Luca Moro, attaccante della Primavera biancoscudata, che nell’ultima stagione ha esordito da titolare in Serie B, si racconta a Calcio Padova Tv. Dalla lunga trafila nel vivaio, a una quotidianità frenetica, con un’ambizione ben fissa nella testa…

“Mi chiamo Luca Moro, sono un 2001, e sono l’attaccante della Primavera. Sono di Sant’Elena, un paese vicino ad Este e Solesino. Questi anni di settore giovanile mi hanno trasmesso sicurezza dentro e fuori dal campo, che mi hanno aiutato a formare una mia personalità. Nei primi anni giocavo da difensore centrale, ma è un ruolo che non mi è mai piaciuto, poi ho chiesto al mister se potevo fare la punta e da li è sbocciato l’amore per la maglia numero 9. Come riferimento guardo sempre Cristiano Ronaldo, ma per la mentalità, perchè come punta centrale mi ispiro di più a Lewandowski che è un giocatore sia di movimento che di finalizzazione. Fuori dal campo? E’ fondamentale mantenere un certo comportamento sull’alimentazione eccetera, la mentalità a cui mi ispiro è comunque quella di CR7 perchè lui si impegna costantemente ogni giorno, per arrivare dove non si arriva con il talento si arriva con la mentalità. Da piccolo vedevo i giocatori della prima squadra come idoli, quando andavo a fare il raccattapalle all’Euganeo avevo sempre la pelle d’oca. Trovare Trevisan nello spogliatoio e cambiarsi insieme a lui è stata un’emozione perchè era un mio idolo.

I miei pregi? Sicuramente la corsa. Cosa devo migliorare? Devo aumentare la massa corporea e muscolare, allenandomi nella tecnica che aiuta sempre.

La giornata di Carpi? Me la ricorderò sempre! Quando il mister mi ha detto “Luca scaldati” ho capito che forse vale la pena di fare tutti questi sforzi. Rispetto la vita degli altri giovani io faccio molti sacrifici: arrivo a casa alle 14 meno 10 col bus da scuola, ho un quarto d’ora per mangiare e cambiarmi, per poi arrivare direttamente a sera distrutto dall’allenamento attorno alle 19:30, e da li parte la sessione serale di studio. Faccio ragioneria ad Este all’IIS Atestino.

L’esordio da titolare? Durante la settimana non me lo sarei mai aspettato, poi quando mister Centurioni ha letto la lista dei titolari mi sono detto che questo era il mio momento, è stata una grande emozione da pelle d’oca, ma penso che possano arrivare altre soddisfazioni lavorando con costanza.

Il mio sogno? Forse giocare nell’Inter, ma non prima di aver riportato il Padova in Serie A. Dove mi vedo tra 10 anni? Spero di arrivare in Serie A, poi a scendere come sogni si fa sempre tempo.

Cos’è la felicità? Credo l’esordio all’Euganeo per i sentimenti che ho provato nel coronare il sogno di indossare quella maglia che ho inseguito fin da piccolo, il massimo risultato dopo 9 anni di settore giovanile”.