Fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


«Dentro di me provo un grandissimo rammarico perché ho creduto tanto ai play off. Ho lavorato cinque mesi per questo obiettivo, e poi vedi svanire tutto. È come andare a Roma e non vedere il Papa». È un boccone ancora troppo amaro per essere stato già digerito il ko con la Giana Erminio, che ha praticamente tagliato fuori il Padova dalla rincorsa al quarto posto. E le parole di Bepi Pillon rendono ben chiaro il sentimento di delusione che si respira anche all’indomani nell’ambiente biancoscudato. Andando a scavare tra i motivi di un passo falso inatteso, il tecnico ha la sua linea: «Siamo arrivati a fine stagione un po’ scarichi mentalmente dopo la grande rincorsa che abbiamo fatto. Dovendo rincorrere partita dopo partita un po’ di pressione finisci per risentirla, e abbiamo toppato nelle partite che contano. Sto rosicando tanto, e sono molto incazzato. Dovevamo essere pronti per cercare di entrare nei play off perché ne avevamo le possibilità, purtroppo invece le cose non sono andate così. Ciò non toglie però tutto quello che abbiamo fatto finora, anche se chiaramente la delusione è grande».

Un qualche campanello d’allarme lo si era già avuto con Pro Patria e Albinoleffe, gare vinte dal Padova palesando però qualche amnesia associata a una flessione nella prestazione. «Sono d’accordo, c’era stata qualche avvisaglia. Ripeto, siamo arrivati mentalmente un po’ scarichi e fisicamente abbiamo dato tanto. Poi quando perdi lucidità, perdi anche giocatori. Non voglio cercare alibi, ma sono venuti a mancare elementi importanti come Corti e De Risio nel momento topico del campionato». Assenze che hanno pesato troppo? «Senza togliere nulla a Mazzocco, Baldassin e Bucolo, che hanno fatto il loro, De Risio è un giocatore che abbiamo preso a gennaio proprio per le sue caratteristiche essendo un centrocampista che ha forza fisica e ti consente di verticalizzare maggiormente il gioco, mentre Corti ti dà tanto sul piano dell’esperienza». A proposito della linea mediana, nell’immediato dopo gara ha dichiarato di avere messo nella ripresa Bucolo sulle tracce di Gasbarroni per limitarlo, ma quest’ultimo si allargava sempre e Bucolo non lo prendeva mai. «Vero, ma eravamo sbilanciatissimi e ci stavamo giocando il tutto per tutto. Ho messo Bucolo lì per dare più sostanza al centrocampo e perché Gasbarroni viaggiava sempre tra le linee, ma è stato intelligente il giocatore della Giana nell’allargarsi sulle corsie esterne per cercare altre soluzioni. Purtroppo è andata così, ma anche se stavamo lì tutta la giornata non avremmo segnato. È andato tutto storto, basta vedere anche i loro gol. Se va dentro il tiro di Baldassin dopo cinque minuti, magari è un’altra partita. Anche se resta il fatto di non avere giocato bene e che loro sono stati più cattivi e reattivi di noi».

Sui gol, quindi, non attribuisce responsabilità a Favaro. «Il primo mi sembra che sia stato deviato, il secondo è stato un cross sbagliato». Cunico in campo dopo un quarto d’ora nella ripresa, Petrilli e Sparacello gettati nella mischia solo sul 2-0: poteva gestire diversamente le sostituzioni? «Cambiare prima o dopo, non è quello il discorso. Ho visto che anche cambiando le cose non sono andate bene. Ho provato la mossa della disperazione, però non ha dato frutti». La matematica vi tiene ancora in gioco (sei punti dall’Alessandria), ma obiettivamente è durissima. «Dobbiamo cercare di finire bene questo campionato, e andare a Bassano a fare una bella prestazione per non buttare tutto all’aria. Mi piacerebbe vedere la squadra che gioca un bel calcio, anche se non avremo Fabiano e Favalli per squalifica. Dionisi è comunque pronto, e speriamo di recuperare Anastasio. Poi ci tengo a chiudere al meglio anche con l’Alessandria». Per fare il salto di qualità, quali innesti servono alla squadra in vista dell’anno prossimo? «Non ci ho proprio pensato, ero troppo concentrato sull’obiettivo play off». Pillon resta al Padova? «Ci troveremo con la società e parleremo. Dipende anche dalle prospettive che ci sono».