Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO DI PADOVA


A Pordenone è tornato a disputare uno spezzone di partita, dopo che nelle ultime settimane si era ritrovato improvvisamente in panchina dopo essere stato un titolare per tutta la stagione. Non sono state settimane facili per Nicola Petrilli: dopo il rigore sbagliato contro il Renate, all’Euganeo, se l’era presa con i giudizi negativi riportati dalla stampa sulla sua prestazione. E da allora (anche se Bepi Pillon non ha mai dichiaratamente collegato le due cose) era stato costretto a seguire le partite dalla panchina. «Tornare in campo è stato bello, mi mancava molto», le parole dell’attaccante torinese. «Purtroppo non sono stato decisivo come avrei voluto, anche perché dopo solo un minuto dal mio ingresso abbiamo preso il 2-0, un gol che ci ha un po’ tagliato le gambe. Ma sono contento di essere tornato: vuol dire che il mister mi rivede bene e che pensa possa essere di nuovo utile alla squadra». Come sono state queste settimane? «Stare fuori fa sempre male, ma a Padova ancora di più, perché ci tengo davvero. Poche settimane fa ho prolungato il contratto proprio perché tengo molto a questa maglia, e dover star fuori, senza poter dare una mano ai compagni e alla squadra, com’era stato l’anno scorso o in qualche occasione con Parlato nella prima parte di stagione, mi è dispiaciuto». Cosa prova un giocatore in una situazione come questa? «Dentro di te pensi che in quel momento non servi. Sono state due partite (contro Mantova e Pavia, ndr) in cui non mi sono nemmeno alzato dalla panchina per scaldarmi, perché per l’allenatore andava bene così. L’importante è non mollare, anche se non è facile trovare gli stimoli in settimane così brutte». Dopo il match con il Renate se l’era un po’ presa con i giudizi negativi dei giornalisti. Ha il sospetto che la sua esclusione sia dovuta a qualche parola fuori posto? «Penso che mister Pillon non si faccia influenzare dalle dichiarazioni, mie o di qualcun altro. Le mie parole non erano certo rivolte a lui, credo che la sua scelta non sia stata dovuta a quello: forse ha visto qualcuno che stava meglio di me». Nella fattispecie Finocchio, che ha fatto subito una doppietta. «Appunto. Era impensabile che, dopo la sua prestazione a Mantova, Pillon decidesse di rimettermi dentro e di lasciar fuori lui, è normale che sia così». Veder entrare Baldassin come esterno di centrocampo, contro il Pavia: era questo, forse, che non si aspettava? «Quello mi ha fatto rimanere un po’ male, perché le scelte non sono ricadute sui giocatori di ruolo, e in quel momento mi sono sentito un po’ messo da parte. Ma va bene comunque, le scelte le fa il tecnico e noi dobbiamo accettarle, anche se a volte è dura». Domani c’è la Cremonese, a quattro giorni dal match di Pordenone. Può essere la sua occasione? «Con due partite ravvicinate, può darsi che il mister scelga di lanciare qualcuno un po’ più fresco: non so se accadrà, ma lo spero. Può darsi anche che giochino sempre gli stessi, ma mai dire mai». Ha qualche piccola rivincita da prendersi, ripensando al match d’andata? «Entrai negli ultimi dieci minuti, lo ricordo bene: presi un palo e mi vidi respingere altre due conclusioni dal loro portiere. Diciamo che quella volta, sì, riuscii ad essere veramente incisivo subentrando dalla panchina, anche se servì a poco. Ho voglia di continuare a fare le cose buone che avevo fatto finora, e di chiudere bene l’anno». Padova e Cremonese sono ancora in lotta per il quarto posto. Avete un solo risultato? «Perdere punti adesso significherebbe allontanarsi di molto dalla zona playoff. È vero che noi dalla prossima settimana avremo quattro partite sulla carta più facili, mentre le altre avranno diversi scontri diretti, ma temo che anche un pari con la Cremonese servirebbe davvero a poco».