Fonte: Stefano Volpe per Il Mattino


Il Padova come terapia. Dolce, appassionante, fondamentalmente per riuscire a tenere botta a una malattia estenuante. L’immagine più bella che ha regalato il sabato all’Euganeo è arrivata prima del fischio d’inizio. La società biancoscudata ha ospitato la super tifosa Giovanna Acquario. E il termine super, in questo caso, non è eccessivo. Giovanna abita a Genova, ha 58 anni e da 32 combatte contro una malattia che lei definisce la “bastarda” e i medici chiamano semplicemente sclerosi multipla. Una malattia degenerativa, per la quale Giovanna ha scelto una terapia d’urto chiara: abbonarsi ai colori biancoscudati. Allo stadio la conoscono in tutti i settori. E sabato sera hanno avuto modo di conoscerla anche i dirigenti, lo staff e i calciatori. Merito del presidente Daniele Boscolo Meneguolo che è stato colpito dalla storia di Giovanna e che ha deciso di invitarla a trascorrere il prepartita a bordo campo, dove lei ha avuto modo di osservare da vicino i suoi beniamini. (…) Il tutto dopo essere arrivata da Genova, come fa ogni volta che può, nonostante l’invalidità l’abbia costretta alla carrozzina: “Sono nata a Padova, a 10 anni sono stata adottata da una famiglia di Genova (…) Ho sempre tifato Padova, e tengo viva la passione anche in Liguria. (…) Era il 1° agosto 1987 quando me l’hanno diagnosticata. (…) Il Padova è la mia terapia, una passione che mi travolge e mi aiuta ad andare avanti. E non importa che vada bene o male. Anzi, è quando non arrivano i risultati che mi sento di stare ancora più vicino alla squadra». (…) Fino a pochi mesi fa riusciva ad andare in Tribuna Fattori “Mi prendevano anche in braccio per farmi stare in mezzo alla gente. Ora vado in Tribuna Ovest, canto lo stesso i cori. Poi mi sobbarco anche tante trasferte, di sicuro sarò a Piacenza”.