Fonte: Pierpaolo Spettoli per Gazzettino

«Non vedo una favorita tra Padova e Feralpi Salò, sarà una sfida equilibrata tra due buonissime squadre». Pur avendo allenato per pochi mesi il vecchio Padova nel periodo più buio, Michele Serena è rimasto nel cuore dei tifosi. E oltre a essere un ex biancoscudato, è anche fresco ex Feralpi Salò. Nella gara d’andata pareggiata 1-1 era sulla panchina dei bresciani, è stato poi esonerato in novembre dopo la sconfitta interna con il Renate. Chi meglio di lui può inquadrare il match di domenica. «Ho sempre detto che la Feralpi è una squadra molto valida, come ho sempre pensato che il Padova potesse fare un buon campionato. Ha avuto un periodo difficile, ma si è rimesso in careggiata: ha trovato la quadra giusta e anche una certa continuità di risultati. Cosa può fare la differenza? Nei biancoscudati la grande compattezza che si è venuta a creare proprio alla luce dei risultati, sono in un buon momento, hanno sistemato la classifica e cavalcano l’onda. Quanto alla Feralpi, ha giocatori molto veloci che con un guizzo possono risolvere la gara, come Bracaletti e Tortori. È stata un’arma importante soprattutto fuori casa anche quando c’ero io».

Un biancoscudato che può rivelarsi decisivo? «Dire Neto Pereira è facile, a me è sempre piaciuto anche Altinier: è molto concentrato nel suo lavoro e ogni anno ha sempre fatto i suoi gol». Pochi mesi per Serena all’ombra del Santo, eppure si è creato un legame speciale con la piazza. «Mi piace e me lo tengo stretto. Nella gara d’andata a Salò i tifosi biancoscudati mi hanno chiamato sotto la curva riservandomi un tributo, li voglio ringraziare ancora. Il loro sentimento nei miei confronti è reciproco, provo qualcosa di speciale per il Padova e me lo porto dentro». Oggi a guidare la squadra c’è Bepi Pillon. «Non lo conosco personalmente, ma lo stimo e rispetto molto. Tanti anni sulla breccia parlano per lui, e ha fatto sempre bene nelle squadre in cui è andato. Oltre ad avere grande esperienza, ha capacità indiscusse nel sapere gestire la situazione». Avendo provato anche sulla sua pelle cosa vuole dire allenare i biancoscudati, è il tecnico giusto per il Padova? «L’allenatore giusto è quello che vince, vale per qualsiasi squadra. L’anno scorso è stato Parlato che ha vinto il campionato».

Passando alla sua esperienza con la Feralpi, cosa prova nel vedere la sua ex squadra in grande ascesa senza di lei? «Non mi dà fastidio perché non vivo di rancori. Se fossi rimasto, non saprei dire dove potevamo essere in classifica. Una cosa è certa: alla prima vera difficoltà, la società ha pensato di cambiare allenatore. Anche con me la squadra aveva un ottimo rendimento in trasferta, però va bene così. E i risultati stanno dando ragione a loro».Ha già voglia di rientrare in pista? «Dico “ni”. La mia grande voglia di tornare mi ha fatto fare un errore, nel senso che non ero pronto per un ambiente come quello della Feralpi e loro non erano pronti ad accogliermi. Non capisco il motivo per il quale dopo tre mesi mi hanno lasciato a casa e mi avevano scelto tra un lotto di tre-quattro candidati».