Estratto Fonte: Stefano Volpe Il Mattino


[…] Una partita molto sentita dai tanti ex che affollano entrambe le squadre, ma in particolar modo dai due centravanti, con Altinier che non ha voluto svelare la decisione di esultare o meno in caso di gol, trincerandosi dietro un «tanto non segno». E Guidone? «Non segno nemmeno io, figuriamoci», se la ride il 31enne centravanti. «Conosco bene Altinier, gli piace nascondersi e fare lo scaramantico. E allora sto al suo gioco». Un botta e risposta senza alcuna acredine, nonostante Guidone continui a essere bersagliato dai paragoni con il suo predecessore. Le pesano questi confronti? «No affatto. Anche perché alla fine ci sarà sempre chi preferisce l’uno o l’altro, come è giusto che sia. Altinier è un grande centravanti e ha fatto benissimo a Padova. Ci sta che la gente lo ricordi con affetto, ma sono felice anche delle soddisfazioni che mi ha dato finora il pubblico biancoscudato. In un paio di occasioni sono uscito dall’Euganeo tra gli applausi, nonostante non avessi segnato, e questo mi ha fatto capire che i tifosi riconoscono il mio lavoro. La cosa più importante, poi, è sentire sempre la fiducia di allenatore e società». […]

Lei è a secco da un mese, quanto le manca il gol? «È normale che un attaccante soffra l’astinenza, ma più ci penso più il gol non arriva. Non devo farmi condizionare, meglio non pensarci visto che quando ho segnato con il Mestre non avrei nemmeno dovuto giocare visto che non stavo bene». […]

La Reggiana arriva all’Euganeo nel proprio miglior momento di forma… «Ma anche loro potrebbero dire lo stesso visto il cammino che abbiamo intrapreso negli ultimi due mesi. Il pareggio con la Fermana non deve condizionare, capitano sempre gare in cui non si riesce a scardinare un avversario arrivato solo per difendersi. Stiamo bene e contro la Reggiana sarà una partita da non fallire. I granata sono una squadra costruita per il vertice, vincere vorrebbe dire spedirli a meno 14 dalla vetta e metterli fuori gioco per la corsa al primo posto. Dobbiamo sfruttare quest’opportunità».

Estratto Fonte: Stefano Volpe per Il Mattino

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Non c’è dubbio che l’uomo-copertina della prossima sfida tra Padova e Reggiana sia Cristian Altinier. […] «Quello che volevo dire l’ho già detto, non ha senso alimentare altre polemiche». Qualche mugugno sui social l’hanno scatenato, la scorsa settimana, alcune sue dichiarazioni nelle quali spiegava che «del Padova non mi importa più nulla». «Parole assolutamente strumentalizzate», chiarisce Altinier. «Mi era stato chiesto se mi facesse “rodere” il fatto che il Padova fosse primo in classifica, e io ho solamente risposto che in questo momento non m’importa di ciò che fa il Padova, essendo un giocatore della Reggiana. Non sono mai stato un ruffiano, sono un professionista ed i biancoscudati adesso rappresentano un rivale come gli altri. Credo sia giusto così, per rispetto a tifosi e società in cui mi trovo adesso. Rispetto che ho sempre avuto in tutte le piazze in cui sono stato, compresa Padova, della quale conservo ricordi eccezionali». Sente ancora qualcuno dalla città del Santo? «Certo. Il ricordo più bello che ho di Padova sono proprio le tante persone che ho conosciuto, dai ragazzi che lavorano in sede ai magazzinieri. Ho lasciato tanti amici, che mi farà piacere ritrovare».

[…] Si aspettava un Padova capolista indiscusso in questo momento della stagione? «Mi aspettavo che avrebbero fatto molto bene, la squadra è forte e si vedeva fin dall’inizio. In questi anni sono stati bravi a progredire sempre più, un passo alla volta. Rispetto alla scorsa stagione, poi, sembrano mancare le avversarie in grado di infastidirli. Non ci sono più Parma e Venezia e al momento latitano anche le outsider, che 12 mesi fa erano state Reggiana e Pordenone». […]

Che emozione sarà per lei ritornare all’Euganeo? «Sicuramente forte. Come detto, ho vissuto due annate belle e intense. Una parentesi molto importante nella mia carriera». Domanda classica: se segna, esulta? «Ma tanto non segno…». Scaramantico? «Un bel po’… Facciamo così, che vinca il migliore».

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Estratto Fonte: Pierpaolo Spettoli per Gazzettino

[…] «Sinceramente – rivela Marco Guidone – non sento questa partita più di tanto, vale sempre tre punti come le altre. Però incontrerò con piacere tanti ex compagni con i quali sono rimasto in contatto, su tutti Andrea Bovo con il quale ho legato moltissimo l’anno scorso. Anche lui è un ex, e so che ci tiene a questa gara, anche se in questi giorni non ci siamo sentiti. Durante il ritiro estivo condividevamo la stessa stanza, ed era già in corso la mia trattativa per venire al Padova. Me ne ha parlato sempre benissimo, lui ci ha vinto anche un campionato. E mi ha detto di venirci subito perché è una grande piazza». Oltre a lei, nella passata stagione giocavano con i granata anche Trevisan e Contessa. «Più che parlare tra di noi di questa gara da ex, abbiamo dato qualche consiglio ai nostri compagni per fare capire a loro le caratteristiche dei giocatori della Reggiana. E’ una buonissima squadra e dopo una brutta partenza è in ripresa come dimostrano gli ultimi risultati. Ci vorrà il migliore Padova».

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Ma se segna, esulta? «Sono stato sempre contro a quei giocatori che non esultano se fanno gol alla loro vecchia squadra. D’altra parte alla Reggiana non sono stato dieci anni, ma una sola stagione anche se bella. Non penso di mancare di rispetto se dovessi esultare dopo un mio gol». Ci vorrà il migliore Padova, diceva. Prima del pareggio della Fermana capitan Pulzetti ha dichiarato che siete un po’ in riserva. «Credo che non volesse dire questo, ma solo che abbiamo dato tanto come è normale che sia mancando quattro gare alla sosta. Stiamo bene, siamo consci della nostra forza e ci alleniamo benissimo, anche perché abbiamo un allenatore che ci tiene sempre sul pezzo. Nonostante il pareggio con la Fermana, siamo contenti del nostro percorso. Non era una gara facile, anche perché siamo la formazione da battere e con noi gli avversari si chiudono».

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Estratto Fonte: Andrea Miola per Il Gazzettino

[…] «Manca ancora qualche giorno – premette Altinier – e dunque non ci sto pensando più di tanto, ma sicuramente sarà un’emozione diversa entrare in quello stadio e rivedere tanti amici. Restano bellissimi ricordi, anche per il rapporto con l’ambiente. Solo a Portogruaro ho vissuto due anni così positivi. Peccato solo non avere legato questa esperienza a un successo di squadra, ma considerate le avversarie, non era facile». Il fotogramma che le resta maggiormente impresso? «Potrei scegliere la doppietta a Parma. Nel complesso sono state due stagioni decisamente intense, la prima con una partenza difficile e una bella rimonta, la scorsa iniziata così così, seguita da venti partite da grande squadra e poi con il crollo finale. Un biennio di crescita in campo e a livello societario». E magari la base per l’attuale ottima stagione biancoscudata. «Mi guardo bene dal prendermi meriti per l’attuale Padova i cui risultati sono il frutto della programmazione».

[…] «Ho saputo che nei giorni scorsi c’è stato qualche mugugno perché avevo dichiarato in un’intervista che il Padova non mi interessava. In realtà mi era stato chiesto se mi bruciava il fatto che la mia ex squadra fosse prima e io ho replicato che sono un professionista e devo occuparmi solo della Reggiana. Io credo che un giocatore debba essere valutato e apprezzato per quello che fa in campo e fuori, per l’atteggiamento e per la sua presenza anche nei momenti difficili in ciascuna realtà in cui opera, non certo per qualche intervista ruffiana in cui lancia messaggi d’amore alla propria vecchia squadra». In questa ottica, Altinier ci scherza su alla classica domanda su come si comporterebbe in caso di gol. «Scrivete quello che volete, tanto non segno…».

[…] E il Padova? «È primo e se lo merita. Una squadra competitiva, con una base già buona, allestita per vincere. Qualche avversaria importante è un po’ mancata ed è stato abile ad approfittarne». Poi torna sulla sfida di sabato. «I tanti ex in campo metteranno un po’ di pepe alla gara perché sono più coinvolti a livello emozionale. Noi cerchiamo sempre il risultato attraverso il gioco, ma poi bisogna vedere se l’avversario ce lo permette».