Estratto Fonte: Padova Goal


Se la promozione del Padova, la seconda nelle ultime 4 stagioni, rappresenta una delle pagine più significative della storia del club, c’è un giocatore che, in questa storia, ci è entrato di diritto a piè pari. Davide Mazzocco, ad appena 22 anni, è riuscito a conquistare due traguardi così importanti con la maglia biancoscudata, come avevano fatto soltanto altri 8 giocatori, in 107 anni, prima di lui. E lo ha fatto stabilendo, a modo suo, un primato. L’ultimo dei reduci dalla trionfale stagione in Serie D, infatti, proprio nella partita di Fermo di domenica scorsa ha raggiunto quota 100 presenze con la maglia del Padova. Record su record, soddisfazione su soddisfazione, per un giocatore che ha visto il mondo capovolgersi nel giro di un mese. […] «Sono al settimo cielo sia a livello personale che ovviamente per il trionfo della squadra», sorride Davide prima dell’allenamento all’Appiani. «Mi sento legato in maniera viscerale a questa maglia, sono qui da quattro anni e Padova per me è come una seconda casa. La società mi ha sempre trattato benissimo e i tifosi mi sono stati vicino in ogni momento. È un traguardo che dedico alla mia famiglia, alla mia ragazza ed al mio procuratore». Più bella la prima vittoria o l’ultima? «Non saprei scegliere tra le due, sono state entrambe emozioni forti. L’anno della Serie D l’ho vissuto al 100%, ho giocato sempre, in questa stagione sono stato meno impiegato, ma quando ho avuto l’occasione, non me la sono fatta scappare». Di sicuro la prima promozione l’avete conquistata con la vittoria sul campo, mentre per la seconda avete dovuto aspettare 24 ore e palpitare davanti alla tv. Com’è stato? «L’abbiamo vissuta in modo diverso, ero convinto fosse più bello festeggiare in campo, ma anche trovandoci a guardare la tv tutti assieme, devo dire che è stata un’emozione unica. Tante volte non ti rendi conto di quello che stai raggiungendo, ma quando sei lì, ad un passo, capisci che ce l’hai fatta e per me è stato come vivere un sogno ad occhi aperti». […] «Da quando sono rientrato dall’infortunio di settembre, in tre mesi ho visto il campo soltanto una volta a Gubbio. È stata dura, un periodo molto complicato, ma ho sempre fatto in modo di potermi guadagnare una chance e fortunatamente il mio momento è arrivato». Bisoli nell’ultima gara l’ha lanciata anche da trequartista. Se l’aspettava? «Tra i professionisti non ci avevo mai giocato, l’avevo fatto l’ultima volta negli Allievi del Montebelluna. Il mister mi ha detto che c’era bisogno della mia corsa e di attaccare gli spazi in profondità. Ho cercato di farlo, ma ho rimediato un’ammonizione ingenua e all’intervallo sono stato sostituito per non rischiare». Ora che sta giocando con continuità, pensa di poter restare anche il prossimo anno? «È quello che voglio, il mio sogno è arrivare a giocare nelle categorie più alte possibili. La società farà le sue valutazioni, ma io credo di potermi giocare le carte anche in Serie B».