Fonte: Alessandro Vinci per PadovaSport via CALCIO OLANDESE

Il Padova di Sandreani come il Milan di Sacchi. Kreek e Van Utrecht come Gullit, Rijkaard e Van Basten.
Beh, non esageriamo, tuttavia anche il Padova ha avuto nella sua storia un periodo oranje, purtroppo non impreziosito da successi paragonabili a quelli rossoneri. Michel Kreek e Leonard Van Utrecht sono, per ora, gli unici olandesi ad aver vestito la maglia biancoscudata.

Michel Kreek arrivò a Padova dall’Ajax, con la mediazione di Mino Raiola, nell’ottobre del 1994, anno del ritorno in Serie A. Kreek nasce ad Amsterdam il 16 gennaio 1971 e cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Ajax, in compagnia di campioni del calibro di Dennis Bergkamp e di Frank e Ronald de Boer. Nella stagione 1989-1990 si aggrega alla prima squadra e, in cinque stagioni, colleziona 83 presenze tra le fila dei lancieri, vincendo due campionati olandesi, due Coppe d’Olanda e una Coppa Uefa nel 1992, nella famosa finale contro il Torino, in cui l’allenatore granata Emiliano Mondonico agitò al cielo una sedia in segno di protesta per l’operato dell’arbitro Worral.
Come detto, nell’ottobre del 1994 giunge all’ombra del Santo, chiamato a risollevare le sorti di una squadra partita con il piede sbagliato nella nuova avventura in massima serie. L’arrivo del tulipano, costato meno di due miliardi di lire, è una manna dal cielo, perchè il ragazzo ha i piedi buoni, ci sa fare. Sandreani lo capisce subito, così come i tifosi biancoscudati, che lo vedono andare in gol all’esordio, nella delicata gara casalinga contro il Brescia, il 6 novembre, vinta dai biancoscudati per 2 a 0, su un campo ai limiti della praticabilità a causa della pioggia. Infatti è proprio il nuovo arrivato Kreek ad aprire le marcature, avventandosi su un pallone vacante in area di rigore. Per la cronaca, spettacolare la rete del 2 a 0 siglata da metà campo da Maurizio Coppola, l’eroe della promozione, che sorprende il portiere delle rondinelle Ballotta fuori dai pali. Un bel biglietto da visita per l’olandese, che non lascerà più la maglia da titolare, la numero 7, concludendo la stagione con 24 presenze e 7 reti all’attivo. Due giornate più tardi mette a segno il suo secondo gol biancoscudato in occasione del match interno contro la Juventus, terza in classifica: è la rete dell’1 a 1, con la quale il Padova agguanta il pareggio, replicando alla punizione di Baggio, che aveva portato in vantaggio i bianconeri. Sfortunatamente per i ragazzi di Sandreani e Stacchini, Ravanelli siglerà il gol del 2 a 1 finale a dieci minuti dal termine. Stessa dinamica di gara contro il Genoa, il 16 gennaio, penultima di andata, con Kreek a pareggiare la rete del vantaggio rossoblu di Van’t Ship, replicata in zona Cesarini dal gol di Manicone che regala la vittoria ai liguri.
Le prestazioni dell’olandese non passano inosservate: il 22 gennaio Kreek esordisce con la nazionale oranjead Eindhoven, in un’amichevole contro il Portogallo persa 1 a 0. Quarta, quinta, sesta e settima rete vengono realizzate consecutivamente dall’olandese, tra la venticinquesima e la ventottesima giornata, contro Foggia, Brescia, Lazio e Juventus. Quest’ultima contro i bianconeri, siglata direttamente su punizione, è la più pesante: grazie ad essa il Padova ottiene la prima vittoria della sua storia in casa della Vecchia Signora. Pesante sì, ma nulla in confronto a ciò che accadde il 10 giugno 1995, data ben nota a tutti i tifosi biancoscudati, nello spareggio-salvezza contro il Genoa. Ci si gioca un’intera stagione. Per restare tra i grandi il Padova si affida al proprio olandese volante Michel Kreek, che grazie alle sue prestazioni è ormai entrato nel cuore dei tifosi patavini. E lui non li delude. E’ suo l’assist che permette a Vlaovic di firmare in grande stile il vantaggio biancoscudato. Ma soprattutto è suo il rigore decisivo, che regala al Padova la permanenza in Serie A. Dopo gli errori di Marcolin e Galante, tocca a Kreek presentarsi alla decisiva sfida dagli undici metri contro Spagnulo, portiere del Genoa. Il numero sette sulle spalle. L’accuratissima sistemazione del pallone sul dischetto, che non si sa mai… La freddezza. Portiere da una parte, palla dall’altra. E’ Serie A. Di nuovo. Come non ricordare le parole e la voce di Gildo Fattori al momento del rigore dell’olandese, con quella sua personalissima pronuncia “Kreiik”? Ecco le sue parole, pronunciate con tono stentoreo, prima della realizzazione: “Nessuno ha coraggio di guardare, ma Michel ha dimostrato di essere bravo, implacabile, giocatore straordinario, può regalare al suo primo anno al Padova la Serie A, a questa squadra, a questa società che lo meriterebbe.”

Momenti epici, indelebili nella storia del Calcio Padova, segnata anche da questo ragazzone olandese, al quale, nell’estate successiva, si aggiunge un compatriota: è Leonard Van Utrecht, scovato da Direttore Sportivo Pietro Aggradi nello sconosciuto Cambuur, club della serie B olandese. E’ una scommessa? Certo che sì. Ma Aggradi garantisce e, scherzosamente, dice di giocarsi la camicia. Ma da scherzare c’è ben poco. All’indomani della salvezza contro il Genoa, il presidente Giordani fa capire che sarà necessario stringere la cinghia, le casse della società non godono più di grande salute. Si spiega dunque l’arrivo di una tale scommessa, non certo pagata a peso d’oro e non certo acquistata per vestire una maglia da titolare. Infatti la nuova stagione si rivela, già da subito, più complicata della precedente, complici i problemi alle meningi di Vlaovic, costretto ad operarsi, saltando così la prima parte della stagione. Il croato rientrerà alla tredicesima giornata, per il match interno contro l’Inter, nel quale mette a segno la doppietta che stende i nerazzurri. Nel frattempo, Van Utrecht aveva esordito il 19 novembre, in occasione della prima vittoria stagionale dei biancoscudati, in casa contro il Bari, subentrando a Ciocci a metà secondo tempo. Nel corso della stagione Van Utrecht collezionerà 20 presenze, delle quali ben 15 da subentrato, giocando tutti e 90 i minuti solo in due occasioni: a Piacenza e in casa contro il Cagliari, quando la retrocessione era già una cruda, matematica realtà. Uno solo l’acuto dell’olandese: il 14 gennaio, ultima giornata d’andata, in casa contro l’Atalanta, dove realizza la rete che apre le marcature nel 3 a 2 finale in favore dei biancoscudati, con un preciso fendente rasoterra sul secondo palo. Una settimana prima aveva segnato anche l’altro olandese del Padova, Kreek, che aveva giustiziato il Cagliari, trovando la seconda rete stagionale personale, dopo quella realizzata contro il Torino alla terza giornata.

Michelino, come lo chiamano affettuosamente i tifosi biancoscudati, è sempre l’ultimo a mollare ed è uno dei pochi a “salvarsi” nel naufragio del Padova 1995-1996. A fine stagione lascerà la città del Santo, accasandosi al neopromosso Perugia, mantenendo così, almeno lui, la massima serie. Chi invece resta a Padova è Van Utrecht, confermato dalla nuova dirigenza, ma sempre come comprimario, poiché in avanti si punta su Lucarelli. Altre otto presenze (con un gol) con la maglia del Padova ed ecco, a gennaio, il ritorno al Cambuur, con cui la stagione successiva conquisterà la promozione in Eredivisie, la Serie A olandese.
Dopo aver giocato nell’ADO Den Haag, concluderà la carriera nel Nordwijk, la squadra della sua città natale. “Padova è stata la pagina più felice della mia carriera di calciatore e porto nel cuore quei mesi trascorsi nella città del Santo. Mi manca la vita italiana”, ha dichiarato recentemente.
Attualmente insegna allo Johann Cruijff Institute for Sport Studies, presso il quale ha conseguito la laurea in Economia e Marketing dello Sport. E Kreek? Dopo aver ottenuto una nuova retrocessione a Perugia, gioca per 5 anni nel Vitesse, per poi trasferirsi all’AEK Atene. Chiude la carriera tra le fila del Willem II nel 2006. Dopo aver allenato per varie stagioni le formazioni giovanili dell’Ajax, da settembre guida la primavera dell’Almere, club satellite dei lancieri. Nel maggio di quest’anno è tornato a Padova, più precisamente ad Abano, in occasione del ventiduesimo Torneo Internazionale Calcio Giovanile “Abano Terme”, in qualità di allenatore delle giovanili dell’Ajax, e ha dichiarato: “Conservo bei ricordi del mio periodo a Padova. Ogni anno torno qui a trascorrere almeno un weekend. Mi sono trovato benissimo. Ora sto facendo esperienza e in futuro, chissà, sarebbe un sogno allenare il Padova. Ricordo come se fosse ieri lo spareggio del ’95 a Firenze con il Genoa. Sono emozioni che non puoi dimenticare.” E a proposito del rigore decisivo, aggiunge: “Quel rigore è uno di quegli episodi che ti segnano una carriera. Le immagini di quella partita le mostro anche ai miei bambini e ogni volta che riascolto la radiocronaca di Gildo Fattori mi emoziono. Auguro al Padova di rivivere i momenti belli che ho vissuto io negli anni ’90.” Eh sì, Michelino, ce lo auguriamo anche noi.