Fonte: Andrea Miola per IL GAZZETTINO


(…) Intanto Petkovic, il portiere biancoscudato, la cui stagione si è chiusa anzitempo ai primi di febbraio per uno stiramento di terzo grado al retto femorale, tornerà domenica Padova dopo una decina di giorni di vacanza in Montenegro e il resto del tempo libero trascorso a casa in Serbia senza mai interrompere l’attività fisica: «Ho lavorato anche quando ero al mare – racconta – svolgendo attività in palestra perché ne avevo bisogno avendo perso tre mesi di allenamenti. Voglio farmi trovare pronto come gli altri per il ritiro». Ora come va la gamba? «Mi sento bene, la lesione è pienamente cicatrizzata già da un mese, come è già risultato in un esame fatto quando ero ancora a Padova. Ho lavorato tanto per rendere elastico e forte il muscolo e adesso non ci sono più rischi. Ci sarà un ultimo controllo ma sono tranquillo perché già da tempo tutto va bene». Poi torna sulle varie tappe di questa sua personale via crucis: «Il fatto è che non sono stati rispettati i tempi di recupero per questo tipo di infortunio, anche per mia responsabilità dovuta alla voglia di giocare. Dopo due settimane ho ripreso gli allenamenti con la cicatrice ancora aperta e c’è stata subito una ricaduta. Altri specialisti mi hanno fermato altre due settimane, però non ancora sufficienti e così dopo dieci giorni il problema si è riproposto. Alla fine abbiamo sbagliato tutti, ma è giusto guardare avanti».

Un problema fisico, il suo, che in parte ha scoraggiato chi, anche dalle categorie superiori, ha messo gli occhi su di lui e che lo mette al tempo stesso sotto esame anche in biancoscudato, dove tra i pali ha sempre dato il meglio. Cosa vede il suo futuro? «Del mercato non mi piace parlare, quello che mi interessa è stare bene ed esprimermi solo con le prestazioni sul campo. Si tratta di capire che progetti ha la società con me. Io a Padova sto bene. Vediamo, tutto è possibile e ancora non ho parlato con nessuno». La squadra ripartirà con progetti ambiziosi: «A tutti i calciatori piace vincere ed essere protagonisti. Padova è una grande piazza dove si può crescere come giocatore e uomo. Ritrovo pure Madonna che sei mesi è stato mio compagno allo Spezia. È bravo può fare bene e dare una mano».