Fonte: Matteo Moretto per GianlucaDiMarzio.com


Uno ha appena battuto il Milan, a suon di parate: impressionante la velocità con cui si è catapultato sui piedi di Bacca sventato la palla-gol rossonera nel corso del secondo tempo del match. Provvidenziale, Perin. “Il mio gesto tecnico preferito”. L’altro sarà uscito anche sconfitto, ma è stato segnalato come il migliore dei ragazzi di Montella. Bonaventura. Uno gioca nello United di Mourinho, un altro ancora nella Roma di Spalletti, con ottimi risultati e gol. Darmian, El Shaarawy. Uno stava per smettere a causa di una gravissima malattia: adesso segna e fa sognare il Cagliari. Melchiorri. Quasi tutti in Serie A, tranne uno: Giulio Donati. Oggi – ma anche negli ultimi anni – in Bundes, al Mainz. Loro, ma non solo. Undici giocatori con un comune denominatore che li unisce, il filo è biancoscudato è li porta dritti a Padova. Nel Padova, squadra (oggi in Lega Pro, fino a due anni fa in B, prima del fallimento) che li ha visti crescere. Anche solo per qualche mese, anche solo di passaggio. Storia, voglia di tornare tra le grandi e un tuffo nei ricordi, nostalgici. In questa Top11 che raggruppa i migliori – ex biancoscudati – ancora in attività.

PERIN. Dal Genoa al Padova in prestito, nella stagione 2011/2012. Quell’anno fu eletto come il miglior portiere della Serie B. Non per caso. Lo dice il presente, l’ha detto Genoa-Milan. A Padova ha anche trovato l’amore vero, sua attuale compagna.

DARMIAN. Venti presenze, pure un gol durante la stagione 2009/2010. Quella la sua vera prima annata tra i professionisti, che si concluse con la salvezza in B agli spareggi contro la Triestina. “Personalità spiccata” dicevano di lui, già all’inizio. Fu Carlo Sabatini (fratello di Walter) a spostarlo esterno di difesa perché in Primavera rossonera veniva utilizzato quasi sempre come centrale.

ROSSETTINI. Padovano Doc, di Noventa. Cresciuto all’Arcella, quartiere multiculturale della città. Esordio in prima squadra contro il Cittadella, in un derby. Dopo tre stagioni in C1 passa nel Siena del suo ex allenatore Mandorlini, che lo volle fortemente. Oggi al Torino, con Miha.

GASTALDELLO. Della provincia di Padova, precisamente Camposampiero. Ex giocatore del Padova per 21 partite prima di passare durante il mercato estivo del 2002 alla Juventus, nella Primavera di Gasperini. Con cui vinse un Viareggio. Oggi al Bologna. Fu fortemente voluto e portato al Padova da Vittorio Scantamburlo, osservatore che scoprì Del Piero.

DONATI. Prima di marcare Robben e Ribery in Bunes e giocare in Champions, l’esterno ex Inter ha disputato ben 28 partite durante la stagione 2011/2012 con il Padova, in B. Insieme a Perin, sì. Sfiorarono i playoff.

DI GENNARO. Il “DiGe” è stato uno delle tre ‘D’ di Davide che ha fatto sognare il Padova – forse il più bello degli ultimi anni, per qualità di gioco – nella stagione 2010/2011 in B, con Calori in panchina. Le altre erano quelle di Daniele Vantaggiato e Davide Succi. Tutto bello, fino all’infortunio al tendine, a 3 centimetri dall’inserzione del retto femorale della gamba sinistra. Peccato. Oggi Davide fa il fenomeno in A, col Cagliari. Una rivincita servita col e dal tempo.

IORI. Play del Citta delle sorprese, dal 2015. Ma play anche del Padova nella stagione 2013/14. Capitano, uomo derby che in Veneto si trova piuttosto a suo agio, ormai una seconda casa.

BONAVENTURA. Milan, Nazionale. Ma anche Padova nella carriera di Bonaventura, per soli 5 mesi. Dal 20 febbraio, quando debuttò in un Ancona-Padova. Al 13 giungo, data dello spareggio vinto contro la Triestina per restare in B. Tra l’altro, con gol suo. Andava il doppio rispetto agli altri, lampante. Ma Jack ormai s’è fatto grande.

EL SHAARAWY. Il 17 luglio 2014 twittò così: “104 anni di storia non si cancellano così! @PadovaCalcio sempre nel cuore!! Tornerai ad essere grande”. Perché Padova, il Padova ma soprattutto i padovani sono e resteranno nel cuore del Faraone, per sempre. Arrivò nel giugno del 2010 con tanta cresta e poco fisico. Dovette saltare un bel po’ di mesi a causa di una crescita che lo tormentò fino a causargli una tendinopatia rotulea. Poi guarita. Ci fu il dilemma sul ruolo: trequartista oppure esterno? Parola al campo. El Shaa si presentò come giocatore del Genoa e se ne andò da rossonero acquisito, per la gioia di un Galliani follemente innamorato del suo talento. Perché la stagione al Padova fu esaltante per davvero: 25 partite, 7 gol. Una marea di numeri. Un rapporto con la piazza che non si cancellerà mai.

BABACAR. Breve e davvero poco intensa la sua avventura all’ombra del Santo, anche per colpa di un brutto infortunio all’adduttore. “Avrebbe le potenzialità ma…”. Troppo giovane, allora. Stagione 2012/2013. Oggi l’attaccante si è fatto e lo sta dimostrando: 5 reti in 8 presenze quest’anno con la Fiorentina di Sousa, in tutte le competizioni.

MELCHIORRI. Avrebbe dovuto smettere. Sembrava lo facesse, per un male troppo grande da sopportare. Ma vinse la sua voglia di vivere, di giocare a pallone. Federico Malchiorri ripartii proprio da Padova,  il Cagliari adesso ringrazia.