Intervista a Matteo Mandorlini dopo aver raggiunto le 100 presenze in maglia biancoscudata: “L’emozione di giocare con papà in panchina? E’ talmente bello quanto strano, devi gestire cose che agli occhi degli altri sono semplici, invece sono complicate. Sono fortunato perché sono in pochi a poter provare questa sensazione. A livello personale cerco di vederlo solo come allenatore, e lui di vedermi come giocatore e basta. Lui pretende qualcosa in più ed io magari, non dico che me la prendo, ma reagisco in maniera diversa perché è mio padre. La fortuna è che il gruppo è intelligente, la società mi conosce, contribuisce anche il fatto che la gente mi riconosce visto che sono qui da anni e questa cosa non influisce. Poi se c’è da lasciarmi fuori, mi lascia fuori, fa parte del gioco, ho una mentalità abbastanza esperta da quel lato, nessuno ti regala niente, neanche tuo padre, bisogna rimanere con la testa giusta e dimostrare sul campo, sennò hanno ragione gli altri a lasciarti fuori. Deve essere l’anno giusto, io sono molto fiducioso, credo ci sia ambiente e squadra che ha recepito di avere potenziale, ha margine di miglioramento, possiamo dimostrare di avere più forza. La squadra ha recepito cosa vuole l’allenatore, e che occasione abbiamo davanti. Se i miei compagni mi usano come mediatore? Io penso di essere visto come un compagno normale, abbiamo le stesse problematiche. La mia priorità è di allenarmi al 100% e dare l’esempio, per giocare ed essere in campo devi dare il massimo. Noi siamo un gruppo intelligente e sano, non ci sono problemi. Dove papà è veramente forte nel lavoro della settimana e dove gli attribuirei qualcosa da migliorare? Credo sia maturato sotto certi aspetti, certe cose di quando era più giovane le ha smussate, gli invidio la sua lettura dei giocatori, dei momenti della stagione, delle partite, questo è dato dalla sua esperienza da giocatore e allenatore, giocando e allenando campioni. Quando parla o dice certe cose mi rendo conto che è la verità, non ci scappi da li, ti viene voglia di dare di più. Il punto debole? Non sono nella posizione di poter giudicare stando dall’altra parte, quello che per me è un punto debole per altri magari non lo è, non saprei cosa rispondere. Dopo le partite scatta un confronto diretto fuori contesto spogliatoio? Si, capita spesso un confronto, ma per stima reciproca a livello calcistico. Lui ha una visione di ruolo ed esperienza, al massimo può prendere spunto dal mio modo di vedere. Io faccio il giocatore, lui l’allenatore, se ci tengo per dimostrare di voler giocare, il confronto li non c’è subito perché ognuno fa il suo. E’ la nostra vita, il nostro tutto, ci vuole un po’ di tempo per calmare gli animi, abbiamo un carattere simile, quando ci teniamo tanto è così. Il suo carisma? E’ sempre stato così, è cresciuto in quel mondo che gli ha dato quei valori che ora lo contraddistinguono, sarà così finchè non dirà basta, ha sempre questo fuoco dentro per dimostrare che può fare sempre meglio ed arrivare in alto dove è già stato. Seguire le sue orme? Non ci sto ancora pensando, io sono ancora giocatore al 110%, poi con l’esperienza e un allenatore in casa, magari vedo certe cose un po’ prima o con un’ottica diversa. E’ un mondo che mi piace, far parte del mondo allenatori nel calcio credo potrebbe far parte della mia vita futura… Le 100 presenze? Sono contento di averle fatte qui e non da altre parti. L’estate 2018? Nei miei piani è sempre stato un mio obbiettivo, la mia mentalità ha fatto si che sia riuscito, senza far niente di che, allenandomi eccetera, a riguadagnarmi il costo. Poi fa tutto parte del gioco, mi son fatto male, ma ho sempre voluto restare qui. Il campionato? Se le avversarie si scannano tra di loro per noi va bene, vedo delle analogie importanti, la squadra ha delle potenzialità importanti, non crederci fino in fondo sarebbe un peccato. Penso ci siano tutte le carte in regola per fare quel percorso. Feralpi? E’ forse la prima settimana quasi tipo, forse non siamo più nemmeno abituati per assurdo, loro sono una squadra costruita bene, ma ogni partita ha storia a sè, basta pensare all’Imolese. Ogni partita va preparata a se con la mentalità giusta. E’ quello che farà la differenza a fine campionato. Mio fratello? Fa un po’ da scudo, è l’incudine tra me e mio padre, mia madre è invece un po’ “il cuscino””.