comporta realizzare opere concrete e non parole. «Io sono capace di ascoltare, di valutare le proposte e anche di metterle in discussione e credo di averlo già dimostrato, ma i padovani mi hanno eletto per far risorgere la città sollevandola dalla palude politico amministrativa in cui era stata gettata dalle precedenti amministrazioni – chiude Bitonci – Questo è il mandato che ho ricevuto e questo è quanto sto facendo. Sono infatti consapevole che la maggioranza dei cittadini concorda con me e apprezza che io sia alla guida della città. Questo perché finalmente hanno un sindaco che sta tra la gente, sa decidere e si dedica alla città con grande impegno e passione».

Fonte: Davide D’Attino per Corriere del Veneto

Un sogno, impossibile non definirlo tale, per tutti i tifosi biancoscudati. Un sogno che, nelle intenzioni del sindaco Massimo Bitonci, potrebbe presto diventare realtà. Stiamo parlando del progetto definitivo, di cui la scorsa settimana la giunta di Palazzo Moroni ha approvato il primo dei due stralci (del valore di tre milioni di euro, parcheggi esclusi), riguardante il completo restyling dello stadio Plebiscito con l’obiettivo di trasformarlo già a partire dalla stagione 2017-2018, nella nuova casa del Calcio Padova. Così facendo, per la gioia della stragrande maggioranza dei propri sostenitori (in testa gli ultras della Tribuna Fattori), il club di viale Rocco abbandonerebbe l’Euganeo, mai amato per la presenza della pista d’atletica e per l’enorme lontananza degli spalti dal terreno di gioco, per approdare in un impianto costruito per il rugby ma che, se rimesso a nuovo come il primo cittadino ha promesso di fare, potrebbe non solo ospitare tranquillamente uno sport di grosso richiamo come il calcio, ma anche tramutarsi in una piccola bomboniera, con gli spettatori in pratica attaccati al campo. Un po’ come succedeva nel mitico Appiani di via Carducci, lasciato dal Padova, in favore dell’Euganeo, al termine del campionato 1993-1994, conclusosi con la promozione della squadra in serie A. Da allora, sono passati ventidue anni. E oggi, con i biancoscudati che stanno per cominciare la seconda stagione consecutiva in Lega Pro, il modello scelto (dall’architetto Massimiliano Pagnin) per rinnovare il Plebiscito è un altro. Ambizioso, suggestivo, quasi fatto apposta per sognare. Cioè quello, guardando i primi rendering trapelati dagli uffici del municipio, dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Ovvero lo stadio in cui, dal campionato 2005-2006, giocano i pluricampioni di Germania del Bayern Monaco e la seconda squadra della città bavarese, il Monaco 1860. L’Arena, sponsorizzata dalla prima compagnia al mondo nel settore delle assicurazioni (Allianz), ha una capienza di circa 70 mila spettatori e la sua caratteristica principale, proprio quella che l’architetto Pagnin vorrebbe replicare a Padova (seppur in dimensione molto più ridotta), è la copertura delle tribune, realizzata con una struttura metallica a traliccio disposta in modo radiale all’esterno dell’impianto, così da permettere l’assenza di elementi di sostegno interni che possano disturbare la visione della partita da qualsiasi punto degli spalti. Inoltre, la copertura in questione, che si vorrebbe appunto adoperare al Plebiscito, è rivestita da uno speciale materiale plastico (il politetrafluoroetilene), che può essere illuminato artificialmente, proiettando i nomi e i loghi di eventuali sponsor. Il «nuovo» stadio che dovrebbe sorgere tra Mortise e Pontevigodarzere, capace di ospitare circa 12.500 persone, non si chiamerà infatti Patavium Arena, come erroneamente circolato nei giorni scorsi. Ma dovrebbe prendere il nome dalle aziende che, via via, vorranno farsi pubblicità, come già avviene ad esempio per il Gran Teatro Geox di corso Australia, per la Kioene Arena di San Lazzaro e per il Pala Spiller di piazzale Azzurri d’Italia. «Per il secondo stralcio, quello che prevede appunto la copertura in stile Allianz Arena, siamo già in trattativa avanzata con un paio di imprese padovane, che vorrebbero legare il loro nome al nuovo Plebiscito – fa sapere Bitonci – e che ovviamente sono disposte a sostenere, in toto o in parte, le spese per la realizzazione della struttura. Credo si tratti di un progetto affascinante, che non può non piacere ai i tifosi del Padova. Tutto il resto, a partire dalle polemiche preventive sui costi, non m’interessa. Anzi, a chi protesta dico: lasciateci lavorare e vedrete che impianto saremo in grado di costruire».

RENDERING

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