LUCA BERARDOCCO intervistato da CALCIO PADOVA TV:

“Il mio nome è Luca Berardocco e sono nato il 22/1/1991 a Pescara. Il mio primo ricordo legato al calcio sono sicuramente le primissime partite che vedevo da piccolo in TV e i miei genitori mi han detto che fin da piccolissimo avevo sempre la palla fra i piedi, non smettevo mai di giocare a calcio.

La mia prima squadra dove ho iniziato è stata il Montesilvano, squadra della mia città dove sono rimasto fino ai 13 anni poi sono passato alle giovanili del Pescara e ho fatto tutta la trafila lì fino all’esordio in prima squadra, che era quello che avevo sempre sperato e sognato.

Fin da piccolino il mio sogno era fare di questa passione il mio lavoro e ho capito che lo sarebbe stato con l’esordio in prima squadra e il primo contratto professionistico. Ho iniziato in serie B con l’allenatore Di Francesco, poi sono passato a Pisa in prestito per 6 mesi. A Gennaio sono andato al Viareggio, anno della salvezza in cui c’era anche Zaza, poi sono passato al Feralpi Salò, successivamente in Slovenia al Nova Gorica con Favalli che oggi ritrovo qui a Padova, gran bell’annata anche lì. Poi, tornato in Italia, sono stato al Crotone, al Como, dove abbiamo vinto il campionato, e l’anno scorso a Carrara. Quest’anno San Benedetto fino a Gennaio e ora qui a Padova.

L’esperienza in Slovenia è stata molto importante perché prima di tutto ti consente di conoscere altre culture e mentalità. In Slovenia c’è una mentalità molto diversa dalla nostra ma eravamo molti Italiani, anche il mister, quindi non si notava molto. Ho giocato con calciatori importanti come Lapadula che ora gioca al Milan o altri che sono in serie A come Cordaz. Annata positiva, abbiamo anche vinto la coppa di Slovenia. Un’esperienza all’estero comunque prima o poi va fatta, ti consente di ampliare le vedute.

Con Marco Verratti ci conosciamo fin da piccolissimi dall’età di 6 anni perché giocando lui in una squadretta vicino a Pescara ci sfidavamo spessissimo in partite e tornei; poi ci siamo ritrovati insieme negli allievi del Pescara e poi anche un po’ di prima squadra, poi lui ha spiccato il volo verso Parigi. Sono contento di quello che sta facendo perché è un ragazzo che se lo merita, prima di tutto come uomo, è sempre rimasto umile e questa è la cosa che lo contraddistingue di più.

Il mio idolo da bambino era Ronaldo, fenomeno! Mi piaceva molto anche Pizarro della Roma, anche se il più forte nel mio ruolo penso sia Pirlo.

Un piccolissimo rimpianto, se si può chiamare tale, è forse l’essere andato al Pisa senza fare la preparazione col Pescara, quell’anno di Zeman, che avrebbe potuto far andare le cose diversamente però volevo giocare e quindi ho accettato subito la destinazione Pisa senza fare prima la preparazione al Pescara.

Ciò che mi rende più orgoglioso è l’esordio in serie B col Pescara, squadra della mia città di cui guardavo le partite allo stadio fin da piccolino con mio papà, un sogno che si realizzava.

Prima di venire a Padova avevo sentito Dettori, Sbraga e Favalli che conoscevo e che mi hanno parlato benissimo del gruppo, della società: persone molto serie e ambiziose. Mi hanno parlato benissimo di tutto quanto, anche a livello organizzativo.  Una cosa che ho potuto constatare e che mi ha colpito molto è proprio il gruppo: fatto veramente di persone eccezionali e di professionisti esemplari, si lavora tutti quanti per un unico obiettivo, questo si nota da subito.

Il mio hobby: da un annetto sto cercando di imparare a suonare la chitarra anche se ancora non mi riesce molto bene! Poi mi piace molto guardare film e altre cose ma mi piacerebbe imparare a suonare bene la chitarra. Di musica ascolto un po’ di tutto non ho un cantante o un genere preferito, di italiani mi piace Ligabue, Vasco, Tiziano Ferro ma ascolto anche musica straniera, mi piace un po’ di tutto! Di Dettori che suona la chitarra lo sapevo perché abbiamo voluto intraprendere quest’hobby insieme, del mister non lo sapevo! Fra i tre penso di essere quello messo peggio al momento!

Fra 10 anni mi vedo, spero, ancora in campo, spero di continuare a giocare, dove non lo so, ma mi piacerebbe terminare la carriera dopo i 35 anni.

Per me la felicità è sapere che le persone più care, gli affetti, stanno bene e sono felici. La felicità non deriva dalle cose materiali ma dalle persone a noi care e dal bene che ci vogliono e ci dimostrano!”