Tratto dal Magazine Biancoscudati Padova distribuito allo Stadio.

Nome: Marco
Cognome: Bergamin
Età: 36
Stato civile: Coniugato

Ti ricordi la prima partita del Padova alla quale hai assistito? Qual era il tuo giocatore preferito?

Ho iniziato a seguire con mio padre fin da piccolo il Padova, la prima partita che ricordo è la trasferta a Ferrara per uno Spal – Padova in serie C finita 0 a 0 quando avevo 8 anni. Non ho un vero e proprio calciatore preferito ma qualche anno dopo mi piaceva Roberto Putelli

Ora cosa è cambiato nel tuo modo di assistere alle partite? Cerco di valutare in maniera più obbiettiva le prestazioni dei giocatori, la disposizione
tattica, le situazioni di gioco lasciando da parte per quanto possibile la parte più emotiva. E nella tua vita è cambiato qualcosa?

Sono un po’ aumentati gli impegni e le responsabilità, ma per il resto non è cambiata molto

Ti ricordi dov’eri e cos’hai pensato quando per la prima volta ti è stata comunicata la possibilità di fondare una nuova squadra che raccogliesse l’eredità del Calcio Padova?

Eravamo sempre tra casa e ufficio avvolti da un susseguirsi di notizie che cambiavano di giorno in giorno e poi di ora in ora! La possibilità di creare una nuova società che rappresentasse la mia città mi ha dato una sensazione di grande orgogli e responsabilità nello stesso tempo.

Suoneria del cellulare?

Quella standard

Alla Biancoscudati ti occupi di scouting in affiancamento al diesse De Poli, quale credi sia il tuo primo dovere all’interno della vita della Società?

Il mio dovere prima di tutto è di imparare dagli addetti ai lavori, in primis dal diesse De Poli, mi piacerebbe riuscire a valorizzare giovani che facciano crescere la nostra squadra per portarla dove merita e che nello stesso tempo si aprano prospettive per carriere importanti.

Giochi ancora a calcio? In che ruolo?

Purtroppo al momento ho dovuto smettere con la FIGC, non potendo essere tesserato con due società nella stessa federazione. Sto iniziando a giocare con gli over 35 anche se non è la stessa cosa.

Cosa ti aspetti da questo campionato?

Mi aspetto di vincerlo e basta.

Un aggettivo per Edoardo Bonetto?

E’ un ragazzo che vede “oltre”, pieno d’inventiva.

Quale credi sia l’avversario più temibile per la Biancoscudati Padova in questo campionato?

I Biancoscudati Padova….

Poenta e osei o risi e bisi?

Risi e Bisi

Spritz o birra?

Birra

 

Nome: Edoardo
Cognome: Bonetto
Età: 31, compiuti la scorsa settimana.
Stato civile: Celibe, in questo campo Marco mi supera alla grande…

Ti ricordi la prima partita del Padova alla quale hai assistito?

Padova Spal 3-2 allo stadio Appiani, gol di Longhi, Pelizzaro e Franceschetti. Nella Spal giocava Nappi. Per la prima volta vedevo i “grandi” della prima squadra, il ero nei Pulcini del Padova allenati da Gigi Capuzzo.

Qual’era il tuo giocatore preferito?

Claudio Ottoni, il capitano.

Ora cosa è cambiato nel tuo modo di assistere alle partite?

In primis si soffre molto di più. Poi, ora non guardo più solo l’aspetto del risultato come quando ero tifoso, ma si cerca di scrutare anche gli aspetti meno evidenti della prestazione per vedere pregi e difetti della squadra.

E nella tua vita è cambiato qualcosa?

Non molto, esco meno di prima e più con gli amici più stretti che mi sopportano il venerdì e il sabato quando entro in “clima partita” e comincio ad essere insopportabile!

Ti ricordi dov’eri e cos’hai pensato quando per la prima volta ti è stata comunicata la possibilità di fondare una nuova squadra che raccogliesse l’eredità del Calcio Padova?

Quando la cosa è diventata concreta eravamo in ufficio. Ma già a luglio, ogni volta che passavamo davanti allo stadio, con mio padre ragionavamo sempre della possibilità di fare qualcosa di concreto per il Padova.

Suoneria del cellulare?

Odio le suonerie, ho solo la vibrazione accesa.

Ricopri il ruolo di vice presidente con delega al marketing, qual è il tuo compito principale all’interno della vita della Società?

Il ruolo che mi è stato affidato è quello di trovare più sponsor possibile e curare i rapporti tra gli stessi e la Società. Creare un network di aziende che aderiscono al nostro progetto è fondamentale per radicarsi nel territorio e per contribuire ad abbassare i costi di gestione della Società.

Giochi ancora a calcio? In che ruolo?

L’ultima partita che ho giocato è stata quella celebrativa dei 20 anni dalla promozione in serie A, un grande onore. Ho smesso con il calcio giocato a 22 anni. Ero alla Fermana in C1 e giocavo difensore, ma avevo un carattere un po’ troppo irascibile!

Cosa ti aspetti da questo campionato?

Non lo dirò mai, diciamo che spero che la squadra faccia il meglio possibile.

Un aggettivo per Marco Bergamin?

Mi ha stupito piacevolmente la sua sincerità e la grande umiltà, non è scontato visto che è pur sempre il figlio del Presidente.

Quale credi sia l’avversario più temibile per la Biancoscudati Padova in questo campionato?

L’Alto Vicentino, ma anche la Sacilese che ha Zironelli come allenatore. Abbiamo giocato insieme a Thiene in C2, lo considero molto preparato.

Poenta e osei o risi e bisi?

Poenta e Osei tutta la vita.

Spritz o birra?

Dura lotta, dico Campari Orange.