Estratto Fonte: Stefano Edel per Mattino di Padova


Presidente Gabriele Gravina, lei guida la Lega Pro. Come la mettiamo con la “sceneggiata” di Modena? Il nuovo proprietario, Aldo Taddeo, ha annunciato poche ore fa che se ne torna a Varese. «Ho la responsabilità di difendere la dignità di un campionato calcistico italiano importante. Adesso basta con le parole, c’è solo spazio per l’azione. Ebbene, se entro stasera (ieri, ndr) non avrò una risposta chiara e definitiva da parte del Comune di Modena e da parte del Modena Calcio sulla questione stadio Braglia, mi rivolgerò a chi ha il dovere e il diritto di applicare le norme, ovvero la Figc, per le decisioni finali». Il che vorrebbe dire? «Che se non ci saranno novità, per me il Modena sarà fuori dal campionato». Già siamo costretti a vedere che, nel girone B, una squadra riposa ogni giornata. Così diventerebbero due. «Ha altre soluzioni? Io no. Sono stanco di ritrovarmi, ogni fine ottobre-primi di novembre, con un andazzo del genere. Prendete il Padova, prossimo avversario del Modena: siamo a metà settimana e ancora non sa se la partita si disputerà o meno, quando dovrà partire per raggiungere la città emiliana, dove alloggiare, e se lo stadio sarà aperto oppure no. Come si fa ad andare avanti così?». D’accordo, finirà come le volte precedenti con Albinoleffe e Mestre: portoni sbarrati e vittoria a tavolino dei biancoscudati. «Probabile. Ma se il club fallirà e i giocatori si svincoleranno all’inizio di novembre, quei punti verranno tolti a tutti, dunque anche al Padova».
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Il fallimento del format a 60 è nei fatti. E quel format lo ha voluto lei. «No, io non ero convinto delle 60 società in Serie C. Mi sono solo battuto per il rispetto del regolamento, che prevedeva appunto fossero 60. C’era chi voleva 36, chi 40, chi 54 o 56, eravamo alla fiera delle proposte. Il sistema si ripulirà da solo entro due anni, anzi già al 30 giugno 2018 ne vedremo delle belle». Ma lei ha in testa ben altro progetto, giusto? «Certo. Due gironi di terza serie, e poi ci dev’essere un campionato che chiamerei di Elite, una sorta di cuscinetto fra il professionismo e i dilettanti». E la risposta del sistema? «Molte società hanno storto il naso. Questo fa molto pensare, mi creda».