Fonte: Raffaele Campo per Europa Calcio


Bogdan Patrascu, 40 anni nonché grande doppio ex di Piacenza e Padova, compagini che si sfideranno sabato sera allo Stadio Garilli, è stato intervistato da Raffaele Campo per EuropaCalcio. Appesi gli scarpini al chiodo nel 2016, attualmente Patrascu svolge il ruolo di scout all’interno del Levski Sofia, ossia uno dei principali club della Bulgaria.

PATRASCU PIACENZA – Durante la lunga carriera da centrocampista offensivo, per ben sette stagioni ha vestito la casacca del Piacenza, mentre da gennaio 2009 a giugno 2010 ha militato tra le fila del Padova.

Anzitutto, come procede questo suo nuovo ruolo all’interno del Levski Sofia?
“Molto bene, per me si tratta di una cosa nuova ma sono molto soddisfatto. Il Levski poi è un ottimo club, le persone che lavorano lì hanno grande voglia di fare bene. In primavera è anche cambiata la proprietà, l’obiettivo è quello di migliorare a piccoli passi per costruire qualcosa di solido. E a Sofia mi trovo bene: da un lato siamo vicini alla Romania, dall’altro io sono uno che si adatta ovunque vada“.

Sabato c’è Piacenza-Padova, gara per lei particolare. Cosa le viene in mente se le nomino queste due squadre?
“Sono due squadre che porto nel cuore. A Padova ho vissuto bei momenti, sono stato benissimo. Per me non fu affatto un problema scendere dalla Serie A alla Serie C. Quanto al Piacenza, ti dico subito che il mio cuore è lì: sono stato più di sette anni e per me è una seconda casa“.

Cos’è che conserva maggiormente della lunga esperienza in Emilia?
“Per prima cosa, a Piacenza sono diventato un uomo e un calciatore. Quella città mi ha dato tutto. Un momento indimenticabile è stato quando, a maggio 2007, non eravamo riusciti a fare i play-off per la Serie A, in quel campionato c’erano Juve, Napoli e Genoa. Inutile nascondere che era stato molto brutto non poter giocare gli spareggi, ma non scorderò mai che dopo la partita contro la Triestina – nonostante questa grande beffa – c’erano tantissimi tifosi a sostenerci e a ringraziarci. Eravamo un’ottima squadra, e oltre a quelle tre c’erano anche Bologna, Mantova e Rimini. Eravamo arrivati quarti facendo un ottimo campionato“.

Dopo diverse annate di purgatorio, il Piacenza sta tornando ad essere una realtà importante come in passato. Cosa le piace di più del club di Gatti?
“E’ un progetto che sta andando avanti. L’anno scorso la squadra non è salita per un solo punto, ma si deve proseguire e avere pazienza, cosa che nel calcio è molto difficile. Tranne Sestu e bomber Cacia, in squadra ci sono giocatori molto interessanti e che conoscono bene la categoria. E colgo l’occasione per dire che anche quando c’ero io avevamo un grande presidente come Garilli, stesso identico discorso a Padova con Cestaro“.

Quanto al Padova, quali sono i suoi principali ricordi in biancoscudato? Lei è stato uno degli eroi di quella storica promozione in Serie B nel 2009.
“Intanto voglio assolutamente menzionare la grande festa in piazza quando eravamo tornati da Busto Arsizio. Ma a parte questo, il nostro segreto era stata la solidità del gruppo, nonostante nessuno credesse in noi. Quando ero arrivato a Padova, tutti mi chiedevano che cosa ci facessi lì, ma io rispondevo sempre che ero convinto del progetto, e alla fine ho avuto ragione“.

E pensare che dopo la sconfitta in casa col Ravenna ad aprile, la squadra era data per spacciata e arrivata al capolinea…
“Come ti ho detto, la forza è stata il gruppo, ci siamo uniti ancora di più e tirato fuori gli attributi. Poi abbiamo fatto quel filotto di tredici gare senza perdere. Io poi non mi scorderò mai quel gol nei play-off a Ravenna, e anche lì vale lo stesso discorso: nonostante il rigore sbagliato da Pederzoli, tutti assieme ci abbiamo creduto, fino alla finale in casa della Pro Patria, peraltro giocando in dieci per buona parte della gara“.

Tornando a dopodomani, che partita può essere Piacenza-Padova?
“Ora come ora non è facile fare pronostici, entrambe le squadre possono dire la loro, quindi che vinca il migliore. Sono tra le più forti del campionato“.

Ha un messaggio da mandare alle due tifoserie?
“Auguro sia al Piacenza che al Padova di tornare almeno in Serie B. Con tutte e due le tifoserie mi sono trovato molto bene e non ho mai avuto problemi. Tutte e due le città resteranno sempre nel mio cuore, anche se sono legato più a Piacenza. E poi una cosa la aggiungo: mando un saluto al bomber Cacia (sorride, ndr)”.