Conferenza stampa di Carlo Pelagatti, sulla piattaforma Zoom alla presenza dei giornalisti:
Tu sei il delegato AIC della squadra, ci racconti l’accordo sugli stipendi? “Son stati momenti in cui ho lavorato più al telefono, ho riscoperto un nuovo lavoro, in Serie C la situazione è molto complessa, abbiamo trovato l’accordo in brevissimo tempo con la società, per il bene di tutti, non è mai bello togliersi soldi, ma è giusto fare un passo indietro, la società e i tifosi sono felici e siam tutti contenti. Esiste l’ipotesi di un accordo collettivo? Altre società cavalcano questo momento per risparmiare il più possibile, noi calciatori siamo gente normale che paga affitti, mutui, rate della macchina, il nodo da affrontare era soprattutto questo. Mi metto a disposizione anche di chi è meno fortunato perché la situazione in C è abbastanza complicata. Quest’estate mi è stato proposto da Fiumana se avevo piacere di intraprendere questo ruolo, non pensavo di affrontare una situazione del genere, il tempo c’era nonostante il figlio appena nato e gli allenamenti, mi ha fatto piacere dare una mano. Ne farei anche a meno l’anno prossimo, ma è una cosa che mi piace, in una situazione normale non ti prende così tanto tempo, con questa situazione è cambiato l’aspetto di questo ruolo. Non è certo un lavoro a tutti gli effetti”.
Iniziative per i giocatori più sfortunati? “Porteremo la nostra esperienza cercando di trovare un accordo uguale o simile, poi dipende dalle società. Ci sono tanti ragazzi che percepiscono stipendi normali, e alla fine del mese hanno spese, bollette, affitti, mutui, se toglie un tot di stipendi alla fine fa la differenza quando hai anche figli. I nostri contratti sono determinati per uno-due-tre anni massimo”.
Tornare a giocare? “La linea della società è la nostra linea, sicuramente di tutti i giocatori. Vorremmo giocarci qualcosa di importante, è una cosa generale, il virus non se ne andrà tra due mesi, fare i playoff ti permette di avere un test e le basi di una ripresa”
Novità sugli allenamenti? “Siamo in contatto con la società, questa settimana si dovrebbe sapere qualcosa in più. Se ci saranno i playoff torneremo ad allenarci a breve. Se non ci saranno torneremo comunque a fare preparazione, nonostante ognuno si tenga allenato, ovviamente a casa non è la stessa cosa. Ancora non sappiamo di preciso quando lo faremo”.
Un giocatore ha paura di questo virus o non ci si pensa una volta in campo? “La voglia è tanta, la linea è comune in tutti i calciatori. Se si inizia, nei primi periodi ci saranno delle regole da metter in atto, è una cosa su cui non si scherza. Tornare ad allenarsi è giusto, ma bisognerà farlo nei modi giusti. Non sarà la stessa cosa, ma bisogna adeguarsi”.
Dove hai vissuto questa quarantena? “Sono rimasto sempre a Padova, ora son tornato a fare una visita a casa, ad Arezzo, per parenti e per mio figlio piccolo. Quando torno? La quarantena la devi fare solo se rientri dall’estero, io avendo motivi di lavoro non ho problemi a tornare a Padova da Arezzo”.
Sensazioni su cosa succedera? “In questo periodo leggi un po tutto, ti mandano in confusione. Anche la serie A fa fatica a ripartire, il Governo sta facendo delle linee guida per non far ripartire. Io non so quale sia la cosa giusta. Io sarei propenso di disputare i playoff, non è che però vedo molta fiducia. Si rischia di passare un anno tra i tribunali”
Preoccupazione per giocatori di B e C? “Tutto dipende da quanto durerà, se tra tre mesi finisce tutto è un discorso, se la cosa sarà lunga, come tutti i settori anche il calcio subirà le conseguenze, tante società faranno fatica a ripartire. Va fatta una riforma dei campionati, la Serie C è un bagno di sangue, in A e B si campa anche coi soldi delle tv. Molte società faranno fatica ad iscriversi. Bisogna rimettere un po’ tutto apposto come succede in altre nazioni”.