Conferenza stampa di Emil Hallfredsson:
“Sto bene, ho passato del tempo in Islanda con tranquillità, c’era meno casino lì rispetto a qui. Ho fatto due settimane in quarantena, e poi mi son allenato con il FH Hafnarfjörður, squadra dove sono cresciuto. Ho fatto anche un’amichevole. Visto che mancavano tre giocatori mi hanno chiesto la disponibilità a giocare, è stato ottimo per mantenere la forma fisica, ed ho fatto pure un gol.
La gara di Martedì? “E’ una partita difficile, è come una finale, conta la concentraizone e vogliamo fare bene. La mia esperienza? E’ una partita secca, giochiamo in casa ma senza tifosi, è una finale per noi, si vince soprattutto con la forza di volontà.
Contratto? Nessuna novità di nessun prolungamento, per come la vedo io ho firmato un contratto che dura fino alla fine di questo campionato, se durerà fino al 22 ne parleremo poi. Non c’è nessun problema e voglio solo giocare questi playoff, penso a questo. Il resto si vedrà più avanti, ho la testa alla prossima gara.
I playoff vinti a Salerno con Mandorlini? Ricordo molto bene, è stata una sfida importante e bella, i playoff sono sempre playoff. Sono una storia diversa, quella volta siamo arrivati sesti e abbiamo vinto. Da dove arrivi non vuol dire niente, conta come ci arrivi fisicamente e mentalmente e ci vuole un po di fortuna anche. Non è mai facile, proviamo tutto per ripetere quanto fatto a Verona. Il Mister ha detto che mi vede dimagrito? Lui lo vedo piu’ dimagrito! (ride). Parliamo alla fine come sto di forma fisica, mi tengo bene, mi sono sempre allenato.
La Samb? “Abbiamo guardato il video ieri, è una buona squadra, la classifica non vuol dire niente quando arrivi ai playoff, è una partita secca, hanno giocatori buoni, rapidi, dobbiamo stare attenti, ma piu’ a noi stessi. Se noi facciamo il nostro è tutto possibile. Vedo i miei compagni carichi, quello che è successo 3 anni fa non conta. Non vedo l’ora di giocare questa partita!”
Viaggio di ritorno? Non è stato così incredibile, ho scelto la via più semplice: ho fatto volo fino a Monaco e poi in macchina fino a qui. Il problema era il programma precedente: scalo a Londra per 20 ore, poi Budapest, altre 20 ore e poi Milano… tre giorni di viaggio con il rischio che tutti i voli fossero cancellati, poi rischiavo di stare fermo a Budapest senza alcuna certezza su quando tornare. Fortunatamente poi hanno sbloccato la tratta Rejkiavik-Monaco con un volo diretto, l’ho preso il primo giorno che hanno aperto i voli, poi in auto fino a qui. La famiglia è rimasta in Islanda, così ho tutto il tempo di prepararmi e concentrarmi solo su questa partita.”